mdxxx, ottob,;e. 26 Monte de subsidio, et reìiqua ut in parte supra-scripta. De parte 42 10 Scr Leonardus Emo, Sapiens Consilii. È benissimo noto a questo Conseio la grandissima somma de danari si ha convenuto exbursar ne la conclusion de la pace nostra et da poi, a benefìcio universal non solum de questa città ma in generai de tutte le città et subditi nostri, la qual exbursation è sta fatta senza alcuna graveza de diti subditi nostri per il desiderio che ha habuto la Signoria nostra de la indennità loro. Hora veramente che è necessario ritrovar una grossa summa di danari per satisfar a molte importantissime spexe, oc-coreno al Stalo nostro, sicome per sua prudenti» cadaun di questo Conseio ben intende, é cosa conveniente che li prefati suditi nostri seniino la parte sua per poter, salisfazendo la Signoria nostra quello che la è obligala, cadauno goder di ditta pace nostra in quiete et tranquilità. L’ anderà parte che, per autorità di questo Conseio, sia dimanda uno subsidio di ducati 100 milia a tutte le città et tutti altri lochi nostri da terra ferma, qual babbi ad esser pagato sì da exempli come da non exempli, exceptuando però li ecclesiastici, quali per li beni ecclesiastici si inlendino immuni da tale conlribution. La qual summa di danari sia et debba esser scossa cum tutti quelli modi, forme, division el ordine che è stà observà ne l’ultimo subsidio di altri ducati 100 milia dimandatoli per parte presa in questo Conseio a dì 5 marzo 1529. Dechiarando che da questa conlribution siano et se intendano in cadauna cità et loco nostro esclusi et immuni quelli che viveno solamente di opera rural et exercitio manual, el se olirà di questo ha-vessero beni, per quelli debano contribuir, sicome fu etiam observà ne 1’ altro ultimo subsidio sopra-ditto. Dechiarando etiam che quelli del Polesine di Ruigo, Lendenara et Abalia, cadauna di le ditte comunità debba pagar per la carata soa. Quelli veramente de ditte città et lochi, che pageranno la sua limitalion et porlion per lutto dì 25 del mese presente, haver debbano 10 per 100 di don, essendo obligati li rectori nostri, sotto la pena contenuta ne la parte dei furanti, mandar di zorno in zorno quelo scoderanno del presente subsidio de qui a l’officio nostro dei Camerlenghi di Comun, da esser posti i danari in una cassa separata, i quali, nè alcuna parte di essi, non possano esser spexi, salvo per deliberaron di questo Conseio, sotto la medesima pena dei furanti al Camerlengo di Comun nostro, sarà a la cassa, et al fidelissimo nostro Zuan Alvise Bonrizo di privatimi di l’officio suo ; ma siano servati inlati per far di essi quanto parerà a questo Conseio. De parte 103.— f 128. Fu posto, per li Consieri, Cai di XL e Savi, do- 11') vendosi partir di qui I’ orator di la excelsa república fiorentina per repatriar, aziò vadi ben satisfatto, li sia fato un presente di ducati 302 a lire 6 soldi 4 per ducato, et al secretario suo ducati 25. Fu prei sa. 26 di no. Fu posto, per li Savi, che havendo richiesto 1* orator cesareo che átenlo la capitulalion fatta in questa paxe sia fato un capitolo, eh’è’l capitolo alias fato in Vormatia, che di le diferentie di confini di Friul con F arziduca si elezi lino iudice per parte e il terzo poi, havendo nominati tre, lo duca di Mail-toa, I’ orator del papa è apresso la cesarea Maestà el il vescovo di Augusta, et havendo esso archidu-ca electo uno, et la Signoria nostra domino Malbeo Avogaro dotor et cavalier citadin di Brexa, che per il Serenissimo li sia dito che per terzo volemo lo reverendo episcopo di Chieli, qual è napolitano e subdilo di la Cesarea Maestà, ut in parte. Fu presa. Ave: .... di no. Et fo comandà grandissima credenza non si dichi nulla se prima in Collegio non se dica a 1’ orator cesareo. Fu posto, per li Savi del Conseio, excetto sier Lunardo Emo, et Savi di Terra ferma, richieder uno impresiedo di ducati 100 milia a le terre nostre di terra ferma, ut in parte, el che etiam sia posta una (ansa in questa terra, ut in parte. Et sier Lunardo Emo savio dii Conseio voi la parie di la tansa di terra ferma el non quella di questa terra. Primo parloe sier Domenego Trivixan el cavalier procuralor, savio del Conseio, per la parte di Savi, et ben ; et non è di dar angaria a la terra ferma si non si demo anche a nui. Et li rispose ditto sier Lunardo Emo qual fè un gran rengon. Da poi sier Zuan Contarini savio a Terraferma messe voler la parte con questo, la tansa di questa terra fusse al Monte del sussidio, sicome la copia sarà qui avanti. Andò le parte : 7 non (1) La carta 10* è bianca