2i7 MDXXK, GENNAIO Dapoi disnar, fo Gran Conseio; non fu il Serenissimo. Fato 9 voxe, tulle passoe. Fo publicà, tulti quelli hanno cavedali di Monte di Sussidio et Novissimo a ducali 62 1/ì vadino a tuor li soi danari, e da li in zoso, perchè non li co-rerà più prò. Fu posto una gralia di Vellor di Zuanne, Seba-stian Paselo, e alcuni altri Lionzini etc, dazieri di la beccaria del 152y, 26 et 27, zercha ducati 2500, et voi gralia pagar di tanti prò de imprestidi in 30 page, come fu fallo ad alcuni donadi in simel casi, et è passa per tulti i Consegli ; balolà do volle non fu presa, voi i cinque sexti. Ave la prima volta 1086, 283 22; la seconda ave 1124, 283, 7. Ni hil capfum. 248 127 Copia di una lettera di Colonia, di domino Mario Sovergnano, data a dì primo ze naro 1531, drizata al conte Constantin Sovergnano suo fratello. Magnifico signor fratello honorando! Incominciando hoggi l’altro anno, il principio dii quale il Signor Dio vi conceda buono, megli or mezo, et ottimo fine, ritornerò a segnar numero 1 questa mia, per la quale vi dirò prima quanto è successo insiuo ad liora et le cerimonie usate el primo di nel dar principio a la electione dii re di Romani, et poi quanto si ha delle eosc di Hohgaria, benché io vi babbi» poco. Venuti in questa citade tutti illustrissimi prin eipi Electori, excetto il duca di Saxonia, nel cui loco si è ritrovato il figliolo suo primogenito, et redolisi prima alquante volte con la Cesarea Maestà nel pa-lazo suo, alli 29 dii passato, el qual dì per lettere dii Maguntino da Augusta fu intimato a tulli li Electori, il Serenissimo re, come re di Boemia eleeto-re, con gli altri andò nella chiesia oathedrale, la quale era piena di homeni armati di questa citade et da «ssi custodita, tenendosi sempre quel giorno le porte dilla terra serrale, et ad esse bona guardia, «oaie è costume di fare nel tempo che li Electori tratano di fare et creare il re di Romani. Dove, inanzi che se incominciasse la messa dii Spirilo Santo che poi fu solenissimamenle cantata, il figliolo dii duca di Saxonia si levò et disse de non haver comissione dal padre suo di dar la sua voce in questa electione, la quale esso non reputava valida nè legittima : prima, perchè non era stato alli Electori dato il termine consueto ad haverse a redure insieme 3 mexi da poi la data.de la lettera della inti- matione, sicome volevano li statuii loro insiuo a questo tempo diligentemente osservatti ; secondo, perchè non si faceva in Franchfordia, loco consueto, ciò dicendo per conciliarse et lenirse obJigali quelli di Francfordia che sono lutheranissimi, per la qual cosa, et perché si diceva che ivi si moriva da peste, demodochè erra infetta de do sorte di morbo, Cesare con lo consiglio de li altri principi ha voluto lassare ditta citade et venire in questa, che è calholi-cissima quanto alcuna altra del mondo, come di sodo io vi dirò; terlio, perché, essendo lo imperatore giovene et gagliardo, non era bisogno di crear re di Romani; et quarto, perchè, facendo il Serenissimo re Ferdinando, come intendeva che essi erano per fare, facevano uno spagnolo, essendo nato nutrito et educato in Spagna. Per le qual ragioni esso protestava che ditta electione non saria buona, anzi nulla et di niuna forza. Al che, per quanto alcuni dicono, il marchese Brandeburgexe non se puotè astenire che in questo modo non respondesse, che poco delle pa-rolee protesti suoi si curavano, venendo da un membro putrido et da esser resecato da li altri del Sacro Romano Imperio. Et ciò ditto, il ditto figliolo dii duca di Saxonia ussì di chiesia, et montato a cavallo, senza andar a l’hospitio suo ussì di questa citade, con licen-tia però di la Cesarea Maestà. Et in questo modo puo-se fine alle pacie sue, le quale certo lo hanno a condure a mal conditone. Hora, tornando al loco lassato, dico che, redutosi in chiesia li Electori et vestili de li habiti de li Electori, udirono ditta messa dii Spirito Santo, nel fine de la qual fu detto che esso Santo Spirilo illustrasse li loro cori, et de modo li illuminasse che potesseno elegere uno homo iusto, buono, utile e a! proposito dii populo christiano, in re dei Romani, futuro Cesare. Et fornita la messa, li soprascritti Electori illustrissimi si acostorono a lo altare, dove li principi ecclesiastici inalili a l’evangelio di S. Joanne, cioè In principio erat verbum etc, che ivi era posto, possero le man sue al petto reverentemente, li seculari veramente con le mani sue ditto evangelio loccorono in presentía di tutta la fameglia loro. Et fallo questo, l’arziepiscopo Ma-gunlino gli diede la forma dii juramento, et insieme con loro, et loro insieme con esso, fece tal juramento in lingua thodesca : « Io arziepiscopo Magun-tino, del Sacro.Romano Imperio archicanzellero in Germania, et principe electore, iuro per questi Santi Ev&ngelii de Dio postomi inauti, che io per la fede che debbo a Dio, et al Sacro Imperio, secondo la mia discrelione et intellelo, con l’aiuto de Dio voglio elegere il capo temporale al populo cristiano, 127*