.181 MDX. M\GGIO. sua massa et forza da la banda ilei (lieto seragUo, et nui a la riversa contra il dover et bisogno. Ma ci era serito che andiamo verso Vicenza. Or con lagrime a gli occhi quanto aspecta a me, dal ditto alozamenlo mi son levato, perchè chiaramente dubitai che lutto quello lassamo sarà de inimici perchè non sapevamo quello facemo. Tandem già che Dio voi cussi, io obedirò e lasserò governar a chi li piace. Ma mi doglio che presto vederemo questo error esser stalo grandemente nocivo, et non valerà dir non credeva. Se io servo la Signoria vostra con sua satisfation mollo mi piace, caso che no, manca non da bon volere, ma da non saper più. De li andamenti de inimici, loro si atrovano con 11 suo esercito allozati col retroguarda a Castel Baldo et a Begozo, col antiguarda disteso verso porto Li-gnago, che per alcuni venuti jersera sul tardi del suo Campo ne è afflrmato veramente esser homeni d’arme benissimo in hordine da 1200 et fanti da 12 milia benissimo armati, da circa bocche 70 di artelarie, fra li qual ne son da 14 grossissime, inu-merabel vastadori et cari de munilion, et che si divulgava di voler andar a Lignago. Ben io tengo se 190" havessamo facto la massa a Este nel sopradicto se-raglio, nemici soriano stati alquanto sospesi et sopra di se, ma vedendo loro essere de qua Boara et nui fuger da l’altra, in levarsi e andar verso Vicentini, cosa contraria al dover et bisogno di la sicurtà di le cose di la Signoria vostra, perchè tengo se si metemo in Vicentia et inimici alquanto se ingrossimi) più et vengano a trovarne saria pericolosa cosa, i prendesseno Vicentia et ruinasseno lo exercito di la Celsitudine vostra, la qual pensi come staria Pa-doa, havendo perso l’exercito. Di Treviso et Udene non dirò cosa alcuna. Et però il levar di quel loco richiedeva grandissimo consulto et non |>oca consi-deratione. L’amor di la Patria mi ha facto andar più avanti di quello è officio mio, et di tutto chiedo per-don a la Sublimità vostra, la qual lo metta in quel eonslructo li pare sia conveniente. Per mio discargo mi à parso al dovere che cadaun servitor a) suo signor facci le debite justification quando è calumato, io maxime mettendo fatiche et affanni con la propria vita in li servitii di la Celsitudine vostra, la qual sarà advisata del esser e levar nostro. Gratie. Date in Moncelese, die 19 maij, mille cinquecento dieci. Joannes Paulo Ciradenioo provi sor generali». Vene sier Pollo Capello el cavalier e tolse licen- 191 tia, va da matina in Campo, et menò con si secretano Andrea Rosso fo e ti am a Roma. Di proveditori Martello e Gradenigo, di Moncelese, di 19, hore 23. Come volendo venir per unirsi col Campo trovono a la Bataja esser roti li ponti unde reslono lì, è il Campo alozato a la Iti-velia, de lì intorno, su le rive di l’aqua. Item, quel castello di Moncelese li bisogna proveder di arida -rie, monition, vituarie etc., e |ier custodia di la roclia e terra lasserano qualche numero di fanti. Item, i nimici ave Montagnana et Este. Scrive quello alzamento del ponte di la torre era perfectissimo a star perchè era in un serajo apto a molle cosse. Item, hanno ricevuto lettere nostre di unirsi col Campo, cussi exequirano; à serito lhoro il lutto di soi progressi, ma doleno le lettere siano smarite, et non hanno cavalari e le mandano con li balestrieri a cavalo fino a Padoa a li rectori. Item, il Marzello dice di le cosse dii Polesene non sa, lui non era, ma poi zonse a la torre Marchesana, si scusa non liaver causa niuna di non haversi operato bene, e trovò inimici su le rive di 1’ Adexe; et avisa il conte Bernardin è ai ponti di la Bataja a farli conzar; li inimici sono verso eastel Bildo, hanno homeni d'arme 1200, fanti 12 milia el 70 boche de artelarie in cassoni, di le (piai ne sono 12 grosso, et assa’ cara de monizion e hanno cavali lizieri etc. Di sier Zuan Paulo Gradenigo, date a Monzelese, a dì 19, sollo. Si scusa di quanto li è oposlo di aver aliandomi il Polesene, narra tulta la cossa, et carga altri è sta causa. Avisa de inimici ut supra, la copia di la lettera sarà qui avanti. Di sier Vicenzo da Riva, fo proveditor in Ruigo, date in Moncelese, a dì 19. Come è lì venuto, non à zente ni fanti, el slà a comandamento di la Signoria quello l’halli a far. Di sier Marco Marzello, proveditor di Moncelese, di 19. Come si provedi a quel Iodio di ino-nizion, artelarie e vituarie, scrive el bisogno e si provedi presto chi voi lenir Monzelese. Di sier Iicneto Aml/rusani, proveditor di Conselve, date a dì . . a /’ Anguilara. Clioine è lì con contadini, et à vardar quel passo è il capitano di Po, ma tulli erano in fuga ; et zonto li provedi-lori con le zente, li contadini sono asegurali etc. Di Padoa, di rectori, di 19. Chome, justa i mandati, manderano di quelli citadini sospeti de qui, ma scriveno li do terzi sono rebelli. Item, dii zon-zer li 200 fanti di la compagnia dii Marlin dal Borgo, vieneno di Romagna. Item, se li mandi do colo-