487 MDX, GIUGNO. lassata ben fornita, ma il ducha è in odio a quelli populi et voi averla con il modo disse. E solicitando l’orator le zente di soa Santità andasse a Bologna, disse le dieno esser zonte, el che havia dito a li oratori alernani di quello aspira il re di Pranza, e voi cazar Pandolfo Petrnzi e insignorirsi di Siena eh’è terra di 1’ imperio, i qual oratori hano spazato al re suo. Item, dito orator scrive aver parlato con uno secretario di Zuam Paulo Bajom, dice che le zente Bajonc e il signor Zuam Paulo dieno esser per tutto il mese a Bologna, l’à confortato a dar principio a far far li fanti, disse faria. Quanto a Lignago sia ben munito, il papà li piaque assai, et dimandò quante galie havia la Signoria in golfo e fuora, rispose l’orator bon numero, e quante sono desidera saper soa Santità. Item, di Ferara si fa tuta via il processo per haver c;iusa justa. Item, si à dolto con li oratori cesarij di questo impegnar di terre fa 1’ imperador a Pranza, adeo li feno assa’ risentir. 241 Dii dito, di 29. Chome la malina per Roma fo dito come eri sera si ave nove di Pranza el cardinal Roani era in extremis et uliato, et cussi quella ma-tina fo diio di la morte, e per certifieharsi andò dal papa, qual li disse aver da lo episcopo di Tioli in • Pranza suo orator da Liom, in 80 hore, come a dì 25, bore 18, salíalo, zonte eri a hore tre, el cardinal Roan era morto, et più il corier havia vislo portarlo fuora di camera con i pie’avanti, dicendo soa Santità questa è bona nova per quella illustrissima Signoria, perchè eostù feva assa’ cosse e tien il re non farà più guerra, etc., et questa nova è bona per Italia e la cliiesia. Item, l’Arzentino la sera a hore do li vene a dir tal nova da parte dii papa. Item, parlato col papa di le zente ispane, si cavò una lettera di tascha di l’orator ispano va al ducha di Termeni, se inter-tegni andar di longo si l’iniperalor non è in Campo; di Ferara ait non voi e si fa tuta via il processo contra quel ducha dicendo non è da temer di Pranza, et altri avisi conte qui soto apar. Et etiam fono lettere di Roma drízate a li cai di X, qual fo lete con li cai di X, et ncscio quid. De Imola, fo leto una lettera, di 30. Mandata a la Signoria per el cavalier di la Volpe. Li scrive suo fratello con nove utpatet, et li homcni d’arme voleno 100 e più ducati ut in Utteris, eie. Fono ledi alcuni capitoli di quelli si fano oratori di Traù. Et li savij a terra ferma voleano expedir- li, et sier Marco Bolani li intrigò, poi leti, dicendo non voi, etc. El io ancora non voleva fosseno expe-diti per Colegio. Noto. In questa sera fo mandato ducati 1000 al provedador di l’artnada per far uno effeelo, eliolite scriverò più avanti. Item, ducati 700, fo mandati per pagar le zente in la Patria di Friul. Di Corphà, di reetori, sier Antonio 3fore- xini e sier Marco Zen. Fono lettere di____mazo zercha sconti di.la camera chome dirò. Et in le lettere di Roma sopradite, sono che l’o-rator disse al papa zercha la liberation di zenlhilo-meni nostri, havendo promesso soa Santità liberarli zonto el fusse a Civita castelana, e hora non vi andando potria liberarli, disse si la Signoria mi voi dar Cario Bajom son contento immediate liberarli, rispose l’orator una volta la Signoria era contenta far il tutto e darlo. Item, scrive di Marco Antonio Cotona non è da pensar si babbi. Item, che quando il papa parlò a li oratori ale-mani zercha acordo con la Signoria, dissono essi esser contenti il papa dichi quello voi, havendosi prima tirato da parte, e ditoli l’Amiti lo dirà a Pim-perador, risposeno non voria l’andasse per le terre di Pranza, rispose il papa anderà per Venecia et li piaqueno et spazò subito in Eiemagna. Item, disse il papa aver lettere di Pranza, di 23 da Lion, che li oratori vicentini erano venuti in Campo a capitolar. Post scripta la lettera di 29, dice aver visto uno capitolo di Messina a domino Fabricio dal Gireto di 22 ntazo, a di 20 zonse uno bregantim di Porto venere con uno araldo di Pranza drizato a quel reverendissimo monsignor. A dì 2 domenega in Colegio, li capi di X venero et fono su materie di danari, per oppinion ha sier Alvise da Molim, e su materie de debitori, et li cape-tanij veneno in Colegio per dir la retenzion li aveano fato di sier Francesco Michiel, quondam sier Tho-mà, debitor di ducati 200 di tanse; et sier Francesco Bragadim consier promesse, havendo una caxa, pageria per lui etc. Di Campo, di provedadori, di eri, do lettere, di 15 et 17 a hore 16. Zonse il provedador Capello con le zente. Item, mandano una lettera auta de Lignago di Zuam Forte. Avisa di progressi de inimici. Item, se li manda danari per dar a le zente, perchè non lì havendo a levarle si stenteria. Item, hanno terminato tutti tuor l’impresa di Vicenza. Item, di Va-nissa è homeni indomiti et non sano a che modo governarsi con lhoro. Item, hanno da Lignago che comandano guastatori e che i non voleno andar, etc. Di Zuam Forte da Orti, da Mone/lese, a dì primo, hore 14, a li provedadori in Campo a le Brentelle. Come per do vilani di Manerbe, partì eri