109 MDXXX, NOVEMBRE. 110 dra, et si dice si abocherà co) Christianissimo re. Questi di Augusta hanno risposto a Cesare che, conira turchi, è per metter la vita e le facultà loro, ma, quanto a la fede, che......... ' 53 Di Augusta, di 26 Octubrio 1530, al signor duca di Mantoa. Fra dui di si crede che don Pietro della Cueva partirà per Roma. La resolutione, che portarà in là, con questa io non la scio avisar a vostra excellen-tia, perchè io non ho havuto alcuno tempo da poter procurar de intenderla ; ma per le prime l’avisarò di quanlo sera possibile saperne. Che hessendo in questo proposito, perchè l’altro giorno scrissi a vostra excellentia che Sua Maestà scrivea al .... di aspetare qui la risposta di la comissione del prefato don Pietro, hora, come meglio informalo, l’aviso che non dice d’ aspettare qui in Augusta dieta risposta, ma aspetarla in Germania, non distinguendo altramente il loco. Certamente queste cose de luterani, per quanlo si vede, non pigliano quel bon verso che si sperava, pur per ancor non so dire a vostra excellentia che iudicio se ne facia ; ma questa matina ho inteso che li homini di questa città heri risolseno Sua Maestà che in tutte le cose concernente lo interesse di quella et della università Christiana, come seria dire conira il Turco, sono per far quanlo Sua Maestà li comandarà, non risparmiando nè sangue nè roba per satisfal la ; ma che, zerca la opinione de la fede, non vogliono departirsi dalli precepti de Dio, li quali credeno che per il passalo non siano stati così ben intesi come al presentò, nè inlendeno partirsi da questa credenza sin che non hanno miglior interpreti, accennando al Concilio. Et, quando questa risposta sia vera, si pensa che sia stalo universale concetto di tutte queste Terre, le quale risponderanno di una medesima maniera. Fra tre dì monsignor di Prato, il quale vien di Pranza, sera qui, et è stato ordinato che per la persona sua gli siano date stanzie in palazo, perchè durante 1’ absentia di monsignor di Nansao gii ha da servire per zamberlano. Alcuni è qui in opinione che, andandosi in Fiandra, la Maestà Cesarea et la Christianissima debbano convenire a parlamento in qualche loco comodo a 1’ uno et l’altro : forsi che alla venuta di monsignor di Prato se intenderà più di certo. Di verso Hongaria non se intende altro, salvo che il Turco faza grandissimi preparamenti. Questi dì è stà preso qui in la corte del re uno che si chiama 53* il Sbardelato, il quale negociava le cose de alcuni signori corvati : non si dice il perché ; ma, per essere stato altre volte alti servitii di l’arzivescovo de Strygonia, il quale è nemico di la Maestà del re Ferdinando, si dubita di qualche suspitione per questa causa. Del medemo, alti 27 anteditto. Si è verificato che’l Christianissimo si ha fatto renunciar le ragion del marchesato di Saluzo a quel marchese che havea pregione, il che non piace molto etc. Il duca di Savoja aspira al contalo di Aste per danari. Pensasi che la eletion del re di Romani si differirà, et questo perchè le cose di lùlherani non pigliano troppo buon camino, et non vi si po-tria devenir senza una scoperta inimicitia, il che seria male a proposito per l’impresa di Hongaria. A dì 10, la matina. Non fo cosa alcuna da con- 54 to, da notar, in Collegio. Da poi disnar, lo Pregadi, per la materia del merchado di sali, et fo 3 opinion. La prima di sier Domenego Trivixan el cavalier procuralor, sier lli-ronimo da chà da Pexaro, sier Lunardo Emo, savii del Conseio, sier Piero Morexini, sier Zuan Coniarmi, sier Jacomo Dolfin et sier Ilironimo Grimani, savii a Terraferma, che si fazi el ditto mercado dii sai col duca de Milan. El sier Gasparo Malipiero savio dii Conseio, voi si fazi............... Et sier Marco Antonio Corner qu. sier Polo, savio a Terraferma, voi si fazi con darli a la mesura nostra li sali et li vengi a tuor li sali di qua. Et parlò primo sier Marco Antonio Corner. Li rispose sier Jacomo Dolfin. Poi parlò sier Gasparo Malipiero. Dcmum sier Thomà Mocenigo el qual non lauda il mercado dandoli danari, ma darli li sali come si feva a li altri mercadi. E li rispose sier Lunardo Emo, laudando far il mercado. Li rispose sier Alvise Gradenigo. Et I’ hora era larda, 4 hore, et fo dà certa scrittura per l’oralor di Milan, et fo dito si vederia, et poi uno altro Conseio el si expedirá. Fo lelo prima la lettera de 1’ imperador, di credenza, con grandissima credenza et sacramenlà il Conseio, et poi leto una scrilura ha dà in Collegio P orator Cesareo, dove è notà quanto à referido da parte de P imperador, ut in ea. Di Verona, di rectori. Come erano zojiti