423 MnXXXl, MAGGIO. 424 Item, in Quaranlia, poi parla 2 zorni, l’altro Avogador parli solum 4 mezaruole, cl cussi il terzo, et, pendendo, si parli 4 mezaruole per uno. Item, la execution sia comesso a li Avogadori e Cai di XL senza altro Conseio, e sia manda a li retori di fuora. Ave: 104, 209, 22. 217') A ài 7, domenega, la malina. Non fo cosa da conto. Il Serenissimo etiam non fo in Colegio. Fo comesso, per la Signoria, quelli batè il scalcilo dii Serenissimo, a l’Avogaria, et nulla fu..... Da poi disnar, fo Gran Conscio, vicedoxe sier Jacomo Badoer, consier più vecliio. Et zà do me'xi non son stalo, per la mia malalia, et andai ozi, et ialiti in la prima. Fu posto, per li Consieri, la parte presa in Pregadi zercha la regolation di 1* Avogaria di Comun. Contradise sier Zuan Francesco Mozenigo, l’avocba-lo, qu. sierLtinardo; li rispose sier Andrea Mozenigo el dolor, avogador. Fo fato lezer per li altri Avogadori 2 parte, prese nel Conseio di X, (una) a dì 25 setembriol525 zercha il buttar di Collegii di Avogadori, l’altra 1526 a dì 14 marzo zercha le renge si à a far alli Conseglii. Andò la parte: 31 non sincere, 333 di no, 813 di la parte. Et fu presa. Fo publichà, si pagerà il sestier di San Marco, Monte nuovo, prò et cavedal. A dì 8, la malina. Etiam il Serenissimo non fu in Collegio, perchè si purga. Di Roma, fo lettere di V orafor Surian, di 4. Come, ricevute le nostre lettere dii Senato, fo dal papa et li expose la continentia di quelle. Soa Santità disse: « la Signoria comenzi a dar il posesso alli vescoadi et abatie havemo date, et poi nui faremo cossa che li piacerà ». Con altrd parole, ut in litteris. Scrive, il Cardinal Medici ritornò di Fiorenza lì in Roma sabato di note a dì . . . . , et in palazo; voi far quello voi il pontifice. Di zorno in zorno si aspela zonzi la sentenlia bavera falò Ce; sare zercha le cose dii dueha di Ferrara, e questi tien la venga per loro. Le noze di la duchesina neza dii papa sìegue, et si spera sarà nel secondo-genito di Franza ducha di Orliens, et si aspetta zonzi monsignor reverendissimo Agramonte, che vieti di Franza, qual Iraterà di questa materia. Scrive come, hessendo partito il prothonotario di Gambara di la Corte cesarea per Roma, il papa li ha scritto et comesso vadi in Ingillerra. Il Cardinal Agrafia La carta 216* è bianca. monte, qual dovea venir a Roma, ancora non era parlilo di la corte dii re Chrislianissirno ; si tien, si aspetta intender quella sentenlia farà Cesare zercha Ferrara. Vene in Collegio il nontio di Grisoni, et per il vicedoxe li fo fato lezer la risposta se li fa a Grisoni etc. Vene in Collegio sier Mareo Antonio Venier el dotor, va orator a Roma, si parte da mattina, e tolse licentia; parti a dì 9. Da poi disnar, fo Pregadi, per i frati, el parlò domino Alvixe da Noal dotor, avochato dii tlisco, per la Signoria, et non compite, doman compirà. Il Serenissimo non fu perchè si purga. • Di Franza, fo lettere, di sier Zuan Antonio Venier orator nostro, da Pàris, di..... aprii, qual fo lele tra la Signoria con li Savii. A dì 9. Il Serenissimo non fu in Colegio; à 217* tolto medicina per purgarsi. Vene l’orator di Man-toa, et mondrò alcuni a visi di Guantes, di 22, la copia sarano qui avanti scritta. Vene I’ orator di Ingalterra....... Di Bergamo, di rectori, vene lettere, di.... Come erra zo.ito lì uno capitanio dii castelan di Mus con la sua compagnia di zercha .... Et come Grisoni prosperavano; haveano preso il porto, sichè il castello non poi più aver soceorsso da Lecho per la via dii lago. Et come erano andati il fradello dii dillo marchese di Mus, elaboratori di Grisoni, per veder di tralar accordo, a Milan, per via dii ducha. Qual castelan di Mus è molto slreto. Fo scrito per Colegio a Bergamo, dovesse li-centiar ditto capitanio, nè se impazaseno in cosa alcuna. Da poi disnar, fo Pregadi, per li frati. Non vene il Serenissimo. Compite di parlar domino Alvise da Noal per la Signoria. A dì 10, la matina.' II Serenissimo vene iu Colegio ; slà bene et si ha purgato. Vene I’ orator de 1’ imperador, per la cosa di sier Alvixe Foscari fo provedador a Ravena. Inlroe avogador di Comun ordinario, in luogo di sier Andrea Muzenigo el dotor à compido, sier Lunardo Venier qu. sier Moixè, qual erra provedador sora i Banchi. Da poi disnar, fo Conseio di X con la Zonta, et fu il Serenissimo. Fu preso molle pártesele particular non da conto. Fu posto, che niun per la terra possi trar di schopieto, ni per provarsi nè altro, sotto gran pene, ma vadino a trar fuora.