157 MDVll, OTTOBRE. doxe, chc soa serenila à compilo anni G in doga.lo, de more andò a messa a Sun Marco. E nota, di li soi 41 za sono morii numero 17. Da poi disoar fo eonseio di X. Fo diio, il provedador Contarmi di l’armada hu-via recuperalo la galia fo Mora, presa da’ turchi, la qual partiva di Modon con turchi suso, per andar a la volta dii streto, et è di Alli bassa, è primo visicr a la Porta. Tamen quello seguirà, con verità lo scriverò di sotto. A dì 3. Fo gran consejo. Fato podestà et capita-ilio a Zazil. Et vene a consejo 1’ orator yspano sta qui, nominalo domino Filippo Cariero, cavalier casigliano, h i uno Boi puto con lui. Et fo leto il capitolar dii gran consejo, zoè di zenthilomeni, et è cossa nova; e dato sacramento al doxe, per li capi di X, di observar la soa commissione; et cussi tulli, come andavano a consejo, turavano sopra il rnessal, justa il consueto. A dì 4, fo San Francesco. Per il sposar di la (la di sier Lunardo Grimani, da poi disnar nulla fo di novo. Vene letere di Alexandria, di........Dii zonzer li la nave di sier Andrea Contarmi, carga di... ......, con gran fesla di mori; è mollo charezati nostri etc. A dì 5. Fo pregadi. Et loto molte letere (in sera, videìicet: Di Palermo, di sier Pelegrin Venier. Come 5 barze di Piero Navaro, erano di li via, vano zer-cando dannizar nostri etc. ; con altri avisi di ditte barze, ut in litteris. Di sier Zacharia Loredan, ca/titanio di le galie grosse, dade a Cao Sparavento. Come à visto le barze predile, e si salutono con Ilombarde; le qual barze andò alto mar; lui liavia 3 galie, è vernilo a Corfù. Etiam di Girili scrive a la Signoria di quelli turchi vicini, qualli vano a la Porta, [ter lo exercito fa Soplii a’ danni dii turcho; e il turcho vi manda contra grossa hoste. Di Spagna, di Andrea Bosso, secretorio, date a Santa Maria_____ adì. . avosto. Avisa esser sta insieme il re e la dola ; la qual fiola è alo/ala fuora, e il re spesso va da lei a visitarla; la qual fa eondur drio il corpo dii re so marito. Itnn, il ducha di Sibili», è nimichi) dii re, et don Zuani Hemanuel, qualli hanno la rocha di Burgos in le man, a nome 8 * dii re don Carlo, fo fradello dii re morto, el qual è in Fiandra; e par il ducha di Alva sia parlilo dal re malcontento, e murasse con questi do. Itein, il re fa zente, per esser conira questi tre Grandi di (¡bastiglia. El come il secretano nostro più volle à dimandalo al if la suspension di le ripresaje, perchè le galie di Barbaria fusseno segure in li porli ; mai il re à voluto farle, ma lo mena in longo etc., ut in litteris. Da Lion, di l'orator nostro. Secrelissime. Di còloquij con Koan. Il re è pur a Bles; lieti il re di romani vegnirà. El alia, ut in litteris. Da MUan. Le cosse di Bologna va pur drio; le zentc, per favorir missicr Zuane, si prepara versso Piasenza e Pavia, e si tien il re di Franza li dagi favor. Di Eiemagna, da Yspurcli, dii secretorio. Girne l’orator è pur (in) Alla, e il re va a Costanza. El l'orator scrive, come el Cardinal Santa f, legato, è sia parlarli; coloquij abuti insieme. À fento esser venuto a veder far sai in quelle montagne. Ite in, di li venula dii re in Italia, tien certo el vegnirà ; el za quelli de certo |iacse à principialo etc. El avisa, conclusive, la sua venula certa. Di Baspo, di sier Zuan Navaier, captiamo; di Bassan, di sier Hironimo Nani; di Movere, di sier Zuan Francesco Pixani, et altri lochi nostri. Scrivono iu conformità. Si sente il re vien iu Italia a' danni di Milan, et dii zonzer arlilarie a Bolzan, et hanno esploratori in quelle parte, et li comandamenti fati a le zelile. Fu posto, aleuto si ha, il papa mandar tulle le zelile soe in Romagna per le cosse di Bologna, et li savij messeno mandar ducati .... iu Romagna a Faenza, acciò facesseii ) fanti al bisogno. Fu presa. Fu posto, por li savij dii consejo e savij a terra ferma, exceptosier Antonio Trini, procuralor, atenlo chc 'I signor Bortolo d1 Alviano e altri scrivono saria bon minar la roclia do Gradiscila, che la sia minala o seralo li a torno. Sier Zorzi Emo conlradise, dicendo so padre la feee far; rispose sier Marin Zor/.i, dolor, savio a terra ferma. Poi sier Antonio Trun parlò, qual volea mandar do zeiililomoni a veder; poi parli) sier Pollo Barbo, procuralor, qual non sente corer a furia. Demum sier Piero Gqiello, sialo luogole-neule iu la Patria, tamen non dote alcuna cogniliou al consejo. Or, il Trun messe de indusiar. Andò le parie, el la indusia ave lutto il consejo. E fo indusialo. È da saper, i;home in questo zorno fo trova su le sellale dii palazo una teiera drizata al principe, senza sotoscrilion, elio pareva clic uno patricio, motu conscientice, avisava che in questi tempi Irò done minava la terra, per legransise fevano, ogni zorno manege grillile conira la parie eh:., ut in ea. Fo < '.<1.1 al priiKÌ|)c; et non fo ieta pubi ice, per la lozo non vuol si ieza lelere senza soUoscrition. Le Ire donne sono: Lucida Sorauzo, mojer di sier Al-