243 MDXXX, GENNAIO. 244 mo futuro si fazi l’entrata in Aquisgrana, ove, quanto più presto si potrà, si farà la coronatione, la qual Dio presti grafia che sia con felice successo di Sua Maestà et salute de la Corte, perchè ci è la peste grandissima et la città è piccola. Gli è il vero che P è stato ordinato alli forieri che non salvino allogiamento in alcuna casa ove almeno per 8 giorni precedenti sia morto alcuno, provisione veramente molto cauta. Nostro Signor Dio ce la mandi buona, chè in questa terra ancora non si è senza, et già ne sono morti in casa de l’imperatore, in casa dii re, dii cardinale di Legie, del marchese de Kescollo, et molli altri luochi ; benché non ci sia già sin hora persona di rispetto, ma il principio non è piccolo. De Ungaria non è venuto più oltre di quello che già per l’altre mie ho scrito a vostra excellen-tia ; ma si sta in aspetatione de intendere che cosa serà successa per le gente che venivano in soccorso dii vayvoda e di Pollonia se gli sarà giolito la reti-fìcatione della tregua per la parte di esso vayvoda. 11 figliuol del duca de Saxonia, il quale è venuto a questa eleclione in nome dii patre, beri non volse star alla messa che cantò monsignor reverendissimo Legato, ove fu la Maestà Cesarea, il re et tutti li principi; et se dice che non vi volse restare per non basar nelle cerimonie della messa la mano al prefato monsignor Legalo, ad imitatione delle vestigi paterne. Perchè li oratori di Genova et Siena conlendeno insieme de precedentia, et Ferrara cum 1’ uno et l’altro, con li quali dui medesimamente ha da contender quello de vostra excellentia, dubitando di qualche disordine che desse da ridere a questi to-deschi, Ferrara et io facessimo intender il caso a monsignor Gran Maestro, il qual 1’ ha referto a Sua Maestà et al Consiglio, et perchè non determinò alcuna cosa sopra ciò, nè penso che determenerano, non volseno che alla messa si facesse altra cerimo-124« nia. Savoia anchora acenna di non voler ceder a Venetia, et si dubita che Anglia et Porlugallo contenderanno. sona atempala et grave, dubito che la prefata posta sarà un puocho più tardeta del ordinario. Agli 28, che è stato un giorno prima di quel che era sia constitelo, gli Electori si congregorno ne la chiesia maggiore, et fecero il solitojuramento, et vi ci intervene anche la Maestà dii re, come re di Bohemia. Dimani o l’altro rilornerano in congre-gatione, et limi poi un’ altra volta si unirano nel medesimo loco et lo elegerano et publicarano. Et così bisogna fare per observatione delle cerimonie solite. Mereore o jovedì se partiremo per Aquisgrana, ove l’altra domenica o el lunedi se farà la coronatione et, subito expedita, la Cesarea Maestà partirà per Fiandra, et quella dii re per Alemagna piglierà el camino. Credo che’l re anderà a Linz, loco molto proxiino el comodo per le cose de Ungaria, de donde pur anche non si ha aleuna nova. La pesle va pur serpendo di mala maniera ; già dui giorni è morto uno di quelli di missier Marsilio cavalerizzo, el a me è slato dello che gli è suo fratello. Qui di ponto in ponto si aspella monsignor da Gambara. Dii ditto, pur di 30 ditto. Dapoi scritta la annexa mia di questa matina, è gionto nova come il socorso de turchi era venuto apresso lo exercilo dilla Maestà dii re ad circa una lega, et che havendo quelli dii re scaramuzalo con quelli che venivano su per il Danubio con avantaggio buono, che essi lurchi se sono retirati due o tre lege, et questi del re inanimati si sono posti ad dar un altro assalto a quelli che sono obsessi, ma però non hanno potuto far frullo alcuno. 11 conte di Nogarolo, che fu quello che portò la relilicatione de la tregua in Polonia, è tornalo con riporto che di giorno in giorno aspettavano medesimamente la re-solutione del vayvoda. Scrissi, per le precedenti mie, che’l figliolo del duca de Saxonia, il giorno di Natale, non volse star alla messa. Et perchè nel juraineuto che feceron gli Electori esso si parli molto prima di la congrega-lione che non fecero gli altri, el si dicea che, doppo fallo il juramenlo, in alcune altre cerimonie che vi si fanno non intervengono se non gli Electori pro-prii, et non gli mandatari de gli Electori, come è lui, et con questo si Iacea la causa per che’l si era parlilo bora ho inteso tulio il successo, il quale è che, dicendo esso non gli parer bene che la eletione si facesse fuori dii loco consueto, che è Francfort, el dicendo alcuni de gli Electori che pareva loro Lettera dii ditto, di Colonia, di 30 dicembrio. Con la posta, che già tre giorni dovea partire ma non è partita sin hora, viene il signor Alonso de Reboledo, mandato da Sua Maestà a Ferrara per causa de la lite che si è agitata qui inanzi Sua Maestà, et si crede per tentar qualche compositione prima che la sentenlia si publichi; et perché è per-