305 MDXXX, FEBBRAIO. 306 di 23, per convenir far certe scrilure. E corno par sia qualche dificullà, perchè quel Lorenzo Hemanuel vul certa risposta da Cesare. Vene in Collegio sier Alvise Foscari, venuto podestà di Verona, in locho dii qual andoe domenica sier Ferigo Renier, vestito di veluto negro per la morte dii fratello, et referite iusta il solito. È da saper, al partir dii dito podestà, qual vene per aqua, li fo fato mille insulti, et cussi alla Tomba, sichè veronesi si lamenta mollo di lui, maxime li populi. Vene sier Zuan Alvise Bembo, slato capitanio di le galie di Alexandria, vestito etiam lui di veluto negro, et referite dii suo viazo, et laudò li patroni sier Hironimo Gradenigo qu. sier Ferigo et sier Jacomo Marzello qu. sier Piero, qual è ruinati per non aver fato il cargo le galle. Disse come era 30 zorni che’ì fo a Modon, parlò al nostro Consolo, li disse esser zorni 20 partiva da Constantinopoli, et che il Signor turcho feva preparalion di grande armala eie. Da Vegevene vene lettere sul tardi, di sier Gabriel Venier orator, di 15. Come quel zorno li agenti dii ducha haveano auto la consignation dii castello de Milan, e compito di darli li danari, et questo con grandissimo iubillo dii duca e tutto Milan. Dapoi disnar, non fo nulla, ni Collegio si reduse, perchè la terra sta su feste, et far comedie et balli in varii lochi. Et a san Thomado fu fatto una bellissima festa in campo et comedia. Noto. 11 formento calla, il padoan lire 9 soldi i0, ma non si trova compradori, et anche mancho. A dì 20, la malina. Vene 1’ orator di l’im-peralor, et parloe in consonantia di quanto il nostro orator ne scrive. Morite, a nona, sier Santo Moro e! dolor, qu. sier Marin, rimasto Avogador extraordinaiio. Fo parlalo in Collegio di mandar uno proveda-dor in Dalmata, con ducali 100 al mexe, a meter li contini con il Signor turcho: altri voria mandar Sier Pollo Justinian qu. sier Piero, qual ha là len-gua turcha et è praticho. Et cussi fo parlalo assai sopra questa materia. Dapoi disnar, li Savii si reduseno. Et sul campo di San Vidal, per mezo la caxa de sier Domenego Mocenigo qu. sier Francesco, fo ballato, ma per la pressa non si poteva ballar ; ma sono alcune ballarne, zoé la Ferrarese, la Parmesana, la Trivisana, et altre, et una pula di anni . . . , che fa cose di ballar bellissime. Diarii di M. Sanuto. — Tom. L1V. A dì 22, la malina. Vene l’orator di Mantoa, et portò alcuni avisi di Bruselle, di . . . , in conformità di nostri. La copia sarà scritta qui avanti. Dapoi disnar, per esser marli di carlevar, Collegio non si dovea redur, ma sopravene uno nonlio di Hongaria, con lettere dii re Zuanne date k Buda a dì 26 zener, qual scrive al Serenissimo, avisando P assedio auto in Buda per lodeschi di zorni 50, et erra con lui il reverendo domino Alvise Grili, qual si porlo benissimo et è partito per andar a Constanlinopolì a solicilar il Gran Signor alli pre-sidii. Et avisa aver concluso (rieva con il re Ferdinando per mexi tre, compirà questo San Zorzi di Aprii. Di Anglia, fo lettere di sier Lodovico la-lier orator, date a Londra a dì 19 zener. Scrive il partir di un oralor dii re, chiamalo . . . . . . . , per Franza, et che tra questi do reali sono in slrele pratiche et eh’ el re manda alcuni soi a Bologna per aver da quel Studio conseglio zercha il divortio. Scrive, la causa ch’el Cardinal Eboracense vene in odio al re fo per alcune lettere ch’el scriveva al papa, pregandolo l’aiutesse e scomunichasse il re, bisognando, etc. Copia di una lettera da Buda, di 25 zener 1531, (scrilta) per il reverendo domino Bro-derico eleto Sirminiense, consiliario regio, a domino Francesco di Nobili ditto Cherea. Magnifce domine et amice honorande, salutem, et servicionm comendationem. Ego, post meum a vestra dominatone disces-sum, licei fuerim in muliis et diversis difficullati-bus et periculis in mari et in terra, omnibus lamen Deo duce superalis, perveni tandem huc ad Maie-statem regiam dominum meum clementissimum, quem reperi hic Budae oplime sanum el incolumem. De stalu vero Suae Maiestalis id possurn veslrae Dominalioni scribere, Maiestati Suae, Dei optimi nutu, omnia prospere succedunt. Dominatonem Vestram intelexisse existimo quanta et quam forti manu lum terra quam Danubio rex Bohemiae Fer-dinandus fuerif superioribus diebus agressus a Sua Maiestate, atque id eo tempore cum ex altera parte prò concordia nobiscum ineunda agerel et prò hoc tam apud Serenissimum Poloniae regem quam apud inviclum ac polentissimum Imperalorem lurcorum oratores suos haberet, et quamvis Maieslas Regia videret hoslium vires et apparalum esse prepolen-tem nec civitalem liane Budensem et castrum re- 20