523 MDX, GIUGNO. 52 i questo credilo cum l’altro pi’imo; et pertanto, quan- • lo sera lutto el suo credito, el qual se deba luto reputar danari contadi, possano li dicli tuor tanti di beni di debitori, posti, over che se ponesseno in la' Signoria nostra, et similiter di quelli che se vende-rano a l’incanto; quelli veramente che non volesse-no la sua satisfation ut supra possano scontar dicto suo credito in le angario, che se meterano da no-venibrio in la, cum il don che le se meteraiio, el qual don se intendi solamente per quella parte che adesso se esborserà in contadi, per vigor di la presente parte, el sia saldalo el credito che (laveranno a l’o-ficio de le biave, et a li proveditori sopra cl regno di Cipro, quelli che sborseranno per vigor de la presente parte, et portato el credito a l’officio nostro di governadori di l’intrude, dove se habia ad tare la exatione del sopraseripto danaro. Et ad questa medenia conditione siano quelli che reslasseno debitori de questa rason, che volcsseno pagar nel sopraseripto termenb el primo debito, et esborsar, etiam per vigor dola presente parte, i qual possino pagare senza pena. 1510 die 7 iunij. In Ilogatis. Fu dcliberado questo mese passado in questo Conseglio, che tutti quelli che cxborsasseno in contadi allrotanto quanto, haveano pagalo ile rason de li mezi (itti, per tutto esso suo credilo potesseno tuor di beni di debitori di la Signoria nostra, et etiam di quelli che se vendesseno a incanto; el che quelli che non volcsseno la sua satisfation al modo predicto, polesseno scontar el suo credito in le angario che se meterano di novembrio in la, come in ipsa dolibe-ration più particolarmente se contici); ina perchè son alcuni che per la poclia quantità dii danaro clic sborsano, non pono tuoi- de dicli beni el non pagano angario, el è conveniente proveder a questo: L’anderà parie: che a la predichi deliberatici! si azonzi, clic quelli ilio non volesseno, over non polesseno tuor di beni di debitori di la Signoria nostra, over non pagasseno angario, possano scontar cum altri che fusseno debitori di angario che se meterano da novembrio in la. Remanendo in reliquis la dieta ¡»arte. 257 Fu poi posto, por li savij, exceplo questi: sier Piero Duodo, sier Piero Capello, far domino Lucio governador ut supra. Il Duodo e Capello messe far il signor Chiapin Vitello con la conduta 1’ ha di 150 liomeni d’arme e di provision e piato ducali . . mi- lia a l’anno. Hor sier Gasparo Malipioro avogador volse il Grimani e compagni melesse la sua opinion e li messe pena justa la parte, dissono voler la indu-sia lino a Inni, el pur volendo nominasse, sier Antonio Grimani con colora andò in renga disse non li piace niun di questi, voi il marehexe di Manloa, e s’il Consejo sajiesse quello sa il Colegio non voria queste parte; poi disse signori cai di X avrì la materia havemo, el papa è più nostro cita nui medemi ; e li cai di X sier Francesco Tiepolo, sier Luca Trum e sier Alvise Gradenigo li parse gran parole, et il doxe sopra (ulto, adeo fo chiama cl Consejo di X con la zonta, procuratori e Colegio, e tulli di pregadi credevano volesse procieder conira eli lui, tamen fu preso non aprir la materia, e fo sagramentà lutti per 10 avogador a la porla. A dì 7 zugno vene la mojer dii Zernovich fo lia di sier Antonio Enzo, qual ha via por il suo viver la palla di la torre nuova, ducati 30 a l’anno, e si paga a le raxon nuove, et disse per la parte quelli signori 11 lien, la mità è, non poi viver etc., tamen stante la leze non si poi far al(ro. Intrò li cai di X more solito e sleleno assai, e poi quel domino Berardo, nontio dii papa, vene a tuor licenlia, va a Roma, va dal marchese. Di Gitadella, di Alexandro Bigotim, dijeri. Fo lettere lede con i cai, è dii provedador Pizamano, par il signor Pandplfo Malalesta è a Vicenza voi in-trar in Ciladela con spalo sue, el qual avisa la Signoria se li par ge lo darà in le man, e si mandi cavali e più fanti. El li fo scrilo se intendesse con li prove-dadori in Campo, et etiam scrilo a li provedadori nostri, et mandatoli la copia di la lettera acciò si facesse questo. Vene li capetanij zercha i debitori, e Polacho ha-via releiiuto sier Marco Marze]lo quondam sier Francesco debitor di (anse di L. 30, et posto in caxa sua, el fo parlato su questo e si pagi, e vadi drio fazando P olìcio suo. Vene Nicolò Aurelio secretano di cai di X, dicendo esser zonto quel messo di Sagramoso Visconte con questa resolution voi far conira cambio P impe-rator dii dito e alcuni altri notadi qui solo, in 7 zen-tbilonieni nostri e alcuni altri, et de li presoni à il re di Franza non bisogna parlarne. Or foli risposo non volevamo far nulla, et ne disse sier Zacaria Contari-ni el cav.ilier et sier Marin Zorzi dotor, presoni in Franza, da i qual la Signoria barà ducali GOOO in presiedo. Itcm, disse uno messo di monsignor di la Clela per parlarli e darli uno famejo, fo termina mudarlo dove l’è cb’è in li gabioni, e pouerlo dove era