505 MD.\, GIUGNO. 50« mostrò lettere, scrive ¡1 re ili romani al re di llonga-ria, et una lettera scrive il re di Spagna al dito re di romani, et li dele la copia pregando si lenisse secreta, et die è in gran angustie, dicendo angustia suntmihi undique; poi disse di una lettera li à scrito il re di Franza a quel re, e come manda uno suo oralor nominato Lodovico F,liano, stato alias orator de lì, e di la pace à fato con il re di lngaltera e secreta liga et il papa e l’imperator et Spagna, et uniti con lui a ruinar venitiani e reintegrar lo imperator di quanto li toclia dii stalo teniva diti venitiani, et ha fiorentini Ferara et Mantoa e altri de Italia con lui, et perliò li à parso scriverli acciò etiam soa ma-jestà recuperi la soa Dalmatia. De li diti, di 19. Scriveno coloquij abuti con il reverendissimo Cinque chiesie : et disse volendo esser ajutati da quel re bisogna lasarsi intender e far oblation di sorte siano acetate, tochando il re vieti stimolalo a tuor la Dalmatia. Scrive l’orator se li parlerà di tal materia li risponderà, ma tochò con danari col re si potrà conzar, proludendoli e col tempo darli, e si l'aria inlelligentia a ben di stati. De li diti, di 20. Chôme bavendoli lato intender il re esser tempo di visitar li fioli, andò dove era il cardinal Strigoniense, il reverendissimo Cimine Chiesie et altri, el qual cardinal va con le crozole per le gote, al qual li tochò la man e intrò in raso-nari piacevoli sichome li havesse parlà per avanti. Item, poi vene a trovarlo domino Filippo More, fo oralor a la Signoria nostra, dicendo esser bon ser-vitor di la Signoria nostra, et il re lo mandava per saper quanti danni li havia fato Botti Andreas in Dal-matia perchè voi satisfarlo di questo, per venir in acordo che li dimanda certi danari, unde soa majeslà voi pagarlo con questo, pregando si scrivi a la Signoria e si babbi risposta. Item, disse era sta parlà nel Consejo dii re di dar ajuto a la Signoria di 1U0O cavali richiesti, e soa majeslà è contenta, ma non voi dar hongari per non esser tolto sospeto ma darà di quelli di Moravia e Slesia, e di l’acordo con l’impe-rador si voi interponer e voi mandar per questo uno orator prò pace tractarula ; et 1’ oralor scrive parlerà al reverendissimo Cinque Chiesie, qual è sta nel consulto per saper di questo. Item, volendo visitar il reverendissimo Vasinense, nomine Jaurino, li mandò a dir non si fatichasse perchè avendo fato l’oficio con il reverendissimo cardinal et Cinque Chiesie soi patroni, reputava esser stà visitalo, el era bon amico di la Signoria nostra e non volea per non dar sospeto. De li diti, di 21. Chôme fono dal cardinal Stri- / Viarii di M. Sanuto. — Tom. X. goniense, scrive coloquij auli, et è bon amico di questo stado e saveria confortar si slrenzese più la liga a conservalion ili stadi, et prometerli più danari e darli con comodità, tochò quel re è slimolado a luor la Dalmatia eie., el era tempo di seperar ovis ab 249 edis; el scrive coloquij abuti, et la risposta di Po-ralor, et che ’1 disse non bisogna parole, dicendo le bone parole non rompe le come; et si farà una dieta questo San Zuane in regno, perliò voria risposta presta. Di li diti, non in si fra, di 22. Come il reverendissimo Strigoniense lo pregò mandasse alcune lettere a Roma de imporlanlia, per esservi dentro certe bolle di benefieij. Item, il re havia terminà partirsi e andar a Tacha, ma mutato proposito slarà lì a Slrigonia con pocha corte, e questo per il morbo è in quel regno ; e li prelati si partirono, videlieet il reverendissimo Cinque chiesie et il reverendissimo Vasin va a luor il possesso dii vescovado, Jaurino, il thesorier torna a Buda, poi si redurano a la dieta, la qual non è stà terminà dove farla per il morbo che pur pizega molto in quel regno. Replica si avisi di nove de qui. Et nota, le lettere dii re scrite a quella majeslà non fono lete in pregadi, dicendo non erano ancora sta Irate di zifra. Foleto una depositione dii magnifico domino Pietro Antonio Bataja fata ozi in Colegio: primo, dii di-sordene è nel nostro Campo, e si aloza il Campo mal e li fanti e homeni d’arme non stanno a li soi co-lonelli eli’ è eossa periculosa in un Campo, concludendo li bisogna capo, e sia chi se voglia, aricorda el colile Alexandro Sforza è a Pexaro, qual fo loco-tenenle dii re Fcrandino in Campo quando lui non era, el non volendo questo laudò domino Lucio Malvezo per il primo di quanti è in Campo. Item, à visto disordeni assa’, farà copiar i libri vecbij et li manderà a la Signoria, ne li qual è assa’ disordeni. Item, voria il Campo havesse 1000 guastatori con si, con uno capo el qual fazi la sua mostra el babbi 1’ ubidienlia de li ditti. Item, ha udito dir da li fanti di Campo parole stranie, dubita quando si vorà far qual cossa non farano, perchè si doleno de li soi pagamenti. Item, si conducili li feni in Padoa e siano sugali e si taglino li arbori e siano portali ili Padoa, e si fortifichi Uno si ha tempo. Item, fo leto una re-latione di uno, non nominato il nome, ma fu domino Lunardo Grassi venuto in Campo; conclude è un bel esercito di zelile d’arme, cavali lizieri, slra-tioli e fantarie per quelli sono, ma li bisogna capo et governo, et lauda mollo il marchese di Mantoa, qual 33