¿33 MDXXXI, renissimo re di Romani, di 18 dii passato, non si fa menlione alcuna de la conclusione della treugua, che fa star alquanto sospesi, nè si pò pensar che essendo vera, come pur se existima, possi tardare molto che non non se ne habbia la chiareza da ogni parte. De monsignor de Tarbe non se intende altro, se non che si pensa non possa tardar molto a esser qui. Da Roma, di é ditto, al soprascritto. Di Franza si ha, per lettera de 21 dii passato, che monsignor reverendissimo de Agramonl dovea partire il giorno sequente per Italia, et eh’ el re Christianissimo era partito da Paris per andar fuori a.spasso a caza et ad altri piaceri. Che Sua Maestà havea provisto da 300 milia franchi a Svizeri, ben a conto delli sui avanzi vechii, perhò questo pagamento fa pensare che ella dissegni de loro in qualche sjuo obietto, ancorché se intenda che havessedalo malissima risposta a quelli foraussiti italiani che se ritrovano lì alla Corte, rizerchando essi subsidio di qualche denari per mantenirsi ; ma sono stati chiariti che se vogliano da vivere bisogna che provedino per altra via, perchè da lei non sono per haver cosa alcuna. Lo exercito cesareo che era ad Ascisi doveva partire hieri de lì et inviarsi verso Romagna. 11 signor marchese dii Guasto non ha fatto la reforma-tione, havendo casso bon numero di capitani et anche qualche parte dilla fanteria, benché pocha ; pare che se invii per andare alla volta di Ellemagna, se da F imperatore non verà ordine in contrario: così dicono questi signori cesarei qui. In litteris oratoris Medioìani die 9 maj 1531. Capitoli conclusi tra lo illustrissimo signor duca di Milano et li ambasciatori et capi-tanio di Zurich, Berna, Clarona, Basilea, Friburgo, Solodorno, Scafusa, Apensil, Cochimburgo, et li Signori di le tre.parte di la Liga grisa. Che il castellali di Muso con li fautori siano et se intendino rebelli. Che questa comune intelligentia sia ad excidio dii ditto castellano, et che niuna di le parie possi venir a pralicha con lui senza consentimento di l’altra, et movere arme conira chi volesse aiutarlo. Ch’ el duca armi le barche perfettamente che sono in Como. (1) La carta 222* & bianca. I Diarii di M. Sanuto, — Tom. IIV. MAGGIO. 434 Ch’el tegni un numero di 1200 fanti per quella impresa, et loro 2000, el li danari debba Irazer de li paesi che si recuperarano. Ch’ el sia ruinà Musso et le terre dii lago, et non sia redificato più, et Svizeri et Grisoni siano exenti dai datii durante la presente confederatione. Che siano restituite al duca tutte le terre eh’ el possedeva per inanti il prender de Morbegno. Che li campi siano governati per li deputali da una et F allra parie. Ch’ el duca dagi 30 milia fiorini a Grisoni, a 10 milia a F anno, principiando mexi 0 dappò finita la impresa. Che Fartellaria che si rilroverano siano dii duca, et lì danari et ori partili per mila. De Gant, di 3 maggo 1531, al signor ducha 224') di Mantoa. La partita di la Maestà Cesarea da qui non sarà così presta come si extimaya, perchè le male condi-tion di (empi sono stati di sorle che lutto el paese ha patito di maniera che in puochi luochi si può più andare onde si posa sperare di relraere il viclo per la Corle, tante sono state le inondationi di questi giorni passati. Per questo si pensa che, dapò l’essere stata la Corle'qualche giorno in questa terra, si ritornerà in Rruxelle. La expeditione di questi Statisi farà presto, perchè nuli’allra difficullà ci resta, salvo che questi provinciali voriano una de-claratione da Sua Maestà, che mentre durerà il pagamento de questi danari, che secondo li termeni seranno 6 anni, non li serà imposta alcuna allra graveza de novo pagamento, ma quando pur la ne-cesità astringesse ad imponerne qualche altra, che in tal caso se tengano per absoluli da questa, che restarano a pagar di questa, et Sua Maestà se ne contenta et gli promette, ma essi la voriano-in scritto, et Sua Maestà voria che stesseno a la sua parola. Sino qui le oppinione di quello che habbi da far la Maestà Cesarea sono state diverse, et ogniuno (dice) quel che li pare o che voria ; ma al presente la voce universale è che si tornerà in Italia, et questa voce si è invalidata da poi che si è parlato di la treugua fra il re di Romani et il vayvoda, benché la non si dica per ancora per altri avisi che de Italia. Ciascuno presume che il ritorno di Sua Maestà (in Spagna sia necessario, quando non succeda il Concilio, et che la diffìdentia di Sua Maestà) di non poter (1) La carta 223' è bianca. 28