23 MDVll, MARZO. 24 9 Dii mexe di marzo 1607. A dì primo. Cai del consejo di X: sier Francesco Tiepolo, sier Polo Antonio Miani et sier Bene-deto Sanudo. El da poi disnar fo pregadi, et leto letere di Napoli, di oratori nostri, venute in /.orni 4, di grandissima importantia. Qual forono secretissi-me; unum est, clic li oratori, andati ivi a congratu-lation dii re, stano ancora, et non si parla de darli licentia di repatriar; quel seguirà scriverò poi. Di Faenza, di sier Marco Zorzi, provedi-tor, di 25. Come in quel zorno il papa partì de Ymola per Forlì, et passò per il teritorio di Faenza, ma pocho. Et era con soa beatitudine 14 cardinali, perhò che li altri, lino al numero 27, qualli erano a Bologna, chi andono in qua et dii in là. Et havia la soa guardia di provisionati, et Zuan Paulo Bajon con la soa conduta, di homeni d1 arnie ..., et altri disarmati. Esso provedador, di bordine di la Signoria nostra, hessendo zonto lì sier Domenego Malipiero, provedador di Romagna, con Latautio da Bergamo con li provisionati, havendo auto bordine di la Signoria nostra, li andò contra, et smontò da cavallo, et fece le debite reverende al papa, oferendoli nomine Dominii ctc. 11 papa rispose bona verba ; et cavalchono fuora di confini zereba mia 3, ben accompagnato esso provedador nostro; e, tolto licen-tia, vene a Faenza. Il papa andò di longo a Forlì; el dueba de Urbim passò per Faenza, et alcuni cardinali, ma il papa non vi volse intrar; el qual zonse la sera a Forlì etc. Et altro di pregadi non se intese; il resto secre* tissimo. SoUum a borrè 23 in cercba fo liceutiato il pregadi, e restò consejo di X, con zonta di eolegio e altri nominati. In questo zorno zonse el Cardinal Grimani, ari-vato da li fradeli; starà 3 zorni, e anderà versso Aquileja. A dì do marzo. Li consieri veueno a Rialto, per incantar le ire galie di Barbaria; et non trovono patron. Da poi disnar il eolegio si reduse tutto, con li cai dì X, in camera da basso. Et il Cardinal Grimani, acompagnato da’ soi parenti, vene per caxa dii principe in eolegio, dove, mandati tutti fuora, siete zereba do borre, et referì alcune cosse, qual fortasse poi se intenderà e scriverò. Fo publicà in Rialto una parte, presa a dì 27 fe-vrer nel consejo di X, contra maistro fra’ Alvise Mi mi et maistro Nicuola da Yeniexia, frati di San Stefano, qualli, per disobedienlia contra il suo avicario, debiuo in termine di zorni 20 aver ubedito quanto per ditto viebario li è sta imposto, et andati via, aliter siano banditi di terre e luogi di la Signoria nostra; e rompendo il bando, stiano uno anno ini preson serali e ritornino al bando, et hoc tociens quociens. È da saper, in questi zorni maistro frate Egidio di........ qual alias predicò a San Stefano, et, bessendo morto il zeneral Ihoro, è st^ per il papa fato avicario, venuto qui, à fato molti bordelli nel monasterio di San Stefano, et mandali via il forzo di venitiani die erano, et a quelli è restati, a tutti han dato officij dii convento etc. Fo etiam, l’ultimo pregadi, letere di siy Hiroui- 9 * ino Contarmi, provedador di l’armada, date al Bulin-tro’. Come era stato a Brandirò, el ritornato lì, per causa dii morbo è a Corfù. Item, dii zonzer a dì 8 a Corl'ù 3 caravelle, venule di Spagna, con marani 1200 suso, et aspettavano la 4.a, el vano a Constan-tinopoli, earge di specie el verzi. Li qual marani si parteno di Spagna, perchè etiam la raina non voi i stagino nel regno, come questo calholico re ordinò etc. Di Franza, di V orator, da Burges. 11 re partiva per Lion ; et l’orator era indisposto ; et altre pratiche secrcte. Di Napoli. Come il signor Bortolo d’Alviano, condutier nostro, non era sta ancora expedito di reaver il suo stato in reame, sgrava di bene. È da . saper, è zercha uno mexe il re di Napoli dete il conta’ di Nolla al conte di Pitiano, eapitanio zeneral nostro, qual li fo tolto; et cussi il nepote iptrò nel stato. A dì 3 marzo. Fo consejo di X, con zonta di collegio. Et la matina Tangavardi, orator dii soldam, vene a la Signoria con la solita pompa, tacendo andar tutti li mori a bordine, acompagnato da quelli sora cotimo; et vene per visitar la Signoria, et pregar che alcuni jotoni di la Zuecha, qual per averli diio villania fono retenuti, che li sia perdonato etc. Fo letere, che ’1 papa era sta al Porto Cesena-dego et andato a pesehar; et andava versso Urbino, come dirò poi. A dì 4. Fo pregadi. Et fo letere di sier Agu-stim da Mulla, eapitanio di le galie di Barbaria, date in Armeria. El qual avisa, come era slA presa una nave di Pexari, con fermenti, da uno corsaro spa-gnol per la ripresaja, el qual corsaro in terra era sia retenuto ; et altre cosse di quelle galie e viazo. Di Binano. Dii zonzer, a dì ultimo fevrer, lì sier Domenego Malipiero, provedador in Komagna ; et altre occorentie, ut in cis.