433 MDX, MAGGIO. Domenego Qilbu, e volendo inquerir la causa di tal venula à inleso da questo rais che dia andar a Con-stantinopoli, clic con dito Calbo liavia parlato andar in Jerusalem c havealo pregato voler passar con lui (in a Roma, et etiam li disse che ’I dito Calbo volse esser »presentato davanti el Soldati, non sa quello 1’ babbi ditto, salvò intese da un moro che haven lo apreseiUà una peza de veludo e zerli zibelini fo co-gnosuto per uno moro, e dito al Soldati questo è Iradello di quel capitano clic niellò le galie fuora dii Farion senza tua volontà, e il Soldati mostrò nun far conlo di tal parole. Item, spesso al Cliajero risona esserne per bona sumnia, spera vegliando le galie ‘214 arino il suo cargo e più assa’, e lin quel dì ne è «la colli 340 fati, el sforzo scossi. Item, avisa tutta Alexandria liaver auto grandissimo contento dii zonzer di quella nave, luta volta per sua utilità, e cussi el contrario de forestieri maxima etc. Da poi disnar fo gran Consejo, fato avogador di cornuti sier Nicolò Dolfin fo di pregadi quondam sier Marco, sollo in scurtinio sier Zuan Arseni Koscnrini è di la zonla quondam sier Bortolo, et questo per una bona renga lece in pregadi. Et reduto il Colegio, vene lettere di Treviso, Pel-tre c Bassan, il sumario ho scripto di so|ira, exeepto incluse erano in quelle di Bassan alcuni avisi di cosse superior. Di Matto do Perìis, data in Axiago, a dì 24 mazo. Scrive a li discreti e butileni del Connm di Enego. Chome à ricevuto la sua lettera, li chiede consejo di quanto ballino a far: risponde non sa che dir, e passa per i Forni, over Astego più di 1000 compagni Mescili e per la via di Rovere più di 2000 per Poxena e a un tempo sono /.otiti in Arsie-ro, eravi uno contestabele con 200 fanti, qual fu/.i, el fo per nostri combatulo è morti 30, la roba fu messa a saclio, non à lassa pur una scudella di legno, à mazà uno pulo e una pula di 7 anni i quali eri malina si levò e andò versi) Vicenza e sono a Tiene, e avanti venisseno, mandò uno messo in Rozo dovesse andar a parlar 4 homeni |kx Cornuti di lì, miori di Comuni, i «pialli non volea andar. El inteso la cossa di Arsiero, sier Piero da la Rosa, sier Ja-corno de Boneto per lo Comun de Axiago, Nicolò di Janexe da la Costa e Stefano de Janexin per Comun de Galio è comparsi a quelli signori de Bexem e in compagnia missier Fabiani Peloxo assai ben v duli, dimandò di altri, risposto non è venuti e voriano vadi per tutto ozi, è zente dii paese, salvo quelli de Perzene e fatnegij di quelli caslelani. Questa e l’altra fo mandala in Enego, qual si ave la autenticha mandata a Bassam, et aula per lettere de lì : « Avisove, caslelani dii castello di Enego, che, vista et aldida la presente lettera, ine debbi presentare le chiave del ditti castello per nome di la Sacra Cesarea Majestà in lermene di bore 24 da po la presentanoti de questa lettera, denotandove che le persone vostre e de li compagni vostri e la roba vostra ve sani salva a usanza di boni soldati, altramente voi sereti mal tratadi da mi e dal mio Campo in le persone e robe vostre conio inimici di la Cesarea Majestà ». Data in lo castello de Telvana, a di venere 24 de mazo 1510. E in fede di questo mi Jacomo Fux ho sigilado questa lettera con il mio sigillo grande. Et è bolada 214* e solo scripta Antonio de Bertelli nodaro del magnifico e strenuo cavalier e capitano di la Cesarea Majestà, per suo comandamento. Dii capitano di Po, dato a dì 20. Scrive di quelle occorenze, et perchè non ho potuto aver il sumario quivi non scriverò. Item, come à lassalo sier Za caria Breani a custodia de la torre nuova, e scrive le provision à fato de lì. In questo zorno gionse qui sier Viccnzo Barbo, quondam sier Marco, fo provedador a Mcldola, e lì fu lato presoti dii papa, è stato a Mcldola fin questo tempo, bora è sta liberato, e venuto di qui andoe dal principe et non fo in Colegio. Di Monfalcon, di sier Lunardo Fama ri ni, provedador, di 9 mago. Come per avanti avisoe, inimici di Duino e Triodi la note con barche esser venuti in Sdoba, et aver preso barche tre di le nostre, doe cargo di vino di raxom di domino Francesco Pizamano e di Novello capitano di la slimaria, la terza di pescadori che pescavano, et aver amazalo hotiiini tre che erano in quelle et alcuni altri fati presoni, et perhò richiese si mandasse una fusta, over doi. che continuamente scoresseno per queste rive, aziò nostri potessono securi navigar, et questi di Monfalcon poter condur li soi vini a venderli a Ve-niexia, con i qual i vivevo. Bora avisa che ozi intendendo per sue spie che in el caste] di Duino erano pochissime persone, da poi disnar bora non suspela a sitnel cossa, per vendicarse de la ofesa, mandoe a quella volta alcuni soi solitali et homeni de la terra per far far qualche prexon de inimici e intender si qualche uno di nostri erano sta causa di far perder diete barche, come ha suspecto: e cussi nostri come valentissimi andati a tomo il castello e per forza sono mirati nella celila et borgo di quello et hanno sachizalo e tolto alcune poche robe e animali che in quello hanno trovato el amazalo quatro de inimici e