103 MDXXX, NOVEMBRE. ballolà il Consolo di Alexandria, et che la Signoria havia mal termenato che’l Contarmi non si provasse, atento non è posto su libri a la sua lederà debitor, ma in lettera N. Ilor sier Andrea Mocenigo dotor et sier Maflo Lion, avogadori, erano cazadi per li Consieri, et andono a sentar; restò solo sier Ferigo Renier, qual intromesse la termenation di la Signoria di non haver lassa balotar sier Nadalin Contarmi in seurtinio consolo in Alexandria, et per con-sequente volss non fosse balotato sier Nicolò Bra-gadin, ussiva per seurtinio, et li 4 scontri. Et li Consieri si lolseno zoso. Non fo balolà et andò Zò la voxe, et farasi il primo Conseio, Fo fatto altre 7 voxe e tutte passono. Fo in questo Conseio, prima si andasse a capello, chiama li Censori dal Serenissimo, dicendoli le gran procure si feva. Hor fo fato lezer per Ztian Bapista Ramusio secretano, fa l’oficio di canzellier grando, certi ordeni dii Gran Conseio che deveda le pregierie eie. 50 Noto come in questa notte morite in questa terra a San Cassan, in la caxa da chà Corner chiamata de la Rezina, uno zovene, parente del duca de Milan, chiamato il conte Zorzi Stampa, di età anni 21, fratello di monsignor Stampa che resta oralor del duca in questa terra, et.......dii conte Maximilian Stampa, qual era maridato questo anno in la fia........con dola ducati 5000. Hor è morto senza mal, in hore . . . , da meninconia per aver perso assà denari, poi per aver usato molto il coyto con una garzona. Hor fo scritto, per li soi, di questo a Padoa al duca, qual ordenò fusse in una cassa posto et mandato per terra a sepelir a......E cussi fo fato. Di Padoa, vidi lettere dì sier Priamo da Lene capitanio, di 5, scritta a sier Hironimo Malipiero qu. sier Jaconio. Hozi a hore 24 passato zonse de qui la excellentia dii duca, et smontato al Portello nui con molti citadini et luminaria di torze et trar di artellarie lo honorassemo. Et montati a cavallo, volse al tutto che noi rectori li precedessemo, et nui molto contrastassemo, il duca voltò la mulla dicendo che torneria in barcha, siché ne fu forzo niellar, per alquanti passi, il magnifico missier Zuan Vituri podestà in mezo, e io poi me tirai con il Venier oralor nostro indriedo. El cami-nando, soa excellentia vele che io non era al loco mio, mi mandò a dir per uno stafìero che io dovesse cavalcar avanti. Li mandai a dir che pregava sua excellentia che mi lassasse un poco raxonar con il magnifico oralor, chi) era pur assà tempo che non l’havea visto, adeo che sua excellentia cavalchò al suo loco. Et era una hora et meza di notte quando zonzessemo al vescoado, donde era aparechiato lo alozamento suo: et dismontati, al tutto non volse l’acompagnassamo a la camera ; pur, lanlo pregato, contentò, ma al tutto volse che li andassemo avanti. Non ne parse, et a la scala tilessemo bona licentia. Domane l’andaremo a compagnar El habbiamo inleso che vorà far dir una messa a Sanlo Antonio'. Luni, a dì 7, vorà veder la terra, et marti, farà co-latione, et anderà a Vicenza. Habbiamo spazato a Vicenza a quelli rectori, et avisarli il zonzer suo di qui, aziò li aparechia ancor loro per honorar sua excellentia. Noto. Eri in Pregadi fu posto do parte, le qual non ho notade al loco suo. La prima Fu posto, per li Consieri, che una possession la qual il prior di P hospedal di Santa Maria di la Misericordia de Veniexia, zoè do caxe poste in San Marzilian, alias dete a livello a sier Alexandro Per-marin, poi a sier Tomà Michiel qu. sier Piero, sia confìrmà. 145, 3, 20. Fu posto, perii ditti, che a sier Alvixe Malipiero qu. sier Fantin, una possession dimandata el Musil apresso le mure di la terra di Coneian, la qual have a livello sier Francesco Malipiero suo avo da la Signoria nostra, posta ne l’estimo di Treviso e tamen è exempte, che’l sia aldito dal Collegio di XXX ut in parte, Ave : 150, 6, 5. A dì 7, la matina. Vidi lettere di Padoa, di 50* sier Priamo da Leze capitanio, di 6. Questa matina siamo stati a levar la excellentia dii duca, et ha volesto andar a piedi fino al Santo, et cossi con tutti questi cavalieri et ciladini 1’habbiamo acom-pagliato. Et al tutto ha voleslo che’l podestà gli preceda, e non ha valso dimandarli de grafia sapendo che da li nostri Signori saremo biasemati, nè ha valso le parole del nostro oralor in tal materia, e al lutto voleva ritornar adrieto, siché il podestà convene precieder, et io driedo con il magnifico orator. Et gionto alla chiesia del Santo, ivi era preparata una messa solenne in eanlo. Aldilà la messa, lo acompagnassemo a cavallo, e mai volse dismon-tassemo per acompagnarlo di suso, siché ne fu forzo far a suo modo. Questo signor usa gran hu-manilade. La morte del Stampa de lì gli ha dato gran noglia, et disse che questo viazio li seria pur stato piacevole se’l non havesse haulo questo dispiacer. Et dapoi disnar mettessemo ordine de cavalcar per veder la terra. Et come ne parse l’hora mandassemo a veder, et ne fo risposo che’l non