429 219* A dì 14, donimega. Vene l’oralor di Ferrara et si alegrò, da parte dii suo Signor, di la seutentia fata per la Cesarea Maestà, con altre parole. Vene l’oratòr di Mantoa, et portò avisi di Roma, di 2 et 4, di Gant di 26 et 29 aprii, la copia sarano scriti qui avanti. Da Miìan, di sicr Zuati Basadona el do-tor, orator, di ... . Come li oratori de Grisoni è rimasti d’acordo col signor ducha de Milan di esser alla ruina dii marchese di Mus, et ditti Grisoni, over Sguizari, metteno fanti 2000, el ducha 1200, barche in lago, et li da le artellarie; item, auto Mus, Grisoni debbi darlo al duca, e cussi li altri lochi erano di la ducea de Milan, et il ducha li promette a darli raynes 30 milia in certi tempi. Da poi disnar, fo Gran Conseio ; non fu il Serenissimo. Fatto 11 vose passò 10, et Proveditor sora le Legne non passoe. Fu posto, per li Consieri e Cai di XL, una parte, letta per Hironimo Alberti secretano : cum sit che a di 4 aprii pasato fusse preso in questo Conseio dar al fìdelissimo Zuan Batista Ramusio secretano, qual fa 1’ oficio dii vice canzelier grando a Gran Conseio per aver bona voxe, uno oficio, il primo vaehanle da poi le altre expetative, per l’amontar di ducati 100 a l’anno, et atento sia stà remesso a li Auditori vechii et nuovi certe cause civil erano al-l’Avogaria, perhò l’anderà parte che, perfino vacherà il ditto officio concessoli, li sia dà da poter suslituir in un et l’altro officio di Auditori una persona suficiente a far 1’ oliclo e alender solum a quelle cose erano deputade all’ Avogaria ut in parte. Andò la parte : Ave 2 non sincere, 517 di no, 679 di si ; et li Consieri fo di varie oppinion si F è preso o non, el fo strida, si vederà le ieze, poi si publicherà presa over non. A dì 15. Vene in Collegio l’ oralor cesareo, et portò alla Signoria la senlentia fata per Cesare come iudice arbitro Ira il papa et ducha di Ferrara. Vene l’orator dii ducha de Milan, con la copia di capitoli di la liga fatta fra il ducha, Grisoni et 8 Cantoni di Sguizari contra il castelan di Mus. Vene sier Slephano Magno, stalo capitanlo a Bergamo per danari, in locho dii qual andoe sier Simon Lion, vestito di veludo cremexin allo el basso, et referite, laudato iusta il solilo dal Serenissimo. Di Roma, fo lettere di V orator Surian, di 6 et 9. Prima, di l’aviso venuto di Allemagna di la sentenlia fata per Cesare zercha Ferrara, dii che il papa non par voglii consentir nè luor li danari, et voi consultar con dolori, etc. Item scrive come 430 li ha parlato zcrcha tuor il terzo iudice per li confini dii Friul, che non si stagi più. Di Mantoa, vidi lettere, di 13. Come hes-sendo sia fata la senlentia in Rota a Roma che il marchexe overo ducha di Mantoa possi refudar madama Julia, fo fia dii re Federico di Napoli, che stà a Ferrara, la qual l’imperator essendo a Mantoa volse la tolesse, el atento quella di Monferà che morse erra sua moier promessa alhora, hor esso duca disse non la voleva, per il che inteso Cesare scrisse al prothonotario Carazolo, è a Milan, andasse a Mantoa a exortar esso ducha da parte di Sua Maestà volesse tuorla, et cussi vene. Il qual ducha largo modo li disse per niun modo volerla tuor. Da poi disnar, fo Pregadi per li frali; non vene il Serenissimo. Parlò per li frati Santo Barbarigo suo avochato et compite. De Gant, di domino Sigismondo di la Torre 220 orator di Mantua, de 26 aprii 1531, scritte al signor duca di Mantua. Da quanto scrissi per le precedente mie de 21 in qua ho poco di più da scriver a vostra excellen-tia, se non che, da poi la expedilione dilla lite de Ferara, la Cesarea Maestà ha fallo inlendere a l’uno et a l’altro delli agenti dille parte molti amorevoli ragionamenti, perchè ciaschuno resti contento dilla sua iusta et discreda determinatone, intendendo che quesla non sii solo diffinilione dille differente passale, ma sii un abolitone de ogni iniuria che sia stata fra la Santità di Nostro Signor et la excellentia dii signor duca, de maniera che per lo advenire il prefato signor duca habbi da essere obsequentis-simo servitore dilla Sede Apostolica e di Soa Santità, et che Nostro Signore lo habia da reconoscere per fìdel vassallo dilla Santa Chiesia et suo obedientissimo figliolo, il che ha dato complimento di satisfatene a cadauna dille parte, se per caso la senlentia non fosse stata secondo il desiderio o speranza loro, benché per iudicio universale ella 'è stala di sorte che ne I’ una nè l’altra dille parie se ne pò ¡ustamente dolere. Dominica passala si fece un tornio, nel qualle la Cesarea Maestà inlervene per avenlurero ; in compagnia sua erano il marchese di Areschot, monsignor di Nienes, monsignor de Otrech, Boussu et Belanson, et furno molli altri aventureri con altre livree et compagnie. Gli mantenidori furono don Luys de Avila, Sali et Erbes. Lo abatimento fu di questa maniera : erano a piedi armati di arme MDXXXI, MAGGIO.