— 145 - a proposito delle foreste : " Occorrono savie leggi forestali perchè nell'illirico non accada, per danno eterno, ciò che avvenne per la Dalmazia e per la Croazia, dove la foresta venne distrutta senza alcun criterio scientifico nei tempi andati " è da estendersi perciò fin da questo momento a tutti gli altri rami possibili di attività per la messa in valore delle risorse del territorio albanese. Insufficienti tutte, raccomandazioni e disposizioni legali, se non verranno completate da un severo freno imposto a sè medesimi dagli sfruttatori, nell'interesse stesso e per il durevole incremento delle loro intraprese. Che se è problematica le speranza di veder sorgere in questa Italia, saccheggiata (e si vada in Calabra per accertarsene) fra il '60 e il '90 da una banda d’appaltatori di strada che vi si fecero milionarii, qualche impresa all’estero disposta a limitare equamente i proprii profitti, per conciliarli anche col vantaggio del paese dove intende di esercitarsi; confidiamo almeno di vederle seguire laggiù piuttosto l’arte commerciale del-1’ ebreo che quella del maltese nell’ Africa settentrionale, dall’ ebreo che " s’accomoda per tosare l’indigeno senza scorticarlo ", piuttosto che quella del maltese che gli prende, al dire d’un romanziere francese, " carne e lana insieme, per tornarsene più presto alla sua roccia nativa ". Raccoglieremo allora, se non quella fraterna simpatia che potrebbe alimentarsi nel comune guadagno onestamente ripartito, almeno non di peggio dell’antipatia cordiale suscitata in Montenegro dalle nostre mal dirette opere di pretesa penetrazione politica. Ironia a parte, è ben certo che una rigorosa applicazione del sistema dei concorsi e degli appalti per parte del nuovo Stato ed una scrupolosa onestà dei concorrenti italiani permetteranno, si deve sperare, l’istituzione di stabili rapporti economici, fra l’Italia e l’Albania, non appena Vaina 10.