- 99 — suoi crediti e delle sue influenze veniva trasmesso da Napoleone all’ Impero d’Austria. La politica sua colà non fu mai in questo lungo spazio di tempo una politica di penetrazione nella tena ferma. Ma come aveva fatto dapprima in Dalmazia essa si limitò a impossessarsi di tutti gli scali marittimi, convivendo pacificamente cogli abitanti del retroterra. Cedette terreno al turco come non si era curata di realizzare tutta la parte sua nella divisione della Quarta Crociata, concentrando accanitamente le sue difese soltanto in quei pochi punti dominanti che le permettevano di controllare la navigazione dell’Adriatico, finche nel 1718 lo ributta per l'ultima volta da Corfù. Così quanto di essa, lingua, arte e costumi, si propagò durevolmente in Albania non fu come l’impronta romana segnato direttamente coll’artiglio, ma trasudò piuttosto all’ interno insensibilmente, per effetto de’ continui scambi che avevan luogo nei mercati costieri. Venezia non apriva laggiù una sola strada e non vi conduceva una sola colonia; ma forse per questo la memoria veneziana, il dialetto vi rimangono più tenaci delle tracce d’una conquista militare pensatamente progettata ed eseguita con sistema. La politica albanese delle Grandi Potenze del secolo XIX è stata in gran parte l’antitesi di questo antico indirizzo veneziano: gli affari che erano al primo posto passano in seconda linea e dal valore di fini scadono al semplice valore di mezzi a servizio di un fine più alto che è l’espansionismo territoriale: la potenza degli stati si misura oramai a chilometri quadrati di possesso. Fra le due politiche, quella accortamente e forse un po’ grettamente mercantile di Venezia e quella religiosa e militare dell’Austria che deve succederle, fa da intermezzo una breve politica ro-