349 umili, MAltZO. 3:.o cfio et Theodoro, con li soi balleslrieri, et con llioro 173 missier Piero Querino, ad tulle efleeto, li qualli fe-rono olTitio de valenti homeni. In questo mezo io attesi ad ordinare li nioi fanti ; et guardando a li homeni d’arme, non trovai salvo Joam Biiptista Mio, con questi mei creati, zoo Basilio della Riva, Tadeo da Vicovaro, Joam d’ Alviano, lo Sperduto da Napoli, Menico da Pallestrina, Guglielmo da. Parma ; le altre gente d’arme, per la difìcultà del camino essendo ritroguardia, non erano arivati. Et questi missi in balaglia, el con essi missi el signore Pandolpho, missier Jacomo Secho e lo figliolo, e lo signore Joan Conte; et facendo ad lutti botto animo de vitoria, li lassai ordine, che quando mi velievano urtare con li mei fanti, lhoro ancora dessino dentro. Cossi ordinate le bataglie, me tornai a li fanti ; et con quelle acomodate parole io seppi, prima li mostrai la certa viteria combatemlo; el poi li ricordai che, non com-batendo, se perdeva lo honore e la vita ; et che qui erano in loco da non pensare in salute alcuna, salvo in le lhoro mano. Et io, armalo, in uno pieolo ronzino mi misi in la ironie della balaglia, con mostrarli eh’ io non voleva più vivere se non se vinceva ; el rossi seria stato. Molto trovai el signor Piero, Laclan-tio et Carlino, con tulli li altri capi, gagliardi ; feci superare el monte ad Lactanlio con li soi, et poi mi spinsi con lo resto de li fanti inaliti, havendo ne la fronte de la bataglia el signor Piero dal Monte con la sua compagnia, et quella del signor Itaniere, nello lato destro, Carlino et Babon verso el piano; et al late sinistro, che era lo monte, haveva Lactantio. Nè creila vostra serenità, che lutti li fanti havevamo menati coniparsseno in dieta bataglia, che certo tulli non passevamo 1000; la virtù di questi capi, con molti valenti homeni che presso loro havevano, me faceva certo de la victoria, come fui ; havendo anche a presso a me, in la fronte de dieta bataglia, llironi-rnoGranchio, Cola Moro, Pietro Girso c lo Turchete et Alfonso da Siena et dui mei stalieri. Et quando el tempii me parve,... sopra la bataglia todescha, et con lo avantagio de le nostre lanze; et perchè, in lo spingere mio, quelli mei homeni d’arme ferirno per fianco, et li slradioti et balestrieri facivano lo loro officio, presto fu disordinata et rota talmente, che in quel campo fumo tagliati a pezi 1800 dn«ssi, sicun-do che al sipillire se è trovato. D'interno poi per li monti el valle assai, de quelli fugirono, ne sono siati morti, et ne sono stili presentati im più volte più di l~3* 500 vivi ; erano 3000 homeni, de li boni havesse lo imperatore. MóNrtio anque tuli li capetmij lhoro : zoè Arsixtrauzem, cavaliere. capo di tuli, Joam Spretigli, Meldier Cliircheo, Tripos Vailer da IVIchil-cher, Glauscop de Feichileher, loam Mech maroicer. Parlo questo ne andamo ad Piove, ove la sera gionse la magnilìccncia del magnanimo nostro proveditore; et li, alento che lo esercito nostro in quelli lochi non poteva, senza grande incomodo, tenersi ; et più dubitando, che altrove non bisognasse spingerlo, deliberatilo dare la balaglia al castello. El cossi el veneri malina condussi 4 falcimeli sopra un colle, che è al dirimpeto dii castello, per levarli da quella parte le difese, et adterrire quelli che dentro erano. El che poco giovò, perchè le mure erano forte, e lo eastelano ad resistere quanto poteva deliberato. Per il die lo sabato, ni chiarire del giorno, ila due parte deliberai se asaltasse lo castello: a la parte davanti, ove sono dui revellini, andai io con alcuni mei e col .signor Piero dal Monte e la sua compagnia ; da la parie de drelo mandai lo signor Pandolpho, lo signor Cario, Joam Baptist a Mio, Cardillo, Piero Quirino et Piero Corso, con li dicli mei creali et alcuni altri, che de poi erano arivali, et missier Lactantio con li soi. Et ordinai che alcuni mei schiopetieri, et altri, da un pogeto altendesseno ad ferire li inimici, acciò li nostri con meno perictilo potessino salire al muro et rom|terlo con pali di ferrii et pichoni, il che animosamente facevano. Ma perchè qualche scopitie-ro mancò de l’ofiitio suo, tedeschi hebbeno ocasione di (are gran difesa con archibusi et sassi, del che furono feriti alcuni, e ’1 signor Girlo, virilmente sa-gliendo, morto ; el che forse non saria ocorso, se io havesse potute essere in l’uno e l’altro loco, lo non prima giunsi al primo revcllino, che Cola Moro, Hi-ronimo Orando, el Turdicto, Alfonso da Siena, et uno de mie’ stafieri, chiamato Morgante, poste le scale, vi salirno. El calalo il ponte, inlròla mia bandiera con circha X homeni d’arme mei, et la bandiera del signor Piero, con una multitudino di fanti, et li missic’ Lactantio, Valgulio portatore de la bandiera ; tra li qualli era lo conte Sertorio da Colalto. El alcuni de quelli fanti, con arctte et palli di ferro et piclii, tanto rupero della porla del sicttndo rivellino, la qualle li nitnici con trave et terra havevano riparala, che con dificultà ad uno ad uno vi si posseva mirare; el cossi, come più expedili, vi intra™ prima dui fanti, el poi missier Conslanlmo, el conte Serlorio, et poi homeni