393 mdxxxi penachio de pene nere legate di fil d’argento, et cosi era tutto coperto il cavallo di esse pene legale. Voltegiato che hebbero forse do volte, la Maestà di esso re voise provarsi con questo Montegian, et di 10 lanze che corsero il re ne rupe 8 el gagliardissimamente, el per quanto io ho sentito a dire non si potea far meglio. Ma mi era scordato, avanti che Sua Maestà comparese nel slechalo monsignor de Gisa, eh’ è fratello dii Cardinal di Lorena, comparse armato corno li ho dillo alla foggia et livrea dii re, senza elmo in capo, acompagnato da 10 corsieri belissimi, nè così belli facilmente non ne vederòpiù in vita mia, con 10 pagi ornati di velulo a la soa livrea: costui con il suo voltegiar di cavati! iuter-tene la brigata che aspetava il provarsi dii re. Poi che corso hebbe Sua Maestà, diversi principi corsero et spezorno gagliardamente le sue lanze : monsignor di Ambra fu abbatulo con il cavai in terra; monsignor di Baroli Dogai, che portava il brazo deslro coperto di ormesin verde, costui corse forsi 20 lanze nè mai ne rupe una. Questo prova-mento et bagordo principiò da le 22 bore fino a noie, et poi fo fato fine; a questo intervene doi di nostri ambasatori. Il jobadì graso fu dato princi-cipio alla generai giostra, qual fo fata in un locho dentro di questa cita apresso alla porta di Santo Antonio, suso una strada larga et spaciosa, arente un delli pallazi dii re ditto le Tornelle. Ivi era fato le sue sbare con la sua (ella longa 150 vargi il ste-chato e 10 pasa largo, nobilissimamente ornalo, da un di lati del quale vi era un palcho assai ben largo * e longo, il qualle da un canto, che vien ad esser a ponto nel mezo, sopra vi era doi grandissimi pezi di veludo cremesino listato di pano d’oro atomo, largo l’oro forsi tre quarte, sopra dii qual veluto vi era un longissimo et largissimo pezo di pano d’oro, dii qual, per acomodarsi la Maestà di la reiua con li figlioli regii, erano, pur di brochato, una gran quantità di cusini. A capo di cotesto palco era la Maestà di la reina, vestita di raso biancho con una grandissima quantità di zogie atorno, tra le altre havia uno diamante grande quanto una noce et uno rubino di quèlla instessa maniera atachali al collo, alle orechie haveva tre perle grosse corno una gran nosella, insieme con le doe figliole dii re. Le qual ambe doe venero con essa reina in una leticha tutta coperta di brochato, ma da chadaun lato perliò aperta, menata da doi belissimi corsieri coperti et forniti de l’instesso brochato, guidata da doi pagi armati et tutti veslili di veluto violelo, acompagnata da forsi duecento alabardieri alla divisa zalla, rosa et pavo- aprile. 394 naza.con una salamancha in focho, rechamata di ma-gii'te d’ oro et d’argento, nel petto et da rietro di le spalle. Da poi la seguivano gran quantità di gen-tilhomeni vestili et benissimo adottali di oro, vetuto etrechami, et forsi 100 soe damigelle, purspagnolle, sopra belissime chinee, le qual tutte, con altre assai principese, signore et duchesse, si posero sopra il dito palcho. A l’incontro dii qualle ne era un altro palcho partito in doe parte, adornalo di belissimi et finissimi razi, in una parte dii qualle forno posti, per la maestà dii rp, li signor presidenti dilla giostra, zoè monsignor di Vandomo, il visconte di Turena, monsignor della Val governato!’ di Bretagna, monsignor di Gastelbrian, monsignor di Loe et il signor Galeazo Visconte milanese; ne 1’allra parte vi era li ambasatori, zog il nontiO dii papa, l’ambasator di l’imperator, li nostri tre clarissimi oratori con quel di Ferrara, el 4 gentilhomeni di la Maestà dii re per compagnia di essi, et per soa cortesia lasorno intrar il magnifico misier Zuan di Cavalli, il magnifico messier Lodovico Lion, et li lor secretarli et ancor io. Dal capo veramente dii stechatoera fabri-eato di legname un archo triumphale depento superbamente di fenissimi colori et fiori, hi zima dii qual eravi un scudo ornalo di una corona imperiale, et in es>{) scudo vi era I’ arma dii re et reina. Da cadaun lato vi slavane doi homeni armali che suslen-tano doe bandiere, nelle qual è depento le doe imprese, una fenice in focho, dii re, et una salamancha pur in focho, di la rainà. Da un di canti dii qua! archo vi è preparato un adornatissimo balehone cou panno d’oro dalla zima fino al fondo, dove madama rezen-te, madre di questo CCristianissimo re, gionta fu, vi andò, che per Dio vene superbissimamente in una leticha dorala et di fuori fodrata di veluto nero, guidata da doi bellissimi pazi vestili di veluto negro, sopra doi bellissimi et ornali mulli, acompagnata da forsi 6 over 8 ietiche et una grandissima quantità di baroni et dame francese sopra chinee belissime, et questo perchè in queste parie non si usa charete niuna. Finita la venuta sua, cosi dii re et reina, comparse nel slechato 6, qualli chiamano tenenti, et s’ano da lor stessi obligati a chadaun risponder in quesla giostra; iiianti di qualli vi era 6 araldi, che son quelli referiscono le bote alli p'rescidenti, vestiti di l’arma dii re et reina, et 12 trombeti vestili di quella instessa foggia. Poi seguiva una infinità di bellissimi zaneti turchi et corsieri, forniti tulli di veluto et oro, il numero non mi ricordo, sopra di qualli erano gentilhomeni el servitori adobati el vestiti di veluto, raso et damascho, di la impresa et li-