'.37 MHX. GIUGNO. b38 rio, date a Biuta, a di 25. Chome il re hessendo per partirsi per Thatha, a di 23 ave audientia, era il reverendissimo Slrigoniense, Cinque cliiesie, Jaurino, il magnifico thesorier e uno altro, et scrive quanto li disse e eh’ el voleva repatriar ; et per il reverendo Cinque Chiesie li fo risposto, nomine regis, poi che la Signoria li havia dato licentia dovesse partirsi, ma ben li doleva la sua absentia, e cussi basò la man a soa majestà, qual li disse di so bocha salutaveri-tiset offerrtis nos illustrissimumdoniinium, etc. Poi fo dal reverendo Cinque Chiesie, scrive colo-quij, etc. e partirà per Xagabria, poi Segna, etc. Di sier Piero Pasqualigo, dotor et cavalier orator nostro, di 25, di Buda. Come a dì 23, il re parli per Thatha, poi a dì 24 fo dal Cardinal Slrigoniense e datoli le lettere di credenza, scrive va-rij coloquij et parole dite per el prefato orator a soa reverendissima Signoria, et che dovendo vegnir a la dieta li oratori di principi juriati, soa Signoria facesse bon officio per la Signoria nostra, sichome si richiede, et quella majestà se interponi a la pace col re di romani, mandando a questo effecto oratori, poi facesse la Signoria havesse 1000 cavali armati di quel regno: rispose il Cardinal, magnifico domino orator nui siami» stà causa di la prelongation di la dieta per meter tempo di mezo, Dio volesse la Signoria havesse da in gola a Both Andreas ducati 3 in 4 milia, son sta tutto di quella Signoria, il papa avanti vi asolvesse mi minazava tuorme le intrate, il re di romani ancora, cui scrisse il re di Franza, concludendo dal canto mio fo troppo dicendo speremo, non che ve imprometa che istud re.r non sumet arma con-tra vos, ho speranza, ma non ve iinprometo, perchè quelli sanino in la dieta non sanno che contra turchi il re di Franza non ne poi dar ajuto e mancho il re di romani, et perhò chome dissi al secrelario voria quella illustrissima Signoria con qualche picola sum-ma di danari di più renovasse le lige con questa majestà, dicendo fate conto di dar offa al cerbero, sichè scrive di questo a quella illustrissima Signoria ; et dite lettere è tenute fin 29. Dii dito orator, date a dì 29 a Buda. Chome è venuto li per fornirsi ili alcune cosse, poi seguirà la corte, il re è a Thatha andato come scrisse. Item, il Cardinal Strigoniense li disse il conte Bernardin Frangipani havia mandato suo fiol Ferendo a la corte per scusarsi di li danni fati in Friul conira la Signoria nostra, dubitando che esso orator non havesse in commissione di dolersi di lui al re, etc. Item, vobesso orator se li mandi li capitoli con quel re novi e la comprada di Zara, etc. I Viarii di M. Sanuto. — Tom. X. Et noto. Di Colegio è molti amalati, sier Andrea 263 * Corner e sier Nicolò Donado consieri, sier Tlioinà Mo-zenigo procurato!1 savio dii Consejo el sier Alvise da Molin et 4 savij a terra ferma, videlicct sier Nicolò Trivixam, sier Sabastiam Zustiniam el cavalier, sier Zuam Corner, sier Nicolò Bernardo, sier Faustin Barbo, sier Lorenzo Orio dotor, sier Piero More-xini, savij ai ordeni. Item, sier Marin Morexini, avo-gador e sier Luca Trum cao di X, e in conclusion assaissimi in questa terra da catari e sferdimenti con febre durano pochi zorni, ma non varesseno; et di l’altra sera a una sola speciaria dii Pomo d’oro in una sera fu fato il conto fu tolto !)4 datoli di cassia, è lenitivo che mai in niun tempo fo tanti, et a la sanità è stà dato in nota per li piovani esser numero grandissimo amalati in la terra, ma judicio meo sono più di 4000, et non moreno, perhò questo ho voluto scriver per farne memoria, perché li medici hanno al presente le sue vendemie. Da poi disnar, fo gran Consejo, fo cliiamà li signori di note, cai di Sestier e cinque di la paxe, e dato sacramento davanti del principe, zercha le arme. Item, leto le parte lutti saldino le casse. Item, fo fato podestà e capitano a Treviso, sier Antonio Loredam, fo provedadoral sai, quondam sier Francesco. Noto, fo iterum posta la parte di sier Andrea Baxejo di le balestrarie a sui» fiol, balotà do volte non fu presa, li manchò do balole a prender. Di Campo, vene lettere di ozi, hore 11, da le Brentelle. Chome in quella note ebbeno lettere di Marostega : chome inteseno per via di Bassam e avisono per sue di la malina che inimici 3000 fanti erano andati verso Marostega, et mandato 200 cavali per volerli trapolar, et per nostri fono presi do francesi qualli disseno il campo francese saria 7 mia lon-tan di Vicenza quella matina, et poi uniti verano li a Marostega et Bassan per li monti a depredar e poi si calerano a Treviso; tamen, per il trombeta andò eri in campo francese con monsignor di Bovsi et per altri, hanno certo francesi aver mandato, parte con burchij parte per terra, artelarie a Verona, et per via di Monzelese da sier Sigismondo di Cavalli sono zerlifichati de ozi che erano zonli molti scapolati di Lignago, parlino dii Campo francese da Ma-nerbe eri, dicono che é stà mandà verso Verona uno canon e uno cortaldo, sichè non sanno a queste varietà farsi savij, aspctano li exploratori llioro, etc. Item, hanno ricevuto di mandar 200 cavali lizieri in Friul, manderano, ma non sano a che modo per non aver pagali li slratioti, è più di zorni 40 non 35