m MDXXX, FEBBRAIO. 296 sier Gabriel Venìer orator, di ... . Scrive la cosa dii caslelan di Mus, over marchese, falò Irie-va col duca per Ire mexi, e fato alcuni capitoli, li qual è slà mandati a l'imperador. Itcm, come il ducha fa far fanti al Vislarin per mandarli con lui a la custodia di Corno. Gionseno mercanti di le galle de Alexandria in questa terra, le qu-al è a Parenzo vuode, con 100 bote de vin, parlino di Alexandria a dì 7 decem-brio, peroehè sier Zuan Alvise Bembo capitarne ave la licentia dal Cayro dal bassa di levarsi, siché non hanno conlratà. nulla poi muda, perchè erano poche specie, et mori le volevano vender care. La qual licentia l’avono miraeulose, eh’ el capitò lì a di’. . . . novembrio uno.....lurcho, parente dii bassa dii Cayro, qual vene da Roselo, le galìe li fece honor e fesia e un bel pasto e lì donò 3 veste di seda, dolendosi di mercadanti mori che non voleano contralar si non a gran precii, e che loro patroni erano desfati, suplicando volesse farli dar licentia. El qual promesse di far, et mandono con lui il barbier per non mandar alcun mercadante, sichè in 7 zorni andò e tornò dal Cayro con la li-cenlia, et cussi si partirono. * Da poi disnar, fo Conseio di X con la Zonla. Fu poslo do parte di Cypro, videlicet, che li stalliti che sono in francese si redusi in italian ydioma. Item, che le vendede et apalli si fa, se fazi come si feva anligamente, eie. Item, che siano cassadi ludi li fanti posti in Fa-magosta dii 1520 in qua conira la forma di le parte. Fu posto una gratin, el presa, che sier Piero Bembo qu. sier Zuan Batista, sialo nobile con sier Francesco. Contapini patron a Baruto, possi andar soracoinilo da poi tutti li altri, in locho di sier Alvise Bembo suo fratello che inorile, il qual dii 1525 donò a la Signoria ducali 250 per andar sora-comilo. Ave tutte le balote, una non sinciera. Fu posto elezer, per scurtinio, di queli dii Conseio di X, do, ¡qualli debbano limitar li precii a pagar la canzelarin, da esser poi, quelo farano, apro-vado per il Conseio di X. E fo posta col Conseio simplice et presa. Fu poslo, e preso, una gratia a sier Francesco Zen qu. sier Alvise, debitor di 30 et 40 per cento per l’oficio de . . . .......... Fu poslo. e preso una gralia a sier Marco Barbaro qu. sier Alexandro, fo podestà a Murati, debitor ut supra, di pagar ut in parte, pagar 50 ducati di Monte nuovo, il resto de prò de impresi idi. Da Cividal de Friul, fo letere di sier Gregorio Pizamano provedador, di 13. Avisa aver eh’ el re de Romani à concluso trieva con il re di ' Hongaria per mexi 3. Scrive se intende, il re de Poiana haver mandalo suo fiolo in la Ga dii re di Romani di anni 6 et il puto è di anni 10, per inlerpo-sitione de chi erano seguite le trieve per 3 mexi. Et il re Ferdinando era venuto a Linz, ove farà carnevai, poi andarà a Praga in Bohemia, (erra principal ove si ha a far diete per le cose lurchesehe. A dì 16. Fo il zuoba di la caza. La matina. 155 Nulla fo da conio. Da poi disnar, ¡usta el solilo, in piaza fu falò festa, bella, fu assà zente, et uno soler in mezo la piaza, dove, poi (aià la lesta a li porzi et ¡1 lorPo, vene suso dii soler 6 pelegrini, qualli andavano atorno meravegìiandosi di veder -tanta zente e tanto spetaeulo, poi se miseno in oration ; poi vene uno vestito da diavolo, qual li tentava, e loro saldi, il qual li menò una dona tolta di certo monte, con la qual tentava questi pelegrini, e loro pur saldi : a la fin non poteno star staldi a la dona, che buto-no via li habiti, et spogliati balono benissimo el a lempo con li bordoni in man. Poi partili, vene sul soler una carela con 5 ninfe suso, lirada da do cavalli vivi, e vilani con zoie in lesta drio che cantavano, e queste erano le balarine famose Carpesana, Ferarese eie. meretrice, el ballono benissimo e sole e con li vilani. Fo inlermedii di canti et zugar di spade benissimo, el uno Ballistin»a saltar; poi vene uno saraxin dii conte Guido di . * . . , qual è valentissimo, et saltava molto forte, con laude da tutta la piaza, tanto erra la sua valentisia. Poi fo dà fuogo a cerio castello, erra sopra uua corda dal campaniel a la chiesia, qual fé diversi fuogi eie-Compita, il Serenissimo con lutti li oratori, papa, imperador, Franz», Anglia, Milan et Ferara, era etiam con li cavalieri uno thesorier dii papa, di Romagna, nominato domino . . . . , et il conte Bruuoro di Gambara et il cavalier di la Volpe et altri palricii in scarlalo, i qualli andonoin palazodil Serenissimo, dove insala fu fato un festin de 15 * donne sue parente, con inaschare. Fo conaenzà recitar una egloga, ma perchè erra parole sporche il Serenissimo li mandò via. Et fo fato la colalion di pistachee, pignochae, calisoni, fongi, confelli, storti, fugazìne et bozolai, ¡usta il solilo di Soa Serenila, qual compita, lutti andono a caxa. É da saper, ozi seguile un caso mollo miserabile,