377 MDX, MAGGIO. 378 perchè inimici se ingrossano. Et il principe li usoe graie parole a voler difender dita Patria, e comessi ai savij di terra ferma. 189 Serenissime princeps, etc. Ilavemo recevuto lettera da la Sublimila vostra, de 18 dii presente, per le qual la me dà qualche carico di esser sta negligenti a questi tempi scriver et advisar li andamenti di inimici, et ogni altra cossa: di che io so el clarissimo missier Piero Marcello ha particularmente risposto et advisato quanto accade al bisogno, per haverlo per honorado et maggior in ogni cosa, et sua magnificentia ha tolto tal carico, et eli am al presente responderá per suo nome et mio, ma questo solum io ho deliberato, per richieder così ogni rason, far reverentia a la Serenità vostra, per veder certamente et assai volte le bone opere vengono obscurate, et le prave a l’incontro sono exaitate et dilucidate. Ne però resta, che per esse, favorendole come già parechi giorni in questo Stalo si fa, le cose et ordinamenti soi non vadi-no a la riversa, dando il carico a chi veramente non 1’ ha. Ozi ho hauto, per via di Venetia, eh’ el sia sta messa una parte in pregadi di far uno proveditor in loco dii magnifico missier Piero, el mio. Per me quanto a questo io ni haveria grandissimo piacere, quando havessi liaulo liccntia di venir a repatriare, et altro desiderio per il presente non mi attrovo. Per molti rispedì io tengo haver facto il debito mio come è noto a tutti de qui. Et so quanto più sarà examínalo, tanto più sarà cognosciuto. Ma [ter in-telligentia et saputa di la Sublimità vostra la certifico haverli notificato particularmente tutti li andamenti de inimici, et rechiesto favor ed adjuto, et mai nulla mi è sta dato, e mi hanno lassato con circa 700 fanti et 70 homeni d’arme, et advisato chiaramente che a Casteluovo, Mellara et Breganlin si faceva la massa dii forzo di inimici. Et ulterius notificai a la Signoria vostra erano fanti in 10 in Pi inilia, homeni d’arme 1200, vastatori da circa 5 milia, carri 300, boche di artellarie tra francesi et dii ducha 30; et mandai in persona a la Sublimità vostra domino Romeo Pisano et Juliano da la Giostra, qualli sono homeni praticalissimi, et da esserne fatto di loro lx>n conto, erano stati in dicto Campo et benissimo intendevano il tutto, non li volse esser dato fede, ma dato fede a certo riporto di uno genovese che invero era una fabula, et in eflccto così è stato come riportarono i doi sopradicti. A governo de i qual inimici sono il signor Zuan Jacomo, el gran maistro di Milan, monsignor di la Palisa e altri signori francesi. I Diarii di M. Sanuto. — Tom. X. El perché io savea facto molte rotte, et li occuparono il venir, a le qual rotte suso un polesendo liaveva messo una guardia : per la prima veneno lì con burchielli, et altro per veder di prender tal rotte, et nostri li fussemo a l’incontro e per un giorno e mezzo li contrastassemo, et per la sua artellaria lì messeno a l’incontro, portata su dicti burchielli, ne fu forzo levarsi di dicto Polesene, et de dieta guardia, et preseno la rotta, per l’infinito numero de vastatori che liaveano, et veneno inimici a la volta per mezzo la canna per voler butar il ponte oltra quel canal; et uui li fussemo a l’incontro, con archibusi et altro; et lì per un giorno el un altro con-trastasemo si che non potemo butar el ponte, se non sul tardi, et questo solum feceno et ohlinero per forza de la sua artillarie, ita che mai non restas-semo de difenderse et se condussemo a spanna a spanna dove mi atrovava, come è nolo a tutti. El il mereore di nocte, vedendo il numeroso esercito, et io a trovarmi in la Radia loco senza mura, ne fosse da conto, ma in una villa, per non perder quelli 700 lauti, 70 homeni d’arme et cavalli lizieri mi attro-vava, mi ritirai a la rocca di mezo, che è di là di 1’ Adese verso la Badia, et a la torre Marchesana, forteza di la Badia, bufando zoso il ponte. Et la zob-bia, che fu a di 10 a bon bora, cominsassimo a coni-bater con inimici, i quali messeno le artellarie si a la rocca di mezo, come a la torre Marchesana, et uui jyosi che non era per ritirarmi se prima non scrivevamo a la illustrissima Signoria vostra e al clarissimo missier Andrea Oriti et atender la risposta, come havea scritto a esso clarissimo missier Andrea di lenirmi et aspelar soccorso. Et cussi invero il eia.™ missier Piero iutrò in questa opinion. In questo interim gionse una lettera dal eia.™ iriis- 25