827 MDX, LUGLIO. 828 Tieni, eri morite 25 da peste. Item, lì è il conte Carlo di San Bonifazio e la compagnia va via. Lei fera dii marchexe di Ancisa, governador imperiai in Vicenza, seri fa in Campo al principe di Aynalt. Li avisa cose di Vicenza ut supra, e nota è sotoscrita Secundinus Marchio Incisa ce-sareus capitaneus Marosticce gubernator e que-' sto è il fratello, e l’altro è Odonus Marchio Incisa cesareùs capitaneus et gubernator Vicen-tice, et lete le altre lettere non erano da conto. Iki Piove di Sacho, di sier Francesco Lip-pomano, podestà, date eri. Chome vene lì sier Fé-rigo Contarmi proveditor con 40 cavali de stratioti, li inimici sono lì intorno, e dito sier Ferigo e li stratioti parlino per Padoa; voria esso podestà licentia tli andar a Padoa, perchè lì in Piove è sta abandonato da tutti. Di Treviso, di sier Hieronimo Marin, podestà et capitano, di eri. Zercha la custodia di le porte. Antonio Penese e Vetor Trum voriano 6 ho-meni de più per porta, et manda una relatione etc. 404 Vene in Colegio un messo dii ducha di Urbin con una lettera dii dito ducha, pregava la Signoria a sua requisitiono che uno Francesco di Renaldi trivi-xan li sia ricomandato ; e poi li fo fata la risposta et satisfato ad vota. Et nota, sier Lorenzo Orio el dotor, savio ai or-deni, ritornò questa note, stato a l’Anguilara a pagar l’armata di Po, di la qual mancha 52 homeni suso la dita armata, et portò li danari indriedo e li consigliò a P armamento. Et, per uno venuto a posta,- par eri dito capitano di Po combatesse con inimici, morti 20 di nostri, e Pasqualin Valaresso suo armirajo fo ferito, e de inimici morti assa’. Item, in la terra 7 morti e uno amalato eri. Di Iioma, fono lettere venute questa note, di 14 fin 17, qual fono lecte da basso. 11 suma-rio scriverò di solo. Veue in Colegio sier Alvise Marzello quondam sier Jacorno fo podestà a Ravena, et con li cai di X si dolse di uno Valerio detto Charzego, qual li à dito vilania etc. Et fo ordinato fusse admonito. Et hessendo alozato a San Zorzi el signor Con-slantin Amiti orator pontificio et zenthilomo nostro va in Alemagna, e volendo vegnir secrete in Colegio, fono mandali do savi di terra ferma per lui videlicei sier Andrea Trivixan el cavalier e sier Nicolò Bernardo, el cussi lo levono in barcha et vene in Colegio per caxa dii principe, et zonlo per dar più riputatimi fono mandati per i cai di X tutti fuora, et poi referite: come il papa il mandava in Alemagna per intrar in praticha di acordo tra l’imperador, dii qual è famigliarissimo, et la Signoria nostra, e voria esser lì e faria bon oficio e lo teniva fato, e voi partirsi questa sera et andar a Treviso, el scriverà a sierZuan Jacomo dii Consejo di X, et altre parole disse di questa sustantia, come l’è gran niniicho de francesi, e di la bona volontà dii papa verso la Signoria nostra, e tolse licentia e fu charezato molto dal principe e altri di Colegio, e mandato acompagnar per li do savij predili fino a San Zorzi, et fo terminato donarli ducati 300, acciò vadi ben edifichato, e cussi in oro fono dati a li prefati do savij, qualli poi disnar andasseno da lui pregandolo facesse bon officio e andasse presto, et cussi ge li butono su uno desco, era solo et li aceto, e volse etiam uno cavallo qual li fo concesso, et fo scrito lettere a Mestre et a Treviso lo honorino et li fazino le spexe, e cussi in questa sera si partite. Di sier Hieronimo Contarmi, provedador di l’armada, date a porto Hercule, a dì 12. Chome partì de Napoli e vene verso Hostia, e quel bri-gantin dii papa scontrato a la bocha li disse che l’intrasse nel Tevere che ’1 papa li voleva parlar, e cussi veue di longo con le conserve e arivò lì, et provisto niun vadi per barcha a Zenoa, e scrito per terra niun vi vadi e anderà con le galie a le Speze dove è Marco Antonio Colonna. Dii consólo nostro a Napoli, date a dì 13. 404 * Chome a dì 9 fono 1’ ultime, a dì 11 zonse il proveditor di l’armada con 11 galie lì, fo visità dal vice re con presenti, lui per il mal franzoso non potè andar a galia ma li scrisse una lettera ; poi fu fato crida niun desse vituarie a' la dita armata, e questo fu facto poi che ditte galie fono ben piene de dite vi-luarie, poi il proveditor si levò. Item, di l’armata ispana nulla si ha, le do galie del Gobo partì per andar a servicij dii papa. Item, quel nontio, era lì per il matrimonio, si dia partir per ritornar in Savoja, perchè le cose erano sferdrte. Di Roma, di V orator nostro, di 14. Chome li oratori francesi con li do cesarei et quel di Spagna si reduseno a Santa Maria dii populo eri, et esso nostro orator andò dal papa a dirli questo, soa beatitudine li disse havia inteso tutto da 1’ orator cesareo et da lo ispano stati da soa beatitudine che li francesi li haveano dito voglino protestar al papa di haver roto la Liga di Cambrai, i qualli risposeno non voler far questo senza ordine di soi reali, e che tra l’orator ispano e li francesi fono parole, perchè essi francesi si dolseno di’ el re catholico non man-