9 UDX, MARZO. IO Piero ila Londa, de li cita din, si à oferlo armar uua galia, e peritò se mandi, tamcn l'armar si lenta per manchamenlo di danari. Sumario di una lettera di sier Poìlo Capello, el cavalier, orator nostro a Homo, di 24 fevrer. diurne, secondo l’bordine dato per el pontefice, questa niatina avanti le 14 hore se redusessemo a San Piero, dove podio da poi vene la santità del nostro Signor con li reverendissimi cardinali (ter numero 21 con il resto de la Chierexia, e soto el por-lego di essa chiesa, dove era preparado uno tribunal, senlado la salititi sua, et introno essi reverendissimi cardinali, qualli peritò per la caldta e moltitudine di persone podio erano cognnsduti nè gran fatto tionorati da li altri prelati, et nui cinque oratori vestiti di scartato, maniche ducali, che per non esser troppo ben in bordine di veste alguni baveano martori, altri dossi et cui varo. Inzenochiali su el primo e secondo sdtalino del tribunal et basalo li piedi a nostro Siiinor, fu per el datissimo missier Dome-nego Trivixau premesse algune sapientissime et accomodate et reverente parole, che bene le sa dire et fare per nome de quello exedenlwsimo dominio, impetrando la absolutione et beneditene, et in bona gratia de sua santità azetar quella excd entissima republiclia. Dove che da poi fu per lo episcopo de Acoltis, vescovo di Ancona ditto al secretarlo del pontefice eh’ el lezesse, e cussi lexe tulli i capitoli fati tra nostro Signor el noi per nome de la illustrissima Signoria, la qual letura fu Unto bassa die ape-na d pontitice la intendesse, lanisti fu |>cr spazio di 2 * una liora, sempre stando nui in zeuodiioni. Da poi finito per esso |tonlefice, jurato periiò nui per nome di la Signoria observar essi capitoli, parlato molle bone conveniente et consuete parole in simd caxi, ne dete la benediltone ; et basalo poi i piedi, mano et galle more solito a sua Santità, fossemo introduti per il reverendissimo Iteginensis, in locho dii peni-lenziario, et alcuni altri reverendissimi cardinali ne la chiesa a V aliar di Santo Pietro ; et fato le debite devotion and assento ne la capella di papà Sisto, dove era za reduto tutto el resto de reverendissimi cardinali, ne la qual è slata zdebrala la messa per il reverendo episcopo Concordiense datario. Et finita quella, e parlilo prima li reverendissimi cardinali di la chiesta, noi (*oi montassemo a cavallo a le scale di Santo Pietro, dove eramo prima smontati, acom-pagnati fino qui a caxa da la fameglia e tulio palazo / Diarii di M. Sanuto. — 7\tm. X. del Summo pontefice, con tanta pompa die plui non se poiria dire, e da quelle de molli reverenda-, siini cardinali «inizi precipue di quello ili.“0 dominio. .Adeo eh’ è zerto tutta questa terra de questa absolutione n’ ha recevuto piazer; a la qual aso-lulione sono stali 3 cardinali francesi, Aus, Albi, e Luzimburgo. Samalo nè Pavia non se ne à trotto, la causa se poi comprender perchè la non li à piazuto. Nel tempo andasscmo a l'aitar de Santo Piero, nostro Signor se fcze portar in palazo, perchè sua santità non resta mai a questi officij longi. Questo è il successo de questa nostra absolutione, de la qual poi a bodia suplirò piacendo a Dio plui di quello posso far per la presente ; questo ho voluto far aziò intendiate la sustantia del tutto. E speriamo questo sia stato principio de sorti! che tutte nostre cosse succederà no Itene. Li brevi a li Principi cri* sliaui quasi lutti sono expediti, ne se inanella in alcuna cosa perché etiam de li le cosse succedono 'ad vota secondo voi la raxon, lutto starò bene. La nova d‘ Ingaltera è continuata quasi in quella su-stanzia, e de plui à dito I' ambasador de quel serenissimo re, al pontefice che mai l’è |>er intrar in alguna liga publicha ni privati nè conira infiddli senza la illustrissima Signoria di Venezia, con (ante gajarde el ampie parole che plui non se potria dire. Tulio seri verno a la illustrissima Signoria. Ilo strilo questa con fatieha, die da I' bora tornascmo da San Piero fin a questa bora 22 l’è tanto piena questa caxa de instrumcnti de ogni sorte et bufoni che io ne son storno, e tanti quanti vanno latiti plui ne vengono, (ter Dio è cossa miranda vengono ettam francesi di reverendissimi cardinali. Non voglio restar di dirvi che la santità dii pontefice nella absolutione nè à dato per penitentia andar a visitar uua volta le 7 chiesie, e cussi faremo piazendo a Dio questa selimana. Date in Roma a di 24 fevrer 1510. Copia di una lettera di Roma, scritta per il re- 3 verendissimo Cardinal Corner, al magnifico stto padre, narra il modo fanno assolti li oratori nostri de le censure. Magnifice et clarissime pater obscrvan■ dissi me comendalionc. In questa malina cum lo ajuto de Dio sonno sii absolti li magnifici nostri oratori per nome di la illustrissima Signoria di Venetia, die Dio fazi sia a benefizio de le anime et a ricuperalione de quel Stato et liberalione di lulla Italia. Il modo di tal absolu- 2