251 MDXXX, GENNAIO. 252 invero si può comparare a quelle de Italia, non tanto per la religione, per la cortesia et civilità di tutte le persone, che è tanta che ogni volta che passa alcun forestiere ogniuno se gli inchina, ognun lo reverisse et cercha di fargli piacere, non lauto per la dotrina et lettere che in alcuni sono, essendo qui il studio universale dove si lege in tulle le arte, et ottima educatone delti figlioli che non sono sì lu'igi che sanno parlar per lederà et cantare excellentissimamenle, quanto per la grandeza 1*29 el circuito di essa, che è di miglia 4 italiane, quanto per il meraviglioso sito, essendo posta sopra il Uheno, fiume latissimo et placidissimo, dove sempre vi sono infiniti navilii posti accanlo alla rippa, falla come sono le nostre che chiamano fondamente in Venetia, sichè niuna volta io di là passo che non mi para vedere la fondamenta di Santo Antonio, dove sempre sono legni in gran numero. Questa citade, olirà di questo, ha de magnifici pallazi, et de amplissime pinze et rive ; è poi ottimamente fornita de ogni monitione, così di viluaglia come de arteglia-rie; è forte assai come città di Germania, e popu-losa el piena di gelile che si dà all’ arme, talmente che è fama chequi siano più di 40 milia homeni da fatti, et tutti in ordine di arme: io quello bene voglio dir, rhe no ho veduti circa 3000 armali con li corsaleti et brazzali el con alabar le in mano, de li quali non n’ era più di uno per casa di ciascun cittadino. È richissima in particulare per esser mercantile et haver comodità per causa dii Reno di mandar le robbe parte ad Anversa, donde poi si spargono per la Fiandra, parte a Franchfordia, donde possono spazare a smaltirle per la Germania alta, et per haver molte inmunità et privilegii in In-gilterra.giàantichamenteconcesseli : èricca eliamdio in publico, havendo datii che gli rendono grande intrata, benché non habbia fuor dille porle un palmo di terra, perché ogni cosa intorno é del archiepiscopo, il quale già havea anco la citade in spirituale et temporale, ma a poco a poco essa dal giogo suo ha ritrailo il collo el vendicasse in liberlade, de modo che non solo non reconosce lo episcopo in temporale, ma li ha expulsi et lenuti fuora già molli anni, excelto il presente, come quello che si ha contentalo di slarvi senza haver superiorità alcuna. Sichè ora senza esso archiepiscopo si governa et bene, onde ha fama di haver miglior governo che cita di Germania, excello Nu-rimberga, dii quale governo dirò qui sotto alcuna cosa, poiché altro non ho a scrivere. È divisa tutta in compagnie, overo schole, ocome loro chiamano turbe, 21, che sono exercitii diversi, come seria sartori, overo mercanti o altri, et ciascuno di questi exercitii, che è una turba, ha una casa separala, 129* dove ogni anno, secondo il numero di le persone che in essa sono, crea uno o doi o tre capi, li quali hano potestà di fare ogni cosa, el sono in ludo, ditti capi o proposti, 68, el si riducono, subito creati, nel palazo maggiore, dove, olirà il corpo loro di 68, creano prima dui borgomastri, che hanno cura come li maestri di casa di fare che ogniuno allendi all’ esercito suo, et che ludo passa con ordine. Da poi creano circa 40, li quali separatamente deputano a diverse imprese et exercitii, parie sopra le mereantie, parte sopra le entrate, parte a exa-minar testimoni! el a formar li processi, li quali non possono judicare, ma uno, eli’è dilla terra, eleclo per il vescovo, secondo li processi da la sententia, la quale subilo si pone ad executione per il bariselo, che è uno citadino. Quelli veramente che administrano le entrate rendeno conio spessissimo, il che se non facessero, subito la plebe si moveria et gli trucidarla, onde non solo non gli è licito rubare, ma neanco tardar a render conto passati tanti giorni. Et non hanno alcuna provisione, nè loro nè altri che habbiano offilii, sichè è necessario che dii suo spendino, et specialmente li borgomastri, li quali hanno a tenire tre cavalli et altra-tanti servitori, et a fare conviti a tutti li senatori, onde niuno è che desideri o cerchi di esser in officio alcuno. Questo havele anco a sapere, che ne li Consegli loro dotori non sono admessi, nè ad altro offitio de la comunitade, etiam che vi siano delli propri citadini, perchè anliquamente vi fu uno dolore che con l’authorità et parolle sue solo governava la citade, et dubitando che ciò per allri non se fac a, non acetano alcun dolor, ma, come v’ hanno alcun caso dubio, dimandano il consiglio el parere loro. Questo è il modo dii governo di questa citade, il quale ancora che in se non sia nè para tanto buono, pure è salutifero come altro, dove il popolo già è levato conira li citadini, el li cittadini contra l’archiepiscopo, li quali, se non de questo modo, si hanno contentato etc. Summario di una lettera da Cotogna, alli 2 di 130 zenaro 1530, scritta per Pasin Bericcio a sier Tomà Tiepolo, qu. sier Francesco. Da pò il partir nostro di Augusta, non ho scritto per non haver hauto cosa degna di notitia di vostra signoria, parie etiam per non haver auto il