05 Lipomano, alozalo a la Trinitae dal priorLippo-mano. Da poi disnar, fo Collegio di Savi ad consu-lendtm. Et Io illustrissimo signor duca non si portile di eaxa per esser gran vento et fredo. È da saper. Doman da sera si dovea far la zena in chà di sier Daniel Zuslignan, ma per esserli morto hozi sier Lorenzo suo iradello, fo ordinato farla in chà dove stanno li fioli fo di sier Lorenzo Pisani dal Bancho, in chà Loredan a San Polo sul Canal grando. Noto. Se intese per uno, yien di Roma, et questa nova si ha per via di Fiorenza, come, per queste aque, in Roma l’Arno (sic) cressete tanto e brazza 3 più che mai babbi cressuto questa volta è stalo, e fatto grandissimi danni. A dì 19, la matina. Fo lettere da Lion, di sier Zuan Antonio Vcnier e sier Zuan Pisani procuralor, oratori, di 2 dii presente. Come erano zonti li, prima a dì 29 dii passato il Venier, poi il Pisani, qual è pur indisposto per le gote. Item, come la corte ’del re era in Am-bosa. Et hanno inteso, sier Sebastian Justinian el cavalier orator nostro era indisposto di febre. Vene l’orator dii duca di Urbin, pur in ma-■leria di danari dia aver il suo Signor. Vene 1’ orator dii duca di Ferrara per saper di novo etc. In questa malina, hesséndo morto sier Lorenzo Justinian qu. sier Francesco da le chà move, barba di sier Francesco Justinian compagno di la festa, in caxa dii qual, dove è il morto, si dovea hozi far la cena et festa, per il che fo mutato l’ordine et terminato farla in chà Pixani come ho scritto di sopra. In questa matina, il signor duca de Milan andò per barcha a Santa Lucia a veder il corpo, et volse andar vedando fino in getto, dove sta li hebrei. ' Da poi disnar, zorno deputato a far la festa di compagni Reali nel bucintoro per Canal grando, prima le done montono a San Marco in bucintoro, e poi il signor duca de Milan con li soi et l’or.i-tor sier Domenego (Gabriel) Venier, et cussi in bucintoro, baiando, veneno fina a chà Foscari a voltar dii canal, dove era in chà Foscari el signor duca di Ferrara con sier Catarìn Zen di sier Piero suo amicissimo, in chà Lipomano il Cardinal Salviati fiorentino, in la caxa di sier Vicenzo Grimani el procuralor, fu dii duca di Milan, e per lui fabri-cala a la rabesca, il Cardinal Grimani, et in barca I Dìarii li M. Sanuto, — Tom. 117. 66 il Cardinal Pixani. Ilor era conzà le case con ta-pedi, tra le qual, benissimo, quella di sier Jacomo Corner fo di sier Zorzi procuralor e di sier Nicolò Venier con bellissimi tapedi. Et questo non tacerò: quella di sier Francesco Contarmi qu. sier Zacaria el cavalier e fratelli era etiam conzà, le colonne di le balconade di sollo e di sora di tapedi, ma li veri tulli del soler di sora eran rotti, et hanno tanta riehezza I eie. In questo mezo che’l bucintoro andava per Canal si comenzò le ragate. Prima di femene di Chioza e contrade, zoè Ma-lamocho, et erano cinque barche a quatro per bar- 31* ca, che fo bel veder. La prima vogava alcune zo-vene tanto gaiardamente che era un piacer, se intrigò col bucintoro, pur andò di longo a Santa Croce et vàdagnò il primo precio, eh’ è ducali 10, la seconda C, la terza 4. Poi ragatò fisolere, barche numero .... a qualro per barca. Li preci fono ducati 20, 10 et 5. Poi peoline, barche numero 10 da Vico,.li preci 25, 15, 8. Da poi passale queste ragale il bucintoro tornò a San Marco al pontil, et lì, con lorze e trombe squarzade, smontò la excellenlia dii duca, et volendo li compagni acompagnarlo a la soa habitatione, soa signoria, per non andar di nolte per piaza e non dimorar più il bucintoro a tornar indriedo dove i dieno far la fesla, montò in una barcha, et si fè bufar a la sua caxa in rio di Procuratori. Era bore una di notte. El bucintoro poi con le done e torzi assai suso tornò per Canal grando ; ma prima il duca si partisse di bucintoro fo dà la colazion suso di fongi, calisonl, pigoochade, confeli et altro, et in quantità, la qual era prepurada in uno burchielo apresso il bucintoro. Era in bucintoro done numero .... et cussi li milanesi dii duca et zen-lilhomeni soi restono in bucintoro e andono a veder la fesla in chà Pixani a San Polo, dove cenò a laola done numero.....et zentilhomeni . . . . . , et forestieri numero . . . . E fo un sontuoso banchelo : fasani, pernise, caponi, paoni, et tulio quello si poi dar, pastelli etc. Fo ballato, et' si siete a compir fino bore 6 di noie. È da saper. Hozi seguite che do di questi compagni Reali, vedendo non poter portar oro per le parole li disoe il Serenissimo in Collegio di volerli condanar, i qual fono sier Lunardo da chà da Pe-xaro qu. sier Antonio, richo, dal Caro et sier Zuan Donado di sier Bernardo, andono dal patriarca di Aquileia domino Marco Grimani, in chà del qual slà il duca di Milan, et pregò soa signoria li faces* seno far cavalieri al duca. Il qual andò a richieder 5 MDXXX, OTTOBRE.