81 MDXXX, morii do da la pressa; tamen [ulta la colalion andò sul soler, e dii soler per una scala, levato via le colonelle, andorono di sopra a la Signoria e a tulli fo apresentato, sì senatori come done. E nota : Niun di oratori non fono a quesla festa.se non quel di Milan: la causa ho scrita di sopra, per non voler li reali andar di sotto dii duca; ni etiam, il Legato vi volse venir. Ferara non vene : Mantoa et Urbin non si ciedeno. Hor compilo la colalion, et fato alcuni balli prima et dapoi sul soler le donne con li compagni, dapoi, hessendo venuto diflvrenlia fra li do capitani di le armale di chi dia esser il castello, fu termina che tra loro combatesseno. Et cussi una armala con l’altra combaterono con spade di legno che fu per un poco bel veder. Et hore 24 il Serenissimo col duca partirono, il qual duca fu da alcuni compagni, con le trombe soe et pifari avanti, acotnpagnalo fino a lo alozamenlo, il qual andava salutando tutti. Era etiam con la Signoria lo episcopo di Baffo Pe- xaro......Et le donne ancora, con più di 100 torzi portati sul soler, chi balorno el chi comenzono a parlìrse, sichè a hore 2 di notte lutti andorono a caxa loro. Seguite certe parole, hessendo su soleri, Ira Lorenzo Griti naturai del Serenissimo, et sier Damian Moro qu. sier Sebaslian, el poi con sier Zuan Moro va capitanio a Padoa, e menar de pugne, dicendo: gasmullo et allre parole. Hor quesla notte il duca di Ferrara montò in la sua barca, et ritornoe per Po a Ferrara. Noto. Li compagni erano vestili parte con zu-poni d’oro, el el signor, sier Zacaria Gabriel, con uno zobon di tabi d’ oro fodrà veludo verde et bareta di veludo negro in tesla con una zoia suso, et al tempo di la festa di palazo la perla li cazde ; fo trova da uno .... pifaro et data a lui. Item, non voglio restar di scriver come fo una bellissima colalion, ma mal parlila, perochè li zeu-lilhomeni milanesi che erano sul soler di le donne non have niente, ma molli senatori se impinò le manache di confezion con vergogna grande de chi li vedeva, et tra li altri sier Vetor Morexini da San Polo che si impile di assà confelion. Il combater di brigantini fo bellissimo veder, et parse una battaglia maritima, più non fatta in questi lagumi. A dì 24, la malina. Non fu lettera alcuna da conto nè cosa di far nota. 11 duca si partirà zuoba a di 27. Hozi va, poi disnar, a veder l’Arsenal. Vene in Collegio 1’ oralor dii duca de Milan dicendo, il suo Signor voi venir da matina in Collegio, / Viarii di M. Sanuto. - Tarn- IIV. OTTOBRE. 82 et disse di partir zuoba a dì . . ; tamen si sente tanto ben ehe’l voria la Signoria non li desse più danari da farsi le spexe, et restar ancora per qualche zorno in quesla terra. Hor fo con li Cai di X in materia voria far un mercado de sali eie. Dapoi disnar, fo Collegio di Savii ad consulen-dum. El duca, con sier Gabriel Venier oralor nostro che mai l’abandona, et zerca 12 zentilhomeni zo-veni, tra li qual fue questi noterò qui sotto, andoe a veder l’Arsenal, et lì da sier Hironimo Querini e sier Michiel Morexini provedilori sora l’Arsenal, el sier Almorò Doltin patron, per esser li altri fuora, fo honorifice recevulo, mostratoli lutto. El qual volse andar a pe’ a veder, era la mulleta soa lì, ma non volse mai montar suso per causa di zen-lilhomeni nostri, el li soi disse : « Non vi faligè, mai soa excellentia montaria, caminando vui a piedi ». El qual non voleva alcun zentilliomo fusse; i qual zentilhomeni erano in scarlato a 1’ Arsenal che lo aspetavano. Hor andò a torno un poco, poi montò in barca con I’ oralor Venier, qual li senta apresso, e li do provedilori a 1’ Arsenal, e andò vedando 1’ Arsenal nuovo, e dove si fa la barza eie. Volse veder butar ballote di ferro, vele le artillarie. Et in una sala di le monition preparà una longa tavola con confezion varie suso, e in quantità, et de boni vini et malvasie, il duca, exorlato, senio e li soi, ma nulla soa excellentia locò, et manco li soi. Ave gran apiacer dicendo a li Proveditori: