77 ]>asazi et scrilo per quelle ixole mandino navilij. Iteni, il provedilor è in Almissa, sier Alvise Capello, qual li dà assa’ fede, tamen svisa zerte parole usate per dito conte Vanissa, che con 40 cavali si loria Almissa etc., sicliè non à bona fede in lui, e altre occorenze. Nolo, li è sta manda li danari per cavati ____ducati----, et ozi scrito li tengi lì a Spalalo. Di Venia, di sier Francesco di Prióli, pro-veditor. Di la morte di certo canoniche de lì, à in-trada ducati 7 a l’anno, jus patronato dii doxe, et quelli de lì voriano uno ut in litteris, et il principe ordinò fusse couiìrmalo. Fo leto una lettera senza sotoscrition di uno Catarin, par data in Cataro a dì 10 marzo, carga sier Pollo Valaresso, retor, atende a far forni e candele di seo per Venietia ; le mure da terra è minate etc. lo lo deGsi. Da poi disnar, fo pregadì per lezer lettere, qual erano assai, venule questa setimana santa, et per far referir li oratori vernili di Roma. Et avanti il lezer le lettere fo leto do parie 14GG, 1483 clic tutti venissero) al bolo di vesporo in pre-gadi ali tur non fosseno aperti, excepto consieri, a-vogadori et cai di X, et publicato tulli vengi, perchè la parte si observerà. Poi parloe et referì sier Domenico Trivixan, procurator, venuto orator di Roma, chazati li papalista, et li colega erano sentati apresso la Signoria de more. Stonar io di la relation di sier Dome nego Trivixan, el eavalierprocurator, venuto orator nostro dì Roma, in pregadì. Chome zonti a Roma il papa non li volse aldir per star su reputation, el poi dete quelli reverendissimi cardinali per auditori, chome scrisseno, et dimandò 4 petizion : il possesso di beniGzi, le cause andasseno a Roma, che le dexime al clero non si me-tesse, et per P inlrade scosse di le terre di la chiesia armar conira infedeli certe galie, e tutto si tralava a caxa dii reverendissimo Napoli, qual concesse da la Signoria nostra, trovò do altre proposition: dii vi-' ce domino di Ferara fusse levato e dii golfo, le qual, do cosse erano mollo disoneste, et acerta lui orator e il Donado aver disputado di jure assa’ davanti li auditori. Or fo contenta, non polendo far di meno, unde auto tal hordine secretissime tra lhoro tratò con uno domino Franche dì Uberti familiar dii papa, perchè il papa prima havia dito di far liga si la Signoria si compiaceva etc. Or tandem li parse levar la scomunicha. Prima de validitate mandati fo bi- 78 sogno aver nova forma, ina in line ldio lo inspirò e non fo altro, dubitando di Pranza a asolverne. E la causa che volse li oratori nostri andasse a Roma fo 34* quando si doveano aboehar Pranza e P imperador, umìe marnine el signor Constanti» Amiti in Alemanna a oferirli subsidio conira la Signoria nòstra, el far nova intelligentia e aeordo, et da P altre canto chiamò essi oratori, ltem, li oratori quantunque dicessero a li reverendissimi cardinali deputati le raso» di la Signoria verissime, tamen ipsi nihil po-tebat, erat ad referendum, e cussi li parse al papa di asolver senza altra nomination dii golfo di melerei in quelli capitoli etc. E fu fala con grande boiler di queste Stato, e in publice; dubitavano volesse con bachetle e centure al collo tamen nihil fe-cit, imo vestili di scartato, et basono il papa Ire volte, et fo leto P instrumento tanto pian che niun P intese, poi fono a coni pagliati in chiesia a la messa da 4 reverendissimi cardinali, Ira li qual -li peniteulieri, et poi scompagnati a caxa da la fanicja dii papa c di cardinali con jubilo di luta Roma e soni etc. che le grandissimo triumphe. El a dì 25 il papa mandò a chiamar lutti cinque essi oratori e li do nostri cardinali, i qualli si à portato benissimo, et zonti disse: Magnifici domini ora-tores non vi pari di uovo si siamo siali tanto a levar P inlerdito, quella Signoria è slà causa ne dove* compiacer a le pelizion juste nostre, et si dolemo di le censure ne fu forza, e li aricordemo slagino ben con lì pontifici, che si suol dir Pietra santa è casehà in caxa, da poi questo allo arele assa’ beni, et da nui non mancherà ogni bon oficio. Volemo andar a Civitavechia e li staremo qualche di, et per non dar sospeto il Donado vera con nui. Unde resposeno a soa Santità la filial observantia di questo Stalo verso soa beatitudine, et cussi terminono partirsi lhoro 4 per Venietia, perchè questo coloquio è sta quasi ■ «inibiate, perchè il suo slar li era infructuoso; mis-sier Hieroniino Donado Iralerà miglior sello, e di questo venir via si scusoe assa’. Et iterum andati a dì 28 a tuor licenlia dal papa, disse saludarcle quel principe el illustrissima Signoria in nome nostro, e li comunicliò alcuni avisi chome scrisseno. E veneno in Ancona, e lì è st ili alcuni di, poi vene la galia Poiana a levarli, et si montavano in galia actum era di Iboro por la fortuna sì levò, et cessata, seno zonti salvi in questa terra. Quanto quelle si pel sperar dal p ipa, tiene che ’1 papa non farà liga con la Signoria ntsi s’il re di di Pranza non venisse in Italia, qual venendo certe vien contra il papa, el di questo à gran paura, ma MDX, Al'HILL.