,\ÌDX, LUGLIO. 716 Fellre, e inimici vien col Campo certo 11 a la Scala, perhò si provedi, non li è stà provisto di scliiopetieri, si duol molto, et prega si rimanda presto questo fra’ Thomaso in driedo; et fo replicato lettere al prove-dador Mocenigo a Treviso li mandi li scliiopetieri, et mandatoli li danari a Treviso per eh’ el mandi in la Scala per pagar li fanti, adesso è il tempo. Vene lettere di Udene dii locotenentea li capi di X, et uno di Udene chiamato..........qual vene con F osto di Gemona et uno todesco camerier di ]’ imperator, chiamato missier Juslo....., con lettere di l’imperador drizate al prior di la Trinità, el qual era andato a Colalto per expedir le lettere, di 29 al re in suo nome. Or questo todescho vene in Colegio per la caxa dii principe, mandati lutti fuora et vedendo non volea dir nulla solimi dar la lettera al prior, fo subito scrito a Treviso scrivesse a Colalto al dito prior venisse subito di qui, etc. Et aperte le lettere intercepte fo cominziate a lezer con grandissimo piacer di tutti, perché Idio ne mandò una bona matina a veder tante lettere di nostri nimici, erano molte in francese, lete per Gasparo e parte in zi- fra, (rata per il......., adeo se intese certissimo il papà ne va realmente, ed esser scoperta la cossa di Zenoa, di Ferara e di sguizari, etc., sieome di solo dirò il sumario di molte lettere lete in pregadi quelle di far caxo, e lutti haria voluto che il corier fosse slà retenuto, e cussi li secretarj fono cazati per la credenza dii Consejo di X, inteseno il tutto et più non fono cazati in tal materia, et fo terminato mandar tutte le autentiche a Roma, di le qual perhò se ne trazi una copia. Da poi disnar, fo pregadi, et vene le infrascrite lettere : Di Pacloa, di provedadori generali, di osi, hore 15. Chome è fuora tulli i slratioti chi per una via e chi per l’altra, ne altro hanno di novo dii Campo nemicho, hanno exploratori Cuora con bordine di partirsi quando il Campo si mova, la qual lellera per non esser d’importanza non fo leta. Di Treviso, dii provedador Mocenigo generai et sier Zuan Diedo provedador in Treviso, che più non hanno scripto uniti, date ozi, hore 13. Chome Feltro si prese, et per sier Zuan Francesco Pixani podestà se intenderà di do cittadini re-350* belli, et li nomina in dite lettere; Cividal di Bellun etiam si à dato a inimici ; Sera vale si tien. E manda-t no una lettera aula da quel provedador : come si ave questa matina, et altre cosse, et provision fanno, el manderano zente, etc. Et Iole le lèttere intercepte numero ... il suma- rio di le qual scriverò di soto, che fono aldite con gran contento e atentimie di lutti. Di Andernopoli, di sier Nicolo Zustignan, di 9 zugno, di sua man propia. Come parlò con el magnifico AHI bassa, zercha li subsidij hora eh’è sequita la pace con Hongaria, e cussi hessendo in coloquij li disse aver avisi da li soi è a li confini di Hongaria che hanno per exploratori esser zonti al re di Hongaria oratori di Franza, a persuaderlo non lazi la pace con el Signor turcho, e che l’orator nostro è li in Hongaria havia persuaso quel re a concluder dita paxe, e perhò prometeva che zonlo fusse 1’ orator ungaro lì, il Signor ajuterà la Signoria nostra, jurandoli etc. Item, poi andò dal magnifico Aclimat bassà, scrive coloquij auti, e li zurò sopra la testa soa e di so fioli il Signor voi ajutar la Signoria, dicendo per questo anno non è da dubitar, il re di Franza non vien in Italia ; scrive longi coloquij et risposte fatoli, il Signor non dovea indusiar a mandarli il subsidio richiesto dandoli ducati 12 milia a l’anno in vita sua : concluse onmino si faria subito zonto l’orator di Hongaria, qual si ha esser in camino con 22 persone e non più, e quelli bassà l’anno auto a mal, è solito a venir con assa’ più numero. Item, di la nave persa nostra, parlò a ditti bassà e a la Porta insieme col secretano dii baylo, li disseno il capitano dieno venir in streto e in Constanlinopoli con una galia dii papa presa e questa nave, e farà la reslituzion di quella, et Achmat li disse voi far disarmar questo armador. Item, di le cosse di Tra-besonda con el signor di Amasia, tien diio signor non vorà soportar, (amen opinion sua è che seguendo la morte dii turco il signor di Trabesouda eh’è il fiol sarà Signor, et quel di Amasia, eli’è i! primo che li vien la signoria, voi il turcho desmeli Mu-stazi bassà, zenero di quel di Trabesonda, dii capota nià di Galipoli e di l’armata. Item, el Signor turco desidera pace. Item, a dì 8, hanno nova l’orator hongaro venir con cavali 26, esser inlrato nel dominio dii Signor, el qual li à mandalo uno olaclio conira, con aspri 15 milia per farli le spexe, tamen non è niun per nome dii re di Poiana. Item, esso sier Nicolò anelerà a Constantinopoli fin l’achadi, et scrive longo zercha Lodovico Valdrin secretano dii baylo, non voi l’apri le lettere a lui drezale etc. El me auctore feci scriver tulli do e uniti e separali dovesseno et potesseno aprir le lettere nostre, etc. Fu posto una lettera a Roma a 1’ orator nostro, 351 come li mandavano queste lettore prese, et advi-sarli il tutto, e semo por esser sempre con soa beatitudine, oforendoli le forzo nostre terrestre e mari-