37 MDX, MARZO. 38 podio (li sovenlion, ol quelli di] castello e rocha, ma cessò di saludarli con le artelarie, tirono da colpi 200, e per la Dio gralia altro danno non ebeno salvo do stralioli, uno di archobuso in una cossa, l’altro di uno falconeto, la qual bota li dote ne l’arzon di la sella da driedo e andò per solo lui, et el seuUir de la sella ussi per l’arzon davanti, hanno mena via nel sentar gran carnaza, spera guarirano. El sono reusiti con honor el gloria, perchè Crenions è stala la mina di tutta questa Patria. Lui non à modo di star in campagna, che si havesse faria etc. Lettera di 11 dito, ivi, hore 14. Dii zonzer lì domino Antonio Sovergnan el domino Baldisera di Scipioni et hanno insieme consultato de non star più aspelar et far qualche cossa, non dice di luor Gorizia, nè Cremons, ina pochi altri lochi de lì intorno, e per lassarli da questi do in fuora. 14' Lettera dii dito date in Gradiscila, a dì 11 marzo. hore 19. Come hessendo ritornato da ca-valchar con domino Antonio Sovergnan e domino Baldisera di Scipioni Irovò fanti 30 tedeschi fuzidi di Gorizia, belissimi homeui et ben in bordine, i qual fuzendo, zercha cavali 8 di Gorizia li vene driedo, si hanno difeso e morto uno slratioto chiamato Zorzi Fameli e tolto el cavalo eli’ è belissimo e tornerà a proposito di esso proveditor, et hanno feriti do altri stratioti e menado via li soi cavali. Riportano in Goricia esser da fanti 230 mal contenti e mal pa-gadi, stanno con gran paura, el se da Udene sarà exequito quanto è slà deliberà, farà etc. Dicono etiam il ducha di Brexvich esser in Trieste e mal conditionato da una artelaria da nostri trala, non se aspelava salvo vilani, sicliè spera etc. Lettera di 13, ivi. Solicita li danari per quelli fanti sono de li, al qual eflecto vieti do caporali qui. Item, eri ave lettere dii podestà di Caodistria, li no-titìcha le operation fate per il ducha in quelle parte e il pocho honor auto, di che li piace summamente. E per uno venuto eri di Goricia ha inteso dii tornar di fanti 300 e cavali 15 in Goricia de quelli erano col ducha, e che la persona sua li seguiva, manderà ozi exploralori per haver la verità, ne per tal sua venula è per mutarsi di proposito. 15 lo 10 die X mar tij in M. C. L’anderà parte, che per auclorilà de questo Con-seglio sia preso, non obstante alcuna altra parte in contrario; che tute et chadaune scrivanie, riodarie, cogiiarie, massarie, sansarie dii fontego nostro di. thodeschi, fontegarie, stajere soprastanti slimadori, fanti a li officij nostri, et ogni altra sorte de ollìcij quocumque nomine noncupentur, nemine exce-pto si in vita come al tempo, non intendando perhò la cancellarla nostra el i gaslaldi et altri de le pro-curalie nostre, possino quelli che hanno i didi officij in vita, havendo lìoli o nepoti o fratelli, dando a la Signoria nostra a rason de quello hanno de salario et utilità netti,.secundo la loro tanxa a l’officio di go-vdmadori nostri de l’intrade cento per dieci, tuor i officij sui da poi la morte loro per suj tioli, over ne-poli, over fratelli habiano a goder dicti officij in vita sua tantum; quelli poi che hanno i predicli officij a tempo, dando ducati 80 per dieci di rason di quel- lo balio di salario et utilità nelli in dexima la taxa loco ut supra debiano continuare i officij sui iu vita loro. El perchè ne sono alcuni otlicij che non se intendi la sua tanxa, sia staluido che li governadori nostri.de l’intrade et i provedilori nostri de comun, a bossoli et ballote, chiamati i officiali nostri de i presenti otlicij, et dato sacramento a quelli exercila-no diete scrivanie, nodarie et altro, et a quelli si ritrovasene per avanti haverli exercilà, con ogni altro meglior modo li parerà in termene de zorni 15 pro-ximi, haver facla li officij nostri non taxadi azò clia-daun possi saper quello haverano ad exborsar, volendo conseguir i predicli officij, babino chadaun di prefati, che vorano depositar i danari et haver i dicti officij termene di 10 zorni proximi da darsi in nota a i governadori nostri de l’intrade, et altri 10 ad exborsar il danaro. Se poi ne fusseno alcuni, che hanno i officij sui in vita o di tempo, che non voles-seno tuorli per loro o per i soi fioli, nepoti o fratelli, possi chadauno citadin nostro venetian, passati i primi 10 dì nel qual chadauno de i antedicli se dia dar in noia, andare a darse in nota in termene de zorni 8. 1 governadori nostri de l’intrade vegnir debano in el Consejo nostro, nel qual se debano ballota re tutti quelli se hano facto notar ad uno instesso officio, el quello haverà più ballote se intendi esser anteposto a i altri, qualli babino da intrar in epsi officij da poi barano compì i loro tempi quelli che al presente possederlo i ollicij predicli, con questa expressa condition che come è sopra dicto siano nostri boni citadini venetiani. Et perchè ne sono alcune expetanlie de sansarie, et altri officij che non sono soliti darsi per la quaranti, sia dechiarito, che ne li lochi sono expectantie concesse per el consejo di X et per nostri Consegj, quelli vorano depositar per suj fioli, nepoti o fratelii haver debino el primo loco da poi le expectantie