283 ordinari novìin creali, quali non hanno loco in palazo et voleno ricontarsi un loco nel palazo rui- | nailo da reilursi, nel qual si spenderà zercha ducali ! 160, perhò tanto li sia spexe per l’officio dii Sai, offerendosi loro che, di primi danari venirano in l’ofìcio aspettanti a San Marco, renderano al Sai li dilli ducati 160. Andò do volle. Non fu presa. Ave: 12 di si, et 14 di no. Fu preso cerla parte, di alcuni danari, ila Brc-xa erano deputali a l’Arsenal, el li fo (olii, che de coetero li debbi mandar a I’ Arsenal, ut in parte. El licenliata la Zoula, restò il Conseio semplice un pocho. In questa malina, vene in Collegio l’orator cesareo, per aver Irata di biave per transito, tosando una parte sul noslro, et portò lettere dii re di Romani di questo. Il Serenissimo li rispose lasase la suplicha, si expediria col Collegio di le Biave. • A dì 5, domenega. Fo lettere di Vegevene, di sier Gabriel Venier orator, di 29. Scrive, come era zonlo uno nontio di Cesare, con lettere di I’ Agelin suo orator, li scrive di la eletion fatta dii re di Romani el la incoronalion in Aquisgrana. Et Cesare à scrito al prolhonotario Carazolo a Mi-lan '“he fazi restituir a Lorenzo llemanuel al duca de Milan il castello, quando averà adimpilo la ca-pitulation di Bologna di averli dato ducali 300 milia et 20 milia per conio vechio di la investitura, et 13 milia ducati de inlrada al marchexe dii Guasto e Antonio da Leva sul slado, el piezaria di 20 milia scudi perlende aver per conto vechio, et se-gurtà di 50 milia dia dar el primo anno, ut in ht-ter is. Al che il duca spera di brieve satisfarlo e aver il castello, et ha mandalo il Castelazo, suo intimo, a Milan a far provision dii tulio. Di Franza, di sier Sebastian Justinian el cavalier, orator, da Paris, di 7. Come si aspellava de lì le raine.....per far la incoronalion di la regina. Il re era andato a San Zerman. Scrive, aver inteso Cesare venir in Fiandra el starà lì, nè andarà in Spagna, per voler veder la fin dii concilio si ha a far. Et ha scritto al su > orator è de qui, dagi ogni aiuto apresso il re Chrislianissimo a l’orator dii duca de Milano. El papa à scritto uno brieve al re anglico, come Sua Maestà elezi uno indice, et la rezina uno altro, i qualli habino a indicar zercha el divorilo, et la Rola poi aldino le appelalion. El qual re par, di danari li dia dar il re Chrislianissimo per conto di Cesare, par li ... , et voria che’! rompesse guerra a Cesare. Item, il papa solicita le noze dii duca di Orliens in sua neza la duchesina, di caxa 284 di Medici, et voria che 1’ havesse il slado de Milan. Scrive, come à inteso, I’ orator Pixani veniva per aqua, sichè a di 14 sarano de lì insieme con l’ora-tor Venier, il che desidera summamente per poter venir a repatriar. • Dapoi disnar, fu Gran Conseio. Non fu il Serenissimo ; vicedoxe sier Jacomo Badoer. Fo a Conseio il conte Brunoro di Gambara brexano, qual è camerier di l’imperator, et senló di sora li cavalieri. Fo fallo 9 voxe e tulle passoe. Fu falò ozi una bella festa in Giri. A dì 6. La note, la malina e quasi tulio il zorno fo gran pioza. De Anglia, dì sier Lodovico Falier, orator, dì 28 dicembrio, da Londra. §>crive zercha il divorilo et il breve à scrito il papa di tuor iudici ; ma il re ni la raina non è d’acordo in tuor li iudici. Veneno in Collegio molti canonici, l’arcidiacono Lippomano, e altri preti di Padoa, dolendosi che il patriarcha nostro havia scrito uno breve a loro preli che sub poemi excomunicationis do-vesseno annullar il taio fatto in Quaranta Zi vii in favor loro contra li frali di Santa Justina. El fo rimesso aldirli, con le parte in contraditorio, doman. Dapoi disnar, fo Conseio di X con la Zonta, ma per li molti amaladi non si potè redur, età hore 24 vene il decimo, sier Piero Landò, el si redusse e tratono cerla materia secreta, che nulla volseno dir. Et fo fato lezer le parte di quelli dii Conseio di X et Zonta che, vacando tre mercori continui, sia fatto in loco Ihoro etc. Da Cìvidal di Frinì, di sier Gregorio Pi-zamano, provedàdor di ... . Manda riporlo. A dì 7, la malina. Non fo alcuna lettera da conto, ni cosa di far noia. Dapoi disnar, fo Collegio di la Signoria con li Savii, per aldir li oratori padoani, con quelli Pixani per le rote di I’ Adexe eie., fate per loro Pixani a danno del padoan. Et parlò missier Francesco Cao-delista, orator di padoani : li rispose sier Sebastian Venier avochato di Boli fo di sier Lorenzo Pixani dal banco. El fo rimessa la cosa al Pregadi. A dì 8, la malina. Fo lettere di Poma dii Surian orator. Come erra stato col ponlefice, qual molto si liavea dolesto ch’el Conseio di X havea su-speso il desgradar di irà Galateo, et esso orator li disse: « Pater Sancte, in Roma sono molti lulhe-rani, tamen Vostra Santità non fa execution alcuna contro di Ihoro ». Et scrive parole hinc inde aictae. Item, come havia auto aviso da Milan Cesare ehc SIDXX.f, FEBBRAIO.