m M1>X. APRILE. 17 i- Di Campo, di provedadori, da San Bonifazio, di 20. Hanno ricevuto le nostre lettore zer-cha la diliberation de impir le condulo, fata nel senato, di domino Luzio Malve/o, domino Antonio di Pij, domino Meloagro di Forli, domino Tadlioo ca-valier di la Volpe e domino Aguslinoda Hrignan etc. Scrivo quello hanno fato e dito pian a domino Moleagro e al Hrignan etc. Item, liano dato soldo a ale-mani 151 liti quel hora ussiti di Verona, non hanno più danari, et hanno dispensali li 8000 ducali mandali. Item, mamlono una lettera aula di Lignagó, di liore 22. Come li si rat ioli ussiteno por prender Ri-zim di Asola, qualli non li è andà lato ma hanno menato 100 cavalli in Lignagno, boni, presi ozi da inimici, e amazali 100 alemani erano a piedi andati al sacomano, et di nostri niun mancha. Lauda Moga Diicha o domino Paulo Contarmi, e manda la dita lettera aula dii provedador di Lignago. Item, scrivo l'arano fin 300 fanti alemani e li manderano sul Po-lesene, licei il governador proveditor non li voria. Item, hanno a Verona si ilice aspelarsi zelile assa’, e che la liga è fata tra il re di Franza e il re di ln-gallera, e che il papa è con questa liga più streto che mai. IH Istria, di sier Andrea Zivran, proveditor dì stratioti, date soto Lindaro in Castris a dì 17 aprii, hore 4 di note. Chonie con domino Damian di Tarsia e Matio da Zara è zonto lì con fanti 400 ben in bordine, o venuto dito Malhio et cussi sono mirati per forza in la rocha dì Lindaro, mìa uno lontan di Pisin, da malina anderano a Galiziana. Item, ori sera hessendo acampato a Lindaro vene uno corvalo l'uzito fuora de Pesili a la volta di San Vicenti, el qual ha roferilo esser in Pesili cavali 52 del conte Janze, e non vi esser tropo vituaria, e perchè nostri soldati maxime quelli è con Mathio da Zara sono senza danari, scrivo si anderà in Iodio per star sul vadagno. Dii dito, di 18, hore tre, in Lindaro. Scrive che eri zonti sul monte e richiesto il loco, quelli dentro si felino da sordi, e posto il canon a hore 4 l’ebeno e introno dentro come scrìsse. Dii dito, di 10. Soto Gal iguana. Come Da-mian si fe avanti con le artelarie. e posta la più grossa, stato bore 4 salutando con il sacro e falconeto, inimici saltono fuora e fono recular essi fanti, siehè li fu forzo a retrar le artelarie e luì provedador li ari-cordò il prendesse altro pal lido. Lauda dillo domino Damian, è valenti liomoni con lui ma li fanti dimostrano podicrardìr. Questa lettera dì soto è scribi prima. Dii dito, di 19; hore una di note. In Campo noto Galignana. Come poi aquislato Lindaro ch’era un reduto da ladri erano venuti solo Galignana et eri si acampono c lassò lauti a custodia di quello, e zonti soto il castello, li fanti sì apresentono fonilo a le man con inimici e de nostri ne fo guasti 5 over G da schiopoli e archibusi, e ili soi etiam ne fo morii e feriti; lo artollarie ancor non è apresentade perchè è dificilo pollerie in Iodio fa bisogno, ozi farà il poter di meterle, e in caso non si potesse se retirerà il Campo solo Pexin. Item, à nova clic a Gorieia è zonti alcuni todeschi. Die dominico 21 aprilis 1510. 84 Super salla magna palatij, praesentibus N. V. Gregorio q. Boni a Ferro ol Ludovico Ha ribes de Aviano tesiilms, in Consilio Comunitalìs more solilo ad sonimi campante et voce priuconiis congregato, in quo ìnterfuerunl consiliarij n. 251, prajsidentibus magnificis et clarìssìmis domino Joanne Marcello provisore et vice podestate et domino Marino Grili provisore el vice capitano Vincentise et distrìclus prò illustrissimo duce domino nostro Venetiarum, nec non domino Ludovico de Saledo, domino Vi-centio a Scrolla, domino Joanne Georgio Brandi-ciò, domino Baptìsta do Thieuis, doctoribus, et noi», viro Antonio do Vello, omnibus ile nostro S. P. D. depuliitorum ad utilia reipublicte Vincenti®, proposta fuit pars ìnfrascriptì tenoris per suprascriptos dominos deputatos, leda alla voce ad omnium de cousilio claram intellìgentìam, videlicel: Lisi grande aes alienum oh insolitos bellorum molus Civìlalem premat, et res nostra! familiare*, hoc anno, ad summam fere necessilatem, sic exigenle lemporum vicissitudine, reducta; fuorinl, tanta la-men esl el admodum propènsa in illustri ssimun vene-torum Senatum fìdes nostra et incredìbili» devoti« ac observanlia, ut quod nohis re-et opero impossibile videalur fìdes ¿amen ipsa possibile reddat. Tati-tis ìtaque agitalam lluclìbus et procellìs sanctissi-inain rempublicam venelam lotis vìrìbus noslris, qui-buscumque remanserint facullalibus adservari opera; precium sit et quanto res ha;c viribus erit magis ardua noslris, tanto uberiores sperate fructus, cives sapientissimi. Nani veneti nostra; saluti consulentes salvali! quoque reddenl ol urbem veslram el ipsius urbis dignìtatem. Cujus quandocumque memores illustrissimi veneti reddenl vobis mulliplicato fuenore (idei veslrae et sincera; mentis locupleclissirnuni testimoni um et eorum graliam quam progonìlores ve»