745 .Vene uno nontio dii signor Cbiapin Vitello, qual aricordò prima alcune cosse bisognava a Treviso, poi volse certi danari, etc.' Veneno alcuni turchi di la compagnia di Vanissa, maxime quello va col lovo atorno, dicendo aver preso uno mantoan li voleva dar taja ducati 3000 et fo coriduto a li provedadori zenerali et quelli non 10 voleno dar dicendo è scampa, unde per Colegio fo scrito a diti provedadori li desseno il suo prexom. Vene uno tiol di Zuam Francesco Bragadim no-, minato Bernardo fa il mestier dii soldo, è con Hiero-nirno Pompei balestier a cavalo, et fo preso da Mercurio Bua e sta riscata per Bonifazio Joha, etc., cita-din veronese. Vene uno nontio di Latanzio di Bergamo con li cai di X, stato in Campo nemicho, referì ¡1 tutto, à parlato col conte Alvise Avogaro, etc.; portò una lettera a li cai di provedadori zenerali, e fu fato tuor in nota dita depositione per lezerla ozi in pregadi zer-cha li andamenti de li inimici, la qual scrìverò più di soto. Noto tutta via vien zenthilomeni e populari chiama per l’imprestedo. Di Boma, fo iterum Jete le lettere, acciò chi non le aldi eri, ozi le aldeno. La prima di l’orator, di 4, hore 2 di note : come a hore 19 ricevete nostre lettere di 29 zugno et andò dal papa qual voleva andar a tavola e li comunichò il tutto e come inimici fevano, pregando soa Santità volesse romper a Fe-rara per divertir, disse in nomine Domini faremo e anche altro ; e scrisse al cardinal Pavia a Bologna facesse 1500 fanti di quelli di Val di Lamon e tolesse 365 tutti li fanti spagnoli che poi aver et manderà uno mazier a la Piove et Cento a dirli si rendino in termine di zorni 8 a soa Santità, aliter li manderà a far dar il guasto, e disse doman faremo la investitura dii regno a 1’ orator ispano, et è uno capitolo di darne le 400 lanze contra quoscunque, sichè averemo le 400 lanze, etiam fa far la bolla contra il ducha di Ferara, e non bisogna tante prove per esser cosse notorie e non si servava le rìegole di raxon, et etiam doman in Concistorio la publicherà. Et scrive l’orator parlò col cardinal Regino, li disse il papa in Concistorio non dirà tante cosse quante sarano poste in la bolla contra Pranza, ma ben farà la investitura, ave Pranza è anichìlata, el qual cardinal è stà quello che con 1’ orator ispano à tratà questa materia, la qual cossa lui orator nostro za 3 me.xi à desiderata e solicita, e Dio volesse za fusse stà fatta. Item, poi 11 comunichò al papa la risposta fata al prior di la Trinità, li piaque e si te’ lassar la copia, maxime li / Diani di M. Sanuto. — Tum. X. 74U piaque dove dice contra Franza, perchè la voi mostrar a li oratori cesarei et ispano. Item, il mazier fo Thomaxin homo praticho e ben noto a lui orator e amicissimo dii Stato nostro, el qual partì a hore 19. Item, à lettere di 23, il papa di Augusta : l’ìm-perador era lì, ne si parlava eh’ el fosse per venir in Italia. Dii dito, di 5, hore 22. Come in quella matina in Concistorio reduti il papa propose 1’ investitura darla al re catholicho, dii régno di Napoli, cussi come fu fato al tempo dii duca Francesco, di la Marcila, etc., dicendo il re di Spagna li darà li 400 ho-meni d’arme contra il ducha di Ferara, dicendo il re di Franza ave questa investitura, ma è cazuto dii feudo, etc. 11 Cardinal di Napoli laudò l’investitura, ma contra Ferara aricordava si dovesse usar cle-mentia, e cussi fe’ il Cardinal Regino, ma il papa storse il naso, li cardinali francesi voleano fusse sta-de riservate le raxon dii re di Franza, disse il papa è cazuto dìi feudo, perchè l’à aliena quel regno in-vieto domino eh’ è la sede apostolìcha, poi non ne à pagà za tanto tempo il censo di la chìnea ne era ubli-gato, sichè la investitura 1’ ave non è nulla, poi à fato contra la chiesia, primo à suspeso le intrade di beneficij in Franza et a Milam che lui non poteva far, secondo havia tolto il ducha di Ferara in prote-tiom eh’ è sotoposto a la chiesia, e cussi fu fata la investitura. Poi, scrive li nostri dò cardinali, rispose a Napoli gajardamente eh’ el ducha di Ferara meritava ogni mal, etc. Poi, li cardinali francesi, excepto 3C5 Baja che non era, parlono al papa zercha la liberatimi di Aus et nulla poteno optenìr. Et 1’ orator nostro mandò ozi il può secretano a caxa di 1’ orator ispano a dir si alegrava di la investitura et veria a congratularsi a caxa, ringratiò, dicendo prima ¡1 suo re era investito di Franza, tamen 1’ à ’ulo grato, etiam averlo dal papa, e eh’ el non si afatichasse che presto el sperava el vegneria da esso orator per alegrarsì di qualche bona nova; tamen lui orator scrive, come el vederà a palazo, farà l’ofìcio. Dii dito, di 5, hore 3 di note. Come il papa mandò per lui acciò cenasse con soa Santità. Andò tanto tardi eh’ el papa havia mezo cenato, e li fe’ preparar in una altra camera da cena, e come ebbe cenato fono insieme fin el si spojò per andar a leto in diversi razonamenti, e li disse quello havia fato ozi in Concistorio di dar la investitura. Item, à lettere di Bologna che a Ferara si feva gran guarde a le porte, e il ducha feva munir Ferara, et à spazà quel Tomaxim a Cento et la Piove, et che l’orator ispano li à dito le 400 lanze non verà in Campo si l’impe- 48 MDX, LUGLIO.