121 UDXXX, NOVEMBRE 122 gran banda de turchi et ongari, con alcuni pezi di nrlellaria, nel mese passato era andato a la impresa de Tyerna, loco importante et distante da Posonia miglia 30, guardato da 1000 fanti spagnoli, et so-prngionto da multa neve fu sforzato levarsi. Che a Vienna erano pasate 22 bandiere de fanti per andar a Posonia, ove erano 15. altre bandiere de fanti spagnoli et todeschi, qual erano malissimo contenti per li scarsissimi pagamenti, et erano tra loro in gran discordia. Che in Vienna erano 2000 fanti in circha per quella guarda. Che turchi et ongari sono allogiati sparsi in Ongaria et, come si affermava, erano persone da 60 mile, et tiensi per certo che a tempo novo ritornarono a la obsidione di Viena, et però stavasi in quelle parte tutti in gran timore. Di sier Hironimo da Canal, viceproveditor di V armada, fo lettere, date in galla apresso il Zante. Come, per non aver biscoto, ha retenulo uno navilio con formenti di tarentini, et cussi quanti ne troverà relenirà, per non morir, con quelle galle 1’ ha, di fame. A dì 20, domenega. Fo lettere di Pranza, di sier Sebustian Justinian el cavalier ora-tor, date a Bles a dì 5 di questo. Come il re va al continuo a la caza e con lui poco si poi nego-ciar. Scrive, il re voi expedir li crediti de italiani, et ha dato 800 scudi al signor Todaro Triulzi, e 11 resta aver scudi 40 milia, li ha fato certa asigna-tion ita che in do anni sarà salisfato Voi etiam satisfar il signor Renzo eh’ è lì a la corte. Et ha-vendo il conte Guido Rangon mandato a dolersi al re li si à sminuito la pension etc., par che il re, vedendo dillo eonle non volerlo servir a questo modo, li ha dato licentia si conzi con chi li piace. Item, come l’oralor dii duca di Milan, domino Zuan Stefano Robbio, volendo esser introdulto dal re da l’orator Cesareo come subdite di l’imperador, si consigliò con lui oralor di questo, el qual disse era mal fato andasse come subdilo cesareo. El cussi tolse il suo conseio et andoe solo. Expose l’imbasata e fu ben viste dal re. Scrive come li oratori è ancora a Lion, et è mal, che’l non poi repalriar, et si provedi. Fo parlato in Collegio di meter parie che sier Zuan Antonio Venier vadi a la corte solo. 60 Dapoi disnar, fo Gran Conseio. Vene il Serenissimo. Foleto la parte, presa a dì 17 di questo, di perlongar il tempo a quelli hanno compralo Monte novissimo et dii Subsidio a dar in nota il precio iusto per lutto decembrio. Item, proclamà che tulli quelli hanno li Monti a ducati.... vadino a luor li soi danari, perchè non li corerà più il prò. Fo fato capitallio a Bergamo sier Simon Lion, è di Pregadi, qu. sier Tomà, di 14 balote da sier Carlo Capello, fo oralor a la excelsa republica di Fiorenza, qu. sier Francesco el cavalier, qual si tolse lui roe-demo. Il qual sier Simon cazele podestà et capita* nio a Treviso et è rimaste qui a Bergamo. Item, fo fate avogador di comun sier Francesco Morexini, fo avogador di Comun do altre volte, qu. sier Nicolò, el inlroe immediate. Item, ballota 3 altre voxe, et per l’ora tarda 4 dii Conseio di XXX andò zoso. Di Pranza, dii Justinian orator, di Am-bosa, di 21 octubrio. Scrive come era state a ' parlar a monsignor l’armiraio zercha la recupera-tion di le merchadantie tolte da francesi di la nave patron Matio di Donado et altre. E sopra questa materia scrive difusamenle, et lui parlò altamente che non è officio di bona amicitia con la Signoria esser depredà li soi subdìti. 11 qual armiraio disse: « Le robe è di forestieri, messe in nome di vostri, e si voi veder di iustitia eie. ». Dapoi Conseio il Serenissimo con li Consieri si reduseno ad aldir la diferentia di l’abalia di San Ziprian di Muran tra Gradenigi et Trivixani, et parlò per i Gradenigi domino Francesco Fileto dolor, avocato, rechiedendo sia fatto per la Signoria uno depositario di le intrade, come era l’abate Mocenigo. Rispose domino Alvise da Noal dutor avocato. Sichè parlono ad saturitatem e la Signoria si strense insieme; poi disseno, un’allra fiata dirano la sua opinion, e volseno aldir sier Mafio Lion avogador. A dì 21, la matina. Fo lete le ledere di Pranza in Collegio, et altro non fu da conte. Vene l’oralor Cesareo, per il qual la Signoria mandoe, per causa . Dapoi disnar, fo Collegio di la Signoria con li Snvii per aldir li 4 oratori di la comunità di Padoa venuti per causa di la parte presa in Pregadi zercha li seragii de Arim dove è possession de monasteri et altri. I qual oratori sono domino.....Cao- delista el cavalier, domino PaoJo da Brozuol dolor, domino.............. Et parloe............alegando la parie presa 1486 nel Conseio di X che non si possi aldir ni parlar contra alcun posieda da anni 30 in suso se non con licenlia dii Conseio di X, et queste fu vendudo dii 1476, ergo etc. A l’incontro