413 MUX, MAGGIO. 414 itinal linai) parlerà in camino, et saperi ilir a la Signoria qual cossa, el qual va a Roma. Item, sì provedi di danari per lui, patisse assai etc. Et fo lecto la lettera, scrive a la Signoria el Ca-marian, data a Londra, una optima e degna lettera, potendo averò la copia. Et venuto dentro el prefato cavalier rodiano en-glese, fu posto a sentar apresso il principe et fo assa" acarezato, disse andava a Roma, è venuto per la Pranza, et nulla havia di novo. Di sirr Alvise Capello, proveditor di Al-missa e Poliza, date a dì 18 mazo. Come il conte Vanis mandò in Turchia uno suo commesso ‘204 ' per condur alcuni cavali in una lista nominati, et cussi vene, a dì 2, Nasuf Oschadainovich, con compagni 14 turchi, per venir in queste parte a trovar el dito Vanis, et lui proveditor scrisse a Spalalo per navilio, el a dì 1(5 fe’ la mostra, qual manda, et cussi li mandano de qui, el qual volea una casacha d’oro, dicendo i altri l’à ùta. Item, lassò uno valente homo, preso per suo amor, qual era venuto con turchi a depredar de li. Item, scrive à oferta aver de si-mel cavali si ’1 piace a la Signoria, e voi risposta e danari da darli, perché à speso quelli danari li fo mandati. Item, dete ducati 20 a uno Grignol Dra-gonich di Poliza, qual vicn senza cavalo. Et, per il principe, fui mandato a Lio a veder questi cavali turchi, e cussi andai e li trovai, e il capo portava una pelle di lovo atorno, el li fìci dar pan, vin el carne, poi se li farà la mostra et sarano expediti per Campo. In questo zorno fu fato a San Zacharia la mostra (ìi 50 fanti si manda per la Scala, soto uno capo, trovati per li fradclli di sier Luca Miani è castelan a la Scala, et lì fo dato danari el mandati a la Scala. Dii Zante, di sier Antonio da Multa, proveditor, di 21 aprii. Come a dì 17 parli le galie di Alexandria di lì come scrisse. Item, dii zonzer la note do barzoti ponentini, venuti di Candia con vini, per andar in Fiandra, parti a dì 5, e perchè a dì primo parti le galie, lien sieno zontc in Alexandria. Item, de corsari li mari è securi ; a dì 15 zonse lì, e il capitano di le galie bastarde parti la matina con do bastarde et do solil, zoè Canala e Cornerà, et do arsili vanno a la Cania et Relimo, hanno auto boni tempi. Item, de lì non è corsari si non fuste di Rodi e uno galion, non fanno danno a robe de nostri ma di turchi, e sono do fuste e uno galion state a presso Patras, e li trovato una naveta dalma-tina di uva passa per Messina, di raxon de li Aurami e la prese Valendo parte dii cargo aspetante al ma-zor fradello, mandato in Patras, come roba di subditi dii lurdio, e volendo venir de lì con la nave et star al juditio di esso proveditor nostro, et zonti volendo lui udir le parte, or non ha voluto esser judice di corsari ut in litteris, el ha fato comandamento non si acoslino a quella ixola e cussi la nave si salvò, la qual eri si levò da matina per Cicilia, tamen diti ro-diani è lì, e lui sera li ocliij. Item, scrive il bisogno di ' quelli poveri soldati, è assa’ tempo non hanno danari. Fo lelo una deposition di uno à porta 4 lettere in Moncelcse, dice come sta quelle cosse de lì etc. Fo lelo una lettera, scrive Zuan Forte da Orti da Monzelese al podestà di Piove di Sacho : de inimici venuti a di 23, numero 1000 soto Monzelese, e nominalo li capi : monsignor de Obignì, monsignor de la Grota, Sonzim Benzon et Hìeronimo di Napoli, fo conlestabele nostro e scampoe. Da poi disnar fo pregadi, et poi lelo le letlcrc 205 ut supra. Fu posto, per sier Antonio Grimani, sier Alvise da Molin, el sier Zorzi Emo savij dii Consejo, sirr Sabastian Zustinian el cavalier et sier Zuan Corner savij a terra ferma, certa parte di conzar quarti di tarisa et Monte nuovo, marzo 1510,aligovernadori depositando altratanto, con don di 10 per 100, pos-sino comprar stabelli etc. ut ni parte, la qual sarà notada qui avanti, el il reslo di savij voi la parte, ma non habino dori; contradise sier Bernardo Bar-barigo el governador de le intrade, e cargo sier Alvise da Molin, el uno questa matina volea dar L. 15, et poi non dete, et è mal mover la parte presa ; sier Alvise da Molin rispose, et andò la parie : 2 non sincere, nulla di no, (il di savij, 100 dii Grimani e compagni, e questa fu presa. Fu posto, per li savij et imi a li ordeni, una lettera a sier Nicolò Zustinian quondam sier Marco, e Lodovico Valdrim secretano dii baylo a Conslanli-nopoli in risposta di sue, et insti con il Signor ne dagi almeno 4 in 5 milia cavali, da poi eh’ è fata la paxe con il re di Hongaria, e scritoli i successi de qui ; ave 5 di no. Et fo posto, poi per i savij, scino contenti darli al Signor annuatim in vila sua, dandone questo subsi-dio, prò portione di ducati 12 milia. Sier Sabastian Zuslignan el cavalier, savio a terra ferma, non fo in questa parte, et contradise dicendo non è da sperar di aver turchi ne è da chiamarli etc., et messe iu-dusiar a scriver tal lettera ; et io Marin Sanudo di bordine di savij li risposi, andò le parie: 2 non sincere, 5 di no, 16 di Zustinian de l’indusia, 116 di la nostra e fu presa, et fo comanda grandissima credenza soto la parte dii Consejo di X.