475 MDXXXI, GIUGNO. 476 245 Da Roma, alìi 5 di augno 1531, al signor duca di Mantoa. Finalmente il Nostro Signore et questi signori reverendissimi si sono risoluti di compiacer il re Chrislianissimo di quelle denominatione de beneficii che Sua Maestà havea rizercata, ben però in vita de Sua Maestà. Cosi li priviiegii de quelli abbati, canonici et capitoli, a che stava di conferire li beneficii che vacavano, sono suspesi. Intendesi che per questa concessione il re haverà una via amplissima di dar beneficii, et le expeditione se faranno a Roma, che serà cosa molto utile alla Corte. E novamente è venuto il conte (Pietro) Francesco di Pontremolo qui in posta non ho inteso altramente la ceusa, ma stimase sia per il medesimo che vene anche il cardinale de Agramonte, zoè per la materia dii parentado e per le cose de Ingilterra, et torsi anche per la pratichi dii Concilio. Il prefato Cardinal dice voler partir prima che passi questo mexe di zugno ; il signor duca de Albania resta ancor per qualche tempo; il conte Pietro Francesco partirà inaliti de Agramonte, secondo m’è sta ditto, per Pranza et in posta. Di la causa de Ingilterra per adesso non si fa altro: questi signori oratori inglesi rizercano prorogatone et voriano mandar la cosa in longo, li signori cesarei instano la expeditione, et cosi il ne-golio sta in bilancia ; de comeler la cognitione a Cambrai, per ancor non è determinatione alcuna. Di Roma, alìi 7 ditto. La parenlella di Nostro Signore con Franza si tien per fatta, ogni volta eh’ el Christianissimo si contenla lasciare.di qua la giovane insino al tempo di la legitima etade dii figliolo suo, et credesi che Sua Maestà se ne debba contentar, cambiando alla vera strata. Lo imperatore finalmente vomitò quel cardinale che Sua Maestà si riservò a Bologna in petto, ch’è stato il vescovo de Burges che si trova a Napoli. Al papa si è scoperla ne li pieni la podagra. Morse el vescovo de Tre vere elettore, et l’annata di le bolle dii sucessore suo che giongie alla summa di 20 milia fiorini, il re di Romani dimanda per parte de sussidio contra infidelli, allegando, queste annate essere a principio stale introdute da i pontifìci per aiuto contra turchi. Fu proposto in concistorio; h 'bbe contrarii tutti gli voti di reverendissimi, excptto quel di Ravenna. L’ambasadore di Ferrara rnissier Jacomo Al- varotto, venuto novamente, ha fato instantia che Nostro Signor si risolva nel caso suo. Sua Santità è remasta con la sua prima resolulione. Credo che a questa hora sia ad ordine il deposito de li 50 milia ducali per la prima paga de li 100 milia, et li 7000 dii censo perpeluo. Il papa dice non voler che la gente imperiale se affermi più su le sue terre, et pur vi stanno et, che è più, gli ha, dii suo, mandato ultimate 10 milia ducati. Da Gant, alli 3 di zugno. Questi dì passati parea che la Maestà Cesarea fusse in oppinione de andar a Bruges; ma da poi, essendosi inteso esserci di la peste et havendo-sene Sua Maestà voluta chiarir con mandargli li medici, ha ritrovalo, il caso non esser senza pe-riculo. Perhò non se gli andarà allrimenti, ma si starà qui ancora per qualche giorni, et dominica, che sarà dimane a 8 giorni se farà la giostra che per altre scrissi, nella quale è oppinione che Sua Maestà intervenerà, se già non resta per un poco de male che ha a una gamba, proceduto da una grattatura, che non gli dà poca molesfia, et p r 245* questo Sua Maestà ha preso alcuna purga. Se crede che alla partita di qua, che non si sa perhò quando habbia a esser, se ne ritornerà a Bur-selle. Di novo certamente non saprei che mi dir a vostra excellentia, perchè di nessuna parte si sente cosa degna de aviso. De qui si atende alla exp'ditione di questi denari. Si va pur mormorando che Sua Maestà anderà in Spagna, et chi dice per la via dii mare di quà, chi dice per quella d’Italia, ma perhò non si vede pur ancora inditio nè di 1’ uno nè di l’altro, ma gli stimuli sono grandi et di Spagna et di quà etc. Sumario di una lettera di sier Francesco 246 Pasqualigo, provedador di l’armada, data in galla a Santa Maria di Casopo, a dì 8 zugno 1531. Come a dì 3 ritornò a Corfù la galìa di domino Pietro Capello impalmata, et io etiam andai a impalmar, et in zorui do e mezo hebbi fornito. Hozi a dì 7, per lettere dii marchese di la Tri-palda et di domino Hironimo Dolfin consolo nostro, date in terra di Otranto a dì 5 di l’instante, son stà avisato di 3 fuste de infideli, che iudico siano quelle voltegiavano in coipho di Ludrin, che