133 MDXXX, NOVEMBRE. 134 Dapoi disnar, fo Conseio di X con Zonla di Collegio per expedir li antivarani, et fo compito di lezer il processo et poslo, per 4 Consieri et sier Domenego Capello Cao di X, la expedition loro tutti a un tratto, videìicet alcuni confinali a star 10 anni in questa terra, altri 6 anni, in tutto numero 11. Et sier Marco Minio Cao di X voleva fusse colegiati etc. ; ave la so balota. A dì 24, la malina. In Collegio fo gran remor, come è sta questi zorni, per il lolho fa sier Andrea Diedo, dicendo chi haverà lotho non sarà mai pagato etc. Dapoi disnar, fo Collegio per expedirla materia di seragii de Arim. Et reduli, introno in la diferen-tia di sier Vetor Soranzo qu. sier Mafio, fo gover-nador a Traili, con il signor Camillo Orsini, era al governo di la Puia, intervenendo certi fomenti tolti etc. Parloe el ditto Soranzo, et li rispose domino Alvise Discalzo dolor, avocato dii signor Camillo. In questa malina sier Zuan Dolfin, fo avogador, in le do Qgarantie, dapoi 16 renge, compite di parlar. Et poi disnar parlò in soa risposta domino Francesco Fílelo dolor, avocato di sier Andrea Lo-redan, et andará seguendo il suo parlar. Item, eri malina in ditte Quaranlie fo dà laia, per sier Mafio Lion avogador, a chi acusava quello o quelli asaltò sier Piero Capello, di sier Filippo, di sier Polo el cavalier procurator, a hore 3 di notte a San Morizio, venendo a caxa, babbi lire 1500, et se uno compagno acuserà li altri sia asollo, ut in parte. Fo butado il Collegio di sier Polo Nani e li altri : tocoe sier Jacomo Badoer, sier Francesco Donado el cavalier, Consieri da basso, sier Toma Moro Cao di XL, sier Stefano Tiepolo avogador di Terraferma, sier Zuan Ma'hio Bembo el sier Antonio Barozi, Signori di Notte. Nolo. Vicenzo Monticoli vicecolaleral, di nation veronese, qual era in quesla terra in la Trinità per esser amico di sier Zuan Lippomano fo pagador, el qual fo proclamà a Brexa, si parli e non si voi a-presentar, ni etiam Constanti!! del Ducho, cogitor a la banca, brexan. Di Candia, fo lettere di le galìe di Alexandria, di 25 setembrio et di 2 octubrio, da Cao Salamoñ. Come haveano auto lettere di l’orator Zen, da Constanlinopoli, con 1’ aviso che ’I Signor turco mandava a tuor le specie tutte e farle con-dtir a Constanlinopoli. Item, hanno aviso che in Alexandria erano poche specie. Et scrive la morte di sier Bernardo Grimani, fo soracomito di una galla è in Cipro, qu. sier Zacaria. A dì 25. Fo Santa Catiiarina. La m&tina 66 non fo lettera alcuna da conto. Dapoi disnar, fo Gran Conseio. Non fu il Serenissimo. Fato luogotenente in Cipro, in luogo di sier Agustín da Mula non ha risposo in lempo, et rimase sier Marco Antonio Trivixan, fo al luogo di Procurator, di sier Domenego el cavalier procurator, vene triplo, ave:.....113 di no, il qual è stato consier in Cipro; fo suo scontro sier Polo Valaresso, fo podestà a Bergamo. Ave : . .... Et fo fato altre 8 voxe et tutte passoe. Dapoi Conseio si reduse la Signoria col Serenissimo in Collegio ad aldir li oratori di Padoa con . sier Piero Mozenigo cassier, per le cosse di seragii de Arim. Di Anversa, fo lettere in merchadanti, di 9 novembrio. Di una grandissima inondalion di aque stala a di 5, come apar in capitoli di più lettere, li qual sarano notadi qui avanti. Di Augusta, di sier Nicolò Tiepolo el do-tor, orator, di 14. Come le zente di re Ferandin a dì 11 inlroe in Buda, et il re Zuanne con domino Alvise Gritti sono in castello, et par sia venuto soccorso di turchi 30 naxate, li qual, smontati e intrati in castello, hanno afondato le naxate. In questo zorno, poi disnar, in chiesia di Frari menori ¡usta il solito si tene conclusion per uno frate maislro di! studio. Vi fu domino Sebastian Fosearini dotor alla lelura di loycha et philosophia, tamen non leze, et etiam I’Egnatio non leze et mancho Vetor Fausto in grecho, et il Memo in me-thamalicha leze vulgar. A dì 29. Fo lettere di Roma, dii Surian 66* orator nostro, di 21. Dii zonzer lì don Piero di Cova, orator cesareo, qual era stalo dal papa rechio dendo il concilio, promelendo al papa che ne la persona ni stato suo li sarà fato «alcun nocumento. Unde su questo eri fu fato congregaron, et par il papa coudecenda si fazi il concilio a Turin, a Milan o Manloa, terre de Imperio. Scrive come era sialo dal papa a dimandarli di novo. Soa Santità disse : « Non dico a chi non dice: ho scrito a la Signoria mi conseglii zercha queste cose lulherane e lei non voi ». L’orator scusò dicendo, rispose col Senato li pareva non far con le arme ma col concilio. Et il papa disse: « L’è vero, che con le arme è mal far ». Poi li disse dii venir di don Piero da Cova eie., dicendo: « Darò do capitoli a lulherani che forsi non voranno il concilio, come feno boemi ». Scrive si