63 MDXXX, OTTOBRE. 64 f Sier Pirro Valier è di Pregarli, qu. sier Anlonio.........140.54 f Sier Berluzi Zivran fo proveditor a le Biave, qu. sier Piero.....134.64 Sier Daniel Moro fo consier, qu. sier Marin..........121.68 A dì 18, fo San Luca, la rnalina. Vene in Collegio l’oralor di Franza per saper di novo. Vene l’oralor dii duca di Ferrara per cose parlicular. Veneno li compagni Reali con el suo signor, (ulti, un driedo l’altro, et parlò sier Francesco Juslinian qu. sier Anlonio el dolor, uno di compagni, come, havendo inleso che eri in Pregadi non fu preso la parte di darli licenlia che per questa volta porlasseno quello volevano per hono-rar la terra alle feste faranno, el perlanlo non havendo altri zuponi cha quelli d’ oro fatli, supli-cavano di gralia li fusse concesso poter portar quello volesseno, come altre fiale è sta lutto nel far feste publiee. A questo il Serenissimo li rispose che non voleva romper la parte. E tulio il Collegio si levò suso parlando per loro. fior il dose disse : « Si fare, chiameremo Pregadi et vi conda-neremo ». E il Collegio disse : « Porte quel volò ». Et al partir, sier Lunardo Emo, savio del Conseio, disse : « Fé pur la festa el honoreve, che non sarà altro, e si sarè condanadi pagerò per vui ». E cussi porteranno quel vorano. Vene il signor duca di Milan per barca, el qual questa notte ha dormito a caxa del suo ora-tor domino Benedelo da Coi te in chà Pasqualigo a Santa Justina, dove eri sera ceuoe lì con alcuni soi intrinsechi. Et era con soa exoellenlia so-lum questi ; .... Et il Serenissimo con li Consieri e Savi e Cai di X si reduseno in I’ audien-tia in palazo dii Serenissimo, et lì li deteno l’au-dienlia secreta. Di Givìdal di Friul, dì sier Gregorio Dìzzamano proveditor, di 10 octubrio 1530. Rieri sera al tardo arivò in questa terra domino Raymondo R'hodymberg, consier in Vienna del signor re, va a Goricia. Referisse esser partito da Vienna alli 2 di questo, ove stavasi non senza molto sospetto di le cose lurchesche, rispelto che a la fine di avosto venero in Bona da 10 in 1*2 milia cavalli de turchi et condussero alcuni pezi di artellaria con fama che sopravenirebbe etiarn al- tra genie, et nel mese passato hanno in diverse fiale corso nelli terilori di l’Austria el fallovi grandissimi danni. Che le genie che erano, con domino Nicolò da la Torre capilanio, in Possonia, loco da lodeschi chiamato Prespureli et mollo da loro stimalo, potevano esser 7 in 8000 persóne, non potendo più uscire alla campagna, erano quasi in (ulto sbandate, el la persona di esso domino Nicolò ritornava bl governo di Goricia. Et che si iudica, a tempo nuovo, se non avanti, liaver-in quelle parte molla guerra, che la pace si tralava tra il re suo et signor vayvoda non è per seguir, quantunque il serenissimo re di Poiana per ciò mollo se affaticasse, et il giorno di S. Mi-ehiel doveasi metter in tutto fine a questa pratica. Dii ditto, di 16 ditto. Meri sera gionse la moier di domino Nicolò da la Torre cum due carette el cavalli 20, et al-logiò in questa Ierra .in caxa di alcuni soi parenti, la qual ne li zorui passati con essa compagnia si era partita da Gradisca per andar in Posonia a rilrovar el marito, el narra che in camino, hes-sendo arivata a l’abatia di Vedrin, luoco distante da Vilacho per una giornata, ebbe una stafeìta con lettere dii marito et' ordine che dovesse ritornar a caxa. Che erano di nuovo venute in Hon-garia gente turchesche assai, dii numero dicevasi diversamente, et una gran banda di lor cavalli era corsi apresso Vienna 4 miglia todeschi et ferno grandissima preda di persone et animali el, per avisi haveano, erano per venir ne l’Austria, et stavasi perciò in quelle parte in gran sospitione. Che in Viena erano, come si dicea, 2000 fanti spagnoli et napolitani, assai malcontenti. Che il capi-tanio Fransperger dovea venir al governo di Possonia, come era fama, con 3000 fanti, et altri 3000 si mandava in Vienna, et domino Nicolò da la Torre andarebbe alla corle. Il medesimo, del venir di nuovo turchi in Ungaria, si intende per via di Sagabria et di quelli altri luochi a questi confini. Noto. Eri gionse in questa terra il reveren- ; dissimo cardinal Salviati parente dii papa, fo fiol di una sorella di papa Leon, venuto incognito con 14 persone, et il reverendo episcopo di Bergamo ( 1 ) Li carta 30* è bianca,