245 MDXXX, GENNAIO 24G peggio che un herelico, che non vole intravenir agli divini ofiìcii, nè sentir con la Chiesa, dovesse haver loco in tal cerimonie, esso ha protestalo non intendere de consentire a questa elelione se non si convengono nel luoco deputato per la bolla aurea di Carlo IV, et questi altri hanno protestato che non intendono havere per eolletore un heretico come è questo, et cosi esso, senza altro hier sera tardi parti et se n’ è tornato a casa. Pare anche che’l se sia sdegnato assai, et forse de qui habbi havulo origine questo successo che havendo la Maestà Cesarea convitato tutti gli Electori una di quesle feste a magnar seco, et lui non, et havendo inteso che Sua Maestà non I* havea voluto chiamare per non haver così comertio con simel christiano come lui, che F habbi d’alhora in qua pensalo di partirsi, cer-chando prima disponer qualche disturbo. Ma per questo non si reslarà di exeguire la elletione. A dì 19, la matina. Non fo alcuna lettera, ni cosa di novo da farne uote. Vene in Collegio F orator dii duca di Urbin, per danari dia aver il suo Signor, capitatilo zenerul nostro. In questa matina il vescovo di Chicli vene in camera dii Serenissimo, dove era li Consieri e Cai di X, et per il Serenissimo li fo ditto la deliberation, fata nel illustrissimo Conseio di X con la Zonta, di suspender il desgradar di fra Hironimo Galateo, per bon rispetto. Esso monsignor disse che anche lui laudava et rimase satisfato. Noto. Eri sera in chà Longo, per alcuni zenthi-lomeni nostri, numero 30, maridati, con le moitr, fu fatto un feslin et comedia et cena, con assà virtuosi, in chà Longo a Sqn Marcuola. Fò un bel festin Sier Lorenzo Sanudo qu. sier Anzolo et compagni. Dapoi disnar, fo Collegio di la Signoria et Savii con li Cai di X, et fonno in materia di una parte vo-leno meter li Cai di X, in Conseio di X, zercha legne e ritornar boschi, ut in parte. Et qui fo parlato assai. A dì 20, Fo San Sebastian. La malina. Fo lettere di Roma dii Surian orator, dì 11, 15, et 16. Scrive come il pontefice à scorso gran pericolo di la vita, pero chè a dì . . , volendo andar dii suo palazzo a Belveder, et posto a camino co-menzò a piovesinar, sichè tornò indrio, e non un quarto di hora cazete un certo pozuol per il qual si conveniva andar, che s’il papa andava di longo certo seguiva la so morte. Il qual è caduto, o per (i) La carta 125* è bianca F acqua stala overo per esser vechio. Scrive zercha il Concilio, ut in litteris. Et come si trala 4 para di noze: una fia di Fimperador in el Dollin di Franza ; il secondogenito duca di Orliens in la fìa di la rama Leonora, hora rama di Franza, fo fia dii re di Porlogalo ; et il terzo fiol dii re Christianis-simo in la duchessa contesina neza dii papa; item una fia dii re Ckrislianissimo in el fiol primogenito di F imperador. Di Cotogna vene lettere dì sier Nicolò Tie-polo el dolor, orator, di 3 et 4 di questo. Scrive, come il zorno di ... . Fimperador invidò li Electori a pranso con lui ; et hessendo andato il fiol dii duca di Saxonia, ch’era per nomedi! padre, come fo a lavarsi le man, Cesare li fece dir che l’andasse via perchè non slava ben lutherani con calholici, el qual si partì con vergogna. El qual ha 126* protestado a li Electori in scrilura non esser di far dieta per elezer il re de Romani, sì perché se dia elezer in Francfort et non lì a Cologna, item perchè Cesare è zovene e poi exercitar uno e F altro oficio di ìmperator et re di Romani ; l’altra che suo padre, eh’ è primo elector, non li era stà intima il far di tal electione come si conveniva di far, ma erra stà intimato a venir in dieta per altre cose. El qual si partì e andò via ; tamen 5 electori introe, et manchò il marchexe di Brandiburg, qual dicono è lutherian, el è intra il re Ferdinando di Boemia, che non dia mirar nisi in casu discordìae, et sarà lui electo. Scrìve, di le cose di Buda, il re Zuanne non ha voluto acetar le trieve, imo aspetta gran soccorso di turchi, nè mai le zente alemane inlrò in Buda, imo sono stati alle scaramuze, et par sempre quelli dii re Znane habbino auto vittoria. Vene F orator cesareo, dicendo aver hauto lettere da la Corte, di Cologna, come a dì 6 di questo, il zorno di la Epiphania, il Serenissimo re di Hon-garia et Boemia, fradelo di Cesare, erra slà creado re di Romani, et mandava uno suo a questa Signoria a intimarli tal electione. Il Serenissimo li usò graie parole, alegrandosi, dicendo non poteva esser altri. Vene F orator di Manloa, per alcune cose par-ticular. Noto. Fo notifichà a li Cai di X per uno Simon da.....fo contestabile di sier Luca Loredan fo a Crema, condanaio a star anni .... in preson, erra con alcuni altri, come erra rota la preson, cava le piere, et questa notte i scampava, unde per quesla relation voi esser asollo dii bando; il che si convien far col Conseio. Fo cavati li presonieri, el messi altrove.