237 MDXXX, GENNAIO. 238 rezimento over ofiitio, refudavano quello a certo termine de più longo tempo di quello disponeno le leze nostre, per potersi cum tal mezo far tuor alti Consegli, et poi, non li succedendo il pensiero, non volevano haver refudato, et li valeva, per non li esser sta fatta l’ordinanza nota che se conviene, et simili disordene se «¡mettevano etiam per quelli che accetavano offìli et minienti predilli, non 120* se observando regola alcuna, cum danno de tulio il resto de nobili nostri et summa offesa della justilia, però sia preso che ’1 ditto noduro et successori, solto le pene soprascritte, sia obligato lenir uno libro separalo, sopra el qual el fazi scriver a cadauno, di sua mano, al tempo debito et statuito perle leze, la refudason over accellation di quel ollilio al qual sarà stà eletto, nè si possa far refudason alcuna conditionata cum tempo de zorni pochi nè molti, e facendo de simili refudason, non siano admesse, ma immediate che alcuno haverà refudato, debia el dicto nodaro notar in lo foglio predilo de far in suo loco, sotto tulle le pene soprascritte. El la presente parte sia pubblicata nel primo Mazor Conseglio. Die 15 januarii publicata in Maiori Consilio. 12 j Adì 15, domenega. La note comenzò a neve-gar, et cussi la matina et quasi tutto il zorno, ta-men Collegio si reduse et fo ordina far ozi Gran Conseio. Et in questa malina, con neve grande, partì sier Zuan Moro, va capitanio a Padoa, et li zenlhi-lomeni, va a compagnarlo, tulli disnerano in barcha per non perder tempo et poter far l’inlrada di zorno. Di Cotogna, di sier Nicolò Tiepolo el dotor, orator, di 22, 26, 28 et 30. Scrive il zonzer de lì di la Cesarea Maestà et quelli altri signori Eleclori. Et erra il fiol dii duca di Saxonia, eh’ è elector et lutherian, el qual, andando Cesare alla chiesia, lui li portò la spada avanti, per esser per nome dii padre, et come fo a l’intrar in chiesia dele la spada a un altro et si partì; item, la vizili» di San Tornio, che si manza pesse, lui volendo carne alla becharia et non vi essendo, fece amazar alcuni animali, el manzo carne; item un’altra volta, hessendo in chiesia con Cesare, stele fino a l’ofertorio, el si parli con gran mormoralion di tutti. Per il che Cesare li mandò a dir li dispiaceva queste cose, con altre parole ; el qual rispose che.....Scrive, come li Eleclori cinque altri erano reduti in la diela per far il re di Romani il fradello di Cesare, re Fe-rando, unde ditto duca .... di Saxonia li fece un proteslo in scrittura, che non si dovea far al presente eleclion di novo re di Romani, hessendo F imperator iovane, con altre parole, protestando de nuli Hate; tamen per questo li altri Eleclori non restavano di redursi, el a dì 2 zenaro farano la eletion dii re di Romani. Scrive come è lettere del capitanio Ronchadolf, erra a F impresa di Buda, scrive esser levalo con le zenle perchè intendeva turchi venir per esserli al contrasto. Item, come F imperador, electo che sarà il fratello re di Romani, si partirà per Fiandra. Scrive come dillo Col dii duca di Saxonia, hessendo andato in chiexia con F imperador, con la spada nuda avanti, dove se disse una messa, el di de Nadal, n>a come fu a lo oferlorio el se parli, lassò la spada lì e andò fuora di chiexia. Da poi disnar, fo Gran Conseio ; fu il Serenissimo, el ben reduto, non obstanle la neve. Fu leto, per Zuan Balista Ramusio secretarlo, la parte presa in Pregadi a dì 5 di questo, zercha il salario di XL Zivil nuovi el quelli dii Conseio di XXX, la qual ho copiada per avanti il sumario di essa. Ave: 1*222, 130, 1. Fu presa. Fo lelo, per Bortolomio Comin secretano dii Conseio di X, una parte, presa ne F illustrissimo Conseio di X a dì....., et è una coudanuson fatta conira sier Zuan Andrea Dolliu di sier Hiro* nimo, per modi insolenti et disonesti atti usati la visilia di la Natività dii Nostro Signor ne la chiesia 121* di Santo Apostolo, che ’I dillo per do anni sia bandito di Venelia e del dislreto, et rompendo il con-fin stii 6 mexi in la presoli Forte, et torni al bando, et chi quello prenderà babbi lire 300 di so beni, si ’1 ne sarà, si non di beni di la Signoria nostra, et non se li possi far gralia etc., solto le parte dii Conseio di X. Fu publicà, per il dillo, la parie presa a dì.... ditto nel prefato Conseio di X, zercha F ordine di far le voxe a Gran Conseio, el di quelli refuda et acela, parte oplima ; la copia, potendola haver, sarà notada qui avanti. Fu pubblicà, tulli quelli hanno cavedali al Monte Novissimo et dii Sussidio, a ducati 53, 54 et 55, debbano venir a tuor li soi danari, perchè non li corerà più il prò. Fu fallo do del Conseio di X, sier Hironimo Za* ne, fo capitanio a Verona, qu. sier Bernardo, sier Bernardo Soranzo, fo Caodi X,qu. sier Bendo ; prò* vedilor alla Zefalonia, sier Andrea Valier, è di Pregadi, qu. sier Antonio; cinque XL Zivil, et l’ultima voxe castellali a Corfù, et tulle fo balotade.