'a MDXXX, de...... qual ha tolto una sorella del Signor per moier, di panni d’oro e di seda per Psmontar ducati 700. Item, di le noze, intervenendo la fia di sier Andrea Diedo voria darla al signor duca de Milan, nulla fo parlalo. Item, fono sopra alcune cose di Vicenza et non fu tempo, et fo rimessa. 38 A dì 23, domenega, la rnatina. Veneno in Collegio li oratori di la comunità di Vicenza, domino Lunardo da Porto dotor et domino .... di Valmaran dotor, et voleano scasarsi dicendo haver saputo la deliberatici] falla eri in Senato che i pagano, ma voleano che etiam fusse compresi a pagar quelli di estimo soldi 5, al die il Serenissimo e tutto il Collegio dissello non voler, et sia exequila la parte. Dapoi disnar, zorno deputato a far la festa et bellum navale. Prima, conzato il soler benissimo avanti la fazà del palazo varda verso San Zorzl mazor, et di sora a le colonelle lato una serata per il Serenissimo et il duca, e posto il raso cremexin a lulti do. Fato condur ¡1 castello di legno bellissimo su zatre a mezo canal, el ancora si che’l stava fermo. Per tempo le done si reduse..o sul soler da zerea numero 100, non però vestite che passusseno la parte. Poi il Serenissimo, benissimo scompagnato da tulli li procuratori zoveni, et altri senatori di Pregadi et l'uora di Pregadi, tamen io Maria Sa-nudo non vulsi andar, ma erano grandissimo numero perchè olii voi va ; il Serenissimo vestilo di restagno d’ oro, et cussi la barella. Poi li compagni andono per il signor duca de Milan, qual vene con li soi, et come fu sopra la scala, il Serenissimo era lì, et insieme andorono al loco deputato. Et per non pretermetter questo di scriver, tutta la piazza era carga di zelile fino in Terra nuova, e tutta la riva di San Zacaria. Item, do nave fo consulte ili canal, una di sier Mafìo Bernardo dal Bancho, va in......, et P altra di bole 400 di sier Marco . Bragadin et sier Nicolò Michiel, va in Barbaria, sopra la qual con ditto sier Marco Bragadin andai a veder, le qual nave e altri navilii assai erano pieni di donne et liomini, el cussi altre barche grosse, sichè verso San Zorzi mazor pareva una armada; poi era grandissima zente, sichè tra qui e a San Marco e lì atorno fo slimalo 100 milia persone, Olirà infinito numero di barche piccole piene di persone. El duca di Ferrara siete di sora con li soi, incognito, al pozuol di Gran Conseio. Hor reduti tulli, do compagni havenno cargo di questo bellum OTTOBRE 80 navale, sier Etor Contarmi qu. sier Andrea et sier Michiel Salamon qu. sier Nicolò, quali in zipon erano su peotine, et andava ordinando la festa. Erano 12 bregantini, overo barche longe, per banda, armale, che sono numero 24, et con artellarie e scale da monlar sul castello, et cadauna armala haveano un capitanio, i qual fono, di una, Zuan Papa, di l’altra, Francesco da Pozo, liomini maritimi. Et cussi nel castello era un capitanio di fan-tane chiamato Gatin da Bologna, con . . . fanti armati con spade di legno el artellarie, el polvere assai, el assà numero di pigliale di terra da trar fuora. Hor, zonle le armate tulle do, e lornialo il castello, e quelli dentro salutandoli con trar schioppi e altro, fo mandato do bregantini a richieder il castello, e loro li rispondevano, zoè mostrandosi 38* con le arme. Hor poi P armata si aproximó da una banda, et P allra da P altra, e comenzono a dar ba-taia z ollerai al castello, e loro dentro si difendeano con trar pigliale, e loro con le srale volendo monlar suso, presi do, fono apicati ; dapoi ruinà le difese, etqudlli denlro li pensevano zoso e cadevano in aqua. A la fin alcuni valenti montono suso, e con le bandiere quelli denlro si redusseno ne la rocha, la qual etiam fo combalula et presa. Et questo non durò mollo, che almen doveano lenirsi a una altra balaia. Hor il castello preso, fo mal conditionato. Compito questo, qual per mia opinion non fo cosa bella, si chiama in greco neumachia, ma più non è sta falla, dapoi si principiò a portar la colation, la qual veniva fuora di la porla grande del palazo, et cadaun compagno havea .... presenti per uno, una infinità di spongade. Il primo fo sier Leonardo da chà da Pexaro, et era la spongà per il duca con san Marco grando e il bisson col gelpho in boca. Poi quel del Serenissimo, un San Marco grando con Parma Grita et bareta. Poi erano 7 San Marchi con........Dapoi seguiva li altri compagni con varie sorte di spongade di zucaro, e certe ninfe con le arme di lutti i compagni, et altri animali di zucaro, poi confelion varie, lerzie, pignocae, calisoni, pislachee, confetti, bo-zoladi, storti, fugazine etc.; sichè numero 23 compagni et con servitori con varie livree et maxime di barele, tra li qual fo una compagnia di todeschi forneri, ben veslidi, e tulio in arzento, cope, ba-Zili, confetiere, tazoni, bocali, ramini, vasi et altro, in lutto fo numerato quelli porlono la colation numero 250, che fo cosa molto magnifica et sontuosa, la qual con gran fatica li era fallo largo, ma li compagni menavano gran bastonale, et ne fo