241 • " MDX, cha di le mure, farà etc., ma voria qualche danar per il suo salario. Di Vegia, di sier Francesco di Prioli, prò-reditor, di 2-?. Come à (lato al soracomilo Poloni juxta i mandali homeni 450 rii quella isola e lanze e scale, à mandato patente a le isole (latrino liomeni : el qual soracomilo andò a l’impresa di Laurana, trovò solam 6 homeni el 4 (emine et minò il castello etc. . Di sier Zuan Francesco Polani, soracomito, in porto di Fianona. Avisa la cossa di Damian di Tarsia soto Gulignana qual si à reirato, lui soracomi-to è lì, aspela mandato, et à licentià li isolani levò, perchè non haveano da viver. È sta a la volta di Fiume per trovar certi brigantini di fiumani non cessano dannifichar nostri etc. Di Ihiola. di sier Francesco Zane, conte, di 29. Come tutti li soldati di Damian di Tarsia e lui, vpnuli di San Vicenti, si trovano alozati 11 intorno, à ùlo pezi 4 bombarde con polvere, balote e allre monition, aspela risposta quello voi si lazi. Eri parli Mathio di Zara, con con la compagnia, et Damian aloza per li castelli lì intorno. Di Damian di Tarsia da Puola, di 28. Come è zonto de lì con l’artelarie e muniiion, aspela licenlia e slà lì acciò si niun di I’ ]stri;i si voi doler per li danni aulì che restituirà, facendoci simel Mathio da Zara, voi si mandi uno synico, over secretano de lì in Istria a far processo, aspela risposta. Di Caodistria, di sier Alvise. Zustignan, podestà e capitatilo, di SO. Come mandò al podestà di Parenzo uno canon di lire 50, balote 101 di ferro, barili 100 polvere in barili 22 grandi, e uno cortaldo buia balole di piera, e lui mezo eolubrin, e uno faleoneto, erano de li. Di Belgrado, di sier Jacomo Boldii, prove-ditor. Come è lì e si voi manlenir, ne si dubita, fa provision a quel Iodio, etc. ili) Da poi disnar fo pragadi et vene queste ledere di Roma, Napoli, Ingaltera et fo portade etiam di Constanlinopoli, e do mente si lexè le lettere, fo chia-mà (lenirò il Gmsejo di X con la zonta di X, e sle-leno alquanto, et preseno di lezer una lettera drezata a Ihoro eai di X per sier Andrea Grili venula questa inalimi, poi chiamono cinque clic non son in altre zonte per compir la zouta di danari, videi ice t sier Marco Zorzi, sier Bernardo Barbarigo, sier Andrea Trivixan el cavalier, sier Anzolo Sanudo et sier Francesco Nanni el steleuo su aver ducati 6000 di qualro zenlhilofTieni nostri qualli veleno venir iu pregadi e darli, ma voleno scontar con un credilo maggio. 242 ha domino Andrea dalli cremonesi servile la Signoria in castello di Cremona etc. El perchè la cossa • non è chiara fo terminalo la dechiarisseno in scriplu-ra. Questa cossa fu promossa per sier Alvise da Molto, savio dii Consejo. E nota, hessendo Consejo di X dentro, mandono do di Colegio, era in setimana, dii marchexe di Mantoa, videUcet sier Lunardo Moce-nigo e sier Alvise Pixani a dirli nescio quid, el qual marchexe disse volea parlar cóli la Signoria etc. Et in questo mezo fono lele al pregadi le suprascripte lettere. Di lloma, di V orator nostro, di 27. Cimine ricevute le nostre lettere fo dal papa, qual era a Hoslia, a tavola con 4 cardinali, videlicet Regino, Si-nigaja, Albi et Ragona, et poi disnato soa Santità li-centiò diti cardinali el rimase con l’orator, el qual orator li disse la continenti» di le lellere nostre, e quanto a far venir per il ferarese li corieri per esser più presti, soa Santità disse non podemo più, pacien-lia non si poi più, strenzendo le spalle. Item, che quando saremo in qualche asetamenlo con 1’ impe-rador volemo farlo con consejo di-soa Santità, li piatine questo, dicendo faria ogni cossa e ajuterà. Quanto a li capitoli di Ingaltera e Pranza disse non creder sia contra la Signoria, benché questi francesi se milantano, perchè ariano mostrato li capitoli. Item, quanto a intendersi insieme con la Signoria nostra, disse non voi far niente in questi tempi, ma ben con il re di Hongaria farà ogni cossa, et à commesso al suo orator Grassis, va in Hongaria, e li piace che l'orator nostro sia slà admessoda quel re, e che domino Matheo Ginch à dito al Grassis (perchè soa Santità novitcr à ùlo lettere di Alemagna) che l’iin-peralor mandava uno suo nbntio da soa beatitudine • che li dirà bone cosse, dicendo, il papa, quello vorà e quando vegnirà ve lo faremo intender. Quanto che la Signoria znrclia prevalersi con le forze terrestre e maritiine, li piaque intender, e mostrò I’ orator la . lista di le zelile pagate za li mandò la Signoria dicendo olirà questi la Signoria averà uno gran numero di contadini qualli sarcyio ludi in bordine per esser sta mal tralati da inimici, il papa disse bisogna far da valenti homeni. Item, dii signor Constantin Amiti, soa Santità disse era partito di Ravena e andato a Pisa. Item, di Franza disse il rè non vien in Italia, ma man la zente, et è avLsi di Milan I’ impera-dor ha venduto Lignago al gran maislro per ducati 15 milia. Item, di Marco Antonio Colona vederà far III)' il tulio, el ha parlato col Cardinal San Piero in Vincala suo cugnato, dice lieti non si rafermerà con fiorentini, ma ben dice esso orator die volendo ve-