349 MDXXXI, MARZO. 350 Fu termina che il lotho di la Signoria sia comes-so a li Provedadori di Comun, e habino la sò utilità. Fu fato Jiostlario dii Collegio, loco Tuzo è mor-lo, Andrea Fazuol qu. Alvise, erra masser a la can-zellaria, e fato prima una termination di la Signoria zercha il suo salario. B1 Die 19 marcii 1531. In Maiori Consilio. Consiliarii, et Capita de Quadraginta. Essendo importantissima a questa nostra cità la maleria di le aque, e volendo per quesla causa el Serenissimo Principe nostro conferirse cou li Provedadori nostri sopra le Aque, quando li achade andar, a sopraveder queste nostre lagume, per poterli far le opportune et necessarie previsione, et non se posendo ne la absentia di Sua Serenità far sententia alcuna nè altro atto judiciario in quesla cità nostra che vaglia, senza 1’ autorità di questo Conseio, perhò L’ anderà parte, che per quelli giorni che acha-derà a Sua Serenità andar fuora con li Provedadori nostri sopra le Aque per la causa antedita, che potrà esser per 3 o 4 volle in diversi giorni, non obstante l’absenlia di la Serenità Sua, se possi, et per li Conseglii et per cadauno zudegado et officio di questa cita, far sentente et cadauno altro allo judiciario, non allrimenle che se la Serenità Sua fosse presente et si atrovasse in questa cità nostra, come in altri simili casi è slà altre volte per questo Conseio deliberalo. 741, 56, 23. Die dicto. Fu posto, per li ditti, una parte, che sier Seba-slian Zigogna, qual morite capilanio di le saline di Cypri, poi stato 8 mexi, et in locho suo dovea andar sier Bernardo so fradello, el qual non posendo andar al presente, sia preso che elezer si debbi de praesenti uno capilanio di le saline predile, et poi P averà compito, dito sier Bernardo possi andar eie. 1143, 212, 5. ), A dì 22, la malina. Fu dà su la pinza di San Marco, di ordine di.....3 scassi di corda a uno di Friul, fo Irovà con un schiopeto cargo sotto. (1) La carta 181* 6 bianca, Da poi disnar, fo Conseio di X con la Zonta, in maleria di danari, et nulla fu fato. A dì 23, la matina. Nulla da conto. Da poi disnar etiam Conseio di X con la Zonta. Fato do gratie, sier Jacomo e Piero Dandolo qu. sier Alyise debitori, a pagar di prò e cavedali, et a uno altro. Item, spazono 2 cyprioti presonieri, ut in condenationibus. A dì 24. Da poi disnar, fo Pregadi, et in le lettere di Roma si conlien, come...... Fu posto, per li Savii ai Or leni, incantar la galla di Barbaria di sier Vicenzo Zen, per non aver fato i! deposito, a suo danno. Item, la galla di sier Jacomo Memo, perchè è ritenuto uè inanella per lui ad andar, fu preso incantarla a danno di la Signoria. La terza, di sier Vettor di Garzoni, à fato il deposilo. Fu presa. Ave : 130, 21, 6. Fu poslo, per sier Antonio Loredan provedador di Comun, non essendo lane in la terra, che possine venir lane con ogni navilio, pagando la mità dii dazio a le galle di Fiandra, ut in parte. Con-tradise sier Matio Trivixan, savio ai Ordeni, dicendo si rompe la fede a l’incanto di le galle di Fiandra, qual è al viazo. Li rispose sier Antonio Loredan, dicendo le poche lane è in la terra. Poi parlò sier Bernardo Capello savio ai Ordeni. Li rispose sier Lunardo Emo savio dii Conseio, e inlrò in la parte, et etiam sier Marco Antonio Corner, sier Piero Mozenigo, sier Francesco Soranzo, savii a Terraferma. Ave quesla 104. Fo presa. Et sier Lunardo Marin, sier Zuan Bragadin, sier Lunardo Malipiero, savii ai Ordeni, voleno, questo benefìcio habi le lane se inviarà da questo zorno adriedo. Quesla ave 14. Et sier Bernardo Capello savio ai Ordeni, voi non sia aiterà P incanto ai patroni. Ave 4. Et sier Matio Trivixan, savio ai Ordeni, voi in-dusiar 8 dì. Ave 15, 4 di no, 10 non sincere. A dì 25. Fo la Madona. 11 Serenissimo, ha-vendo butà il corotto per suo zerman episcopo di Brexa, vene in chiesia con li oratori, papa, impe-rador, Franza, Anglia, Milan et Ferrara, priinocie-rio di San Marco el episcopo di Bafo Ijexaro et, olirà li ordenarii, pochi. Soa Serenità era vestita di raso cremexin. Da poi disnar, predicò a San Marco il predica-dor di Crosechìeri, nominato frà . . . . Fo il per-don al Santo Sepulcro. A dì 26, domenega. Fo grandissima pioza. Vene in Collegio sier Filipo Trun, vestito dama-