507 MDXXXI, LUGLIO. 508 già et freddo, dimodoché, por non essersi potuto attendere al miedere et non essendo grano se non pochissimo in Roma, è stata et è grandissima difUcultà a poter haver pane, così per la maggior parte si stenta, come sì può dire che si sia fatto/ tutto questo anno, ma non è paragone di hora, che per dir il vero è cosa extrema la speranza che sì ha del propinquo ricolto, pursi conforta, non di meno fra tanto si pate de mala maniera, essendo anche carestia de ogni cosa, come è stalo sempre, et in specie di vino. Da l’anno dii sacho in qua par che sia piovuta la meledilione sopra Roma, essendo passale le cose continuamente di male in pegio; ma forsi per lo advenire se mutarà sorte, il che seria ben neccessario per restaurare il danno di questa cita. Lettera di Roma, di li ditto. Non si hanno qui lettere nè dalla Corte cesarea nè de altro luoco che contengano avisì di momento. Li ambasatori dì Ferrara havevano mercato un salvocondutlo da Nostro Signor per li 57 milia scudi dilla sententia : Sua Santità non gli Io ha voluto concedere in particulari, ma ne ha fato uno generale de ogni sorta di cosa che egli vogliano trasportare de Fei>ara a Roma, sia salva nelle terre di la Chiesia non altrimenti che si fussero di Sua Santità, e solo quella generalità vien a cader anche la specialità del dinaro. _ Da liorenza, alti 14 dito. Monsignor arzivescovo di Capua ha adviso che il signor duca Alexandro viene per la via di Pranza, et sono fatti dui oratori, Ruberto Accioli et Luigi Redolphi, fratello dii reverendissimo cardinale, ad incontrarlo, el vanno alla via di Pietra Santa, ha-vendo adviso che verà per la Grafìgnana. Non si sa ancora se vera di longo in Fiorenza, o se reslarà in Prato et al Poggio a Caiano, villa di sua excellenlia, tanto che si vedda che termine pigli questa pocha peste, la qual sempre fa nella cilà qualche danno, benché sempre diminuissa et si spera la liberatone per le provisioni si fanno, et anche il paese fuori è tutto netto. ) In questo Pregadi vene sier Pandolfo Morexini, in loco dii qual fo fato dii Conseio di X, il qual fo in Colegio, et dimandò s’il poteva venir in Pregadi, e balotar o non, alenlo in lui è stà fato cosa mai (1) La carta 263* è bianca. più falla, aleuto lui non erra compreso in la leze, e cussi la Signoria terminò venisse e baiolasse sin San Michiel. Sier Piero Zen, va oralor al Signor lurcho, a dì 21 fo in Collegio, varilo dii mal, e tolse itcrum licenza di parlirse, et cussi montò in la galìa sora-comito sier Michiel Salamon, qual è siala in Dalmata a interzarsi, et è venuto qui a levar dillo oralor, et cussi partì a dì . . . dillo. In questa malina in le do Quarantie compile di parlar, per il caso di sier Polo Justinian, domino Francesco Filelo dolor, suo avochalo, et compite. A dì 23, fo domenega. Da poi disnar, fo Gran Conseio; non fu il Serenissimo. Fato retor e provedador a Napoli di Romania, sier Alvise Con la -rini, è di Pregadi, qu. sier Galeazo. Fu posto, per li Consieri e Cai di XL, la parte, conzar la caslellana-ria di Traù, darli ducali 5 al mexe di più sì che babbi ducati 10. Fu presa. Ave: ¡197, 25, 2. Fu posto, per li Consieri, li officiali al Canevo, à di salario lire 13 soldi 19 al mexe, non hahbi con-tumatia. Ave: 800, 311, 1. Iterum, 752, 371, 0. Li officiali sono questi, zoé: sier Andrea Donado di sier Zuanne, sier Carlo Lulin qu. sier Anzolo, sier Sigismondo da Molin di sier Nicolò. Non fu presa, la pende. Fu etiam posto la parte presa in Pregadi zercha il butar le tessere di colegii di Consieri, da basso, videlicet come ho scrito per avanti. Fu presa. Ave: 557, 36, 16. Fu una cosa notanda. Do orbi a un tempo, a do capelli, tochono balota d’oro, videlicet sier Michiel Trivixan qu. sier Andrea el sier Vetor Pixanì qu. sier Francesco, uno intrò, I’ altro falite. Item, do da chà Lion, va con crozola, introno in elelion, sier Nicolò Lion qu. sier Andrea et sier Zuau Francesco Lion qu. sier Alexandro. A dì 2i, la matina. In le do Quaraulie, per il caso di sier Polo Justinian, parloe et compite domino Francesco Fileto avochalo. Et poi disnar parlò sier Zuan Francesco Mozenigo avochalo, in defensioi: di Santo di Santi scrivano a li provedadori sora i Conti, per questa causa. Da poi disnar, fo Collegio di le Aque. A dì 25. Fo San Jacomo. Da poi disnar, fo Gran Conseio. Fato 11 voxe. In questo zorno sier Zuan Badoer dotor et cavalier fé’ l’intrada podestà di Padoa, in locho di sier Zuan Viluri, qual è absen-tado, et sier Zuan Moro, vice, capitanio, li consignò la podestaria.