767 »nix, ramiuJo 708 El serenissimo re ile’ romani «neor lui sla cussi, perchè dicono, li todeschi non volenoguizari de compagnia in guerra. Le terre franche sono salde, che non veleno romper la liga lata con la Signoria de Venie-xia; et cussi per le piedile discordie sono sotosopra. 360' Monsignor gran maistro debbe venir el dì de carnevai a la Possa nostra, con li capetanij de le compagnie vechie. Lo illustre marchese sta dubio per queste cose: el vede che le vano tardi, vede gajarde provisione che fa la illustrissima Signoria, sta in titubanza se ’1 se trova qualche occasion di aceptar li partiti, che li dà la Signoria. Quelli che lo confortano sono missier Lodovico et Fermo, suo’ lavoriti, missier Ptholomeo, primo secretario, missier Guivenzano, suo consier. La illustrissima marchesana aderise a la conclusione, per la provisione havea da la serenissima Signoria, li 1000 ducali per el suo pialo. Sumario di altre letere dii ditto. Lettera, di 24 fevrer, di Cremona. Di cinque brigantini, è a Moriteseli i et a Polexene 3, lochi di Palavexini, a presso Cremona, sora Po; et uno de li 3 è stà butato in aqua. Aricordano saria bori armata im Po. Lettera, di $5, per uno di Monfera’,partì, a dì 22 di questo, da Casal. Ilice esser zonto uno co-rier dii re di Pranza. Scrive che quel marchese legna la campagna ben in bordine. Item, il re à lato 6000 fanti, scrito a Milan se ne fazi 6000 a Parma et Pia-senza. Lettera, di 27. Mandano una tetera di alcuni capitoli di nove aule dal zeneral di Laminano è a Trento, a li oai di X. Item, la dieta a Yormes va certa al principio di quadragesima. Item, francesi non comenzerà a romper a Bergamo e Crema, ma verano in veronese. Item, vien qui do cremonesi, zentilomeni nostri, domino Hironimo e Zuan di Milij, voleno soldo. 361 Copia de una lettera directiva ai magnifico regimentó di Camita, per el gran maistro di Rhodi, soto di 30 novembrio 1508, et mandata a la Signoria nostra, et leía im pre godi, a dì... . fevrer 1508. Excrllentes, magnifici ac nobiles patricii veneti, amici nostri honorandi. Stimiamo ricerchi l’oflìcio di la vera et anticha atnicilia nostra, el singular amore de la nostra bona visinanza, donare notizia de le cosse aehadeno l’uno a l’altro, aziò, sapendo li progressi di quelle, si pos-sino donar li remedij sono opportuni a la salvation dei populi christiani in Levante. Vostre exceleneie ha-vernno posuto asapere, come li mesi passati Camal- li, con tradimenti et inganni, in le circonstanlie del Tenedo prese una galeaza a la quadra da Savona, carga di robe de gran valore, di conto di fiorentini et zenovesi, et con quelle lucopletosi. Et conciliatossi li animi di quelli tengiono credilo a la gran Porta, volendossi di più im più magnificare et exaltare, fece tanto, che hebbe duo grosse fuste smiele a galere, et grande numero de janizari, tutti spincardhari, con duo capitani, homeni de conto. Segondo da poi se ha saputo, che, stando a le Polie, con grande diligen-lia fece molte scale, el subito pigliò sua navigalione verso Lero, nostra insula, con tanta celerità, che una nostra fusla, a questo effeto mandata, a falicha per duo horre premonete quello Iodio, che se vardasse da lo propineho inimicho. Lo qual, zonlo fu, con velie XXli, zoè la galeaza, una barza, uno barzoto e uno altro navilio quadro, quatro galere, duo galeote et X fusti, a li 8 del presente, subito messe li capitani, et tutta la gente, in terra el alorno a lo castello. Con sch.de disposeno li sbicarderi in tutti quelli lochi po-devano offendere li oppidani, azò non si moslrasse-no ad impedire la crealion de le scale, et ini brevissimo tempo dominino una crudel et grande bataja, dove hebbeno pocho honore et granile daninazo de gente, per esser i oppidani asuti a la ballestra et a la spincarda, et forniti de bone et grosse petre. Lo si-mele tentorno lo zorno seguente, per esser zonlo lì Cartoli, con vdle 13, partito da la Palatia, et tanto la gente era più, tanto inanello li tiri de li oppidani erano vani. Et lo terzo zorno feceno al tra Liuto. Et vedendo la Ihoro temeritale non posseva per quella via consequir desiderato ell'eclo, la note seguente montarono al castello 4 grossi canoni et 4 mediocre bombarde, et con summa diiigentia, zorno et nocte, tiravano el levarno le difiese da due parte de lo castello, et butareno lo alternale de la porta. Et ve- 361 * dendo che con inanello pericolo podevano dare lo asalto, et havevano ha buio refrescha mento di genie et de altre fuste et navilij da la Palatia, quanto da li confini del castello San Piero, con grande vigoria a li XV del presente donorono la quarta bataja, et drizorno 26 scale, le qual erano tanto grosse et lar-ge, che comodamente montavano duo turchi per ehadauno scalone, aziò, liessendo a le superficie de la niuraja, lo uno defeudesse I’ altro. Puorno reba-