- 105 - presso quest’ipotesi ". Ci venivano del resto autorevoli consigli al disinteresse; e Ferdinando Martini riferiva allora frai " movimenti " della Camera queste parole dette da Lord Beauconslield ministro inglese degli esteri ad un italiano: 11 Non vi confondete coll’Albania, volgetevi all’Africa; una parte di quel continente può divenir vostra e far ricca l'Italian. Quante volte d’allora in poi il miraggio e la conseguente distrazione mediterranea ed africana si son ripetuti con danno nostro durante qualche fase decisiva della crisi balcanica ! Una sola voce si levò alta, più ferma dell’altre gettando il grido d’allarme per le sorti della costa orientale dell’Adriatico. E il deputato Alvisi che dice : " È certo intanto che l’Austria messasi di mezzo ai due regni del Montenegro e della Serbia viene ad arrivare sino al Mare Egeo e può facilmente unirsi a quella distesa di coste dell'Jldriatico che alla Venezia furono tolte e che possono rendere l’Austria quasi signora su quel mare che è la nostra difesa e la nostra strada commerciale più importante n. Esagerando in quest’ultime parole, l’Alvisi impostava bene del resto il problema della rivalità austro-italiana in Albania; la quale doveva risorgere con maggiore asprezza ad ogni nuova fase od accenno del processo risolutivo dello stato turco in Europa. L’Austria in seguito al Trattato di Berlino veniva separata lungo mare dall’Albania per la sottile striscia delle coste montenegrine, ma riacquistava una seconda strada d’accesso nell’interno attraverso il Sangiaccato di Novibazar, terra albanese su! suo confine meridionale. Seppe valersene, mentre superava mediante ottime linee di navigazione il breve intoppo del Montenegro. Data da allora un più intenso lavorio di penetrazione ecclesiastica, scolastica e commerciale, accompagnato da tutta una preparazione erudita