39 MDXXX, OTTOBRE. 40 mandato in la cassa a San Pantalon ; sichè suo fratello era morto e in casa sua si feva festa. Ancora è da saper che, il zorno si dovea far il parentado, a chà Zane morite una sorella di! padre di la noviza, moier di sier Antonio Dandolo, sichè non si potè far parentado, el mo’ è seguito quesl’altra morie : tulle cose di mal augurio. Sichè compilo de disnar lutti se partirono. Noto. Vene in questa terra familiarmente, in la sua burchiella, el signor Alfonso duca di Ferrara, el alozoe in la sua caxa l’ha a filto a Muran, fo de sier Agustin Venier, qual tolse per anni... a raxon di ducati 80 a 1’ anno. È da saper. Questo duca de Milan ha condulto con sì alcune ganzare fale far a posta, in le qual ha ogni comodità, et su quelle bandiere negre con le arme, e questo per la morte del fratello, le qual con li altri burchioni steteno a San Marco a la pescaria. Questo duca, hessendo luni a Chioza, arrivato la domenica da sera, dove al smontar erano 23 zen-tilhomeni mandali di qui, licet molli fono chiamali, et sier Gasparo Bembo el dotor fece la oratione Ialina mollo degna, esso duca disse havea inteso lulto, ma non sapeva risponder latine per non esser sua profesione, ma che diceva conoscer il 16* slado da questa illustrissima Signoria, di la qual era perpetuo servilor, promettendo in ogni occasion meter il stado e la vita a benefìcio di quella. Hor poi andalo in palazo ad alozar con sier Andrea da Mulla podestà, la malina andò con barca a messa a la Madona, overo per dir meglio da poi disnar, el volse donar 4 scudi a li barcaruoli del podestà il vogoe insieme con esso podeslà, el qual podestà non volse li desse, e lui ge li buio per forza in barca, sichè è mollo liberal. La sera fu lì in palazo in la sala recità una comedia per alcuni chiozoti, ai qual esso duca donoe ducati 10, overo scudi .... Et è da saper. Ha con lui burchii 30, tutti ad ordine, tra i qual di vino, farine, polami, for-mazi etc., et in uno fa la cusina con ogni comodila: ha do ganzare, dove soa excellenlia sta lauto comodamente quanto fusse in caxa. A dì 12, la matina. Vene sier Gabriel Venier, era orator col prefato duca, dal Serenissimo, et ordinalo sempre li fazi compagnia, et vadi con lui a Padoa et altrove, fin sier Marchiò Michiel, electo in suo loco, expedissa la causa che’l mena di Loredaui stati a Crema in le do Quarantie, et tuttavia parla, et hozi ha parlalo, compilo, contra sier Andrea Lo-redan in zorni .. , et doman la sua corte, poi dirà conira sier Luca Loredan. ! Vene in Collegio 1* orator dii duca de Milan dicendo, soa excellenlia si racomandava, et che’l saria venuto a far riverentia in Collegio questa ma-lina, ma non havendo volulo el vegni sì presto la Signoria, che’l veria da matina. Poi disse che beri sera fo tanta moltitudine di persone lì che non si poteva cazarli, dicendo, il signor duca desidera star in quiete. Unde fo ordinato a li capitani del Con-seio di X non lassi andar più alcun. Et fo ordinalo chiamar 40 zentilhomeni tulli di Pregadi, tra li qual sier Marco Antonio Venier el dolor et sier Sebastian Foscarini el dotor, per condurlo da malina in Collegio. Di Augusta, di sier Nicolò Tiepolo el dotor, ordtor, di 30 setembrio, fo lettere. Manda in scrittura la proposta e per posta, di successi dii disolver di la dieta, et quello disseno li lulherani, et prega sia tenuto secreta. Scrive che’l re Feran-din li ha dito, dolendosi, che è sìà retenule le polvere, aule per via di Mantoa, in camino che venivano a Trento, licet la Signoria li havesse dà il Irnnsilo, el queslo non è cosa da amici, et bisogna la Signoria castigi quello ha fallo questo, et li replicò do volte; le qual parole disse al suo seerelario perchè lui si resenliva alquanto. Da Roma alti 6 octubrio 1530, al signor 17 duca di Mantoa. Noslro Signor usci non beri l’altro di Roma, come per le mie di 3 scrissi a vostra excellenlia che faria, et andò alla Magliana dove Sua Santità siete quel giorno. Heri poi se transferì a Hoslia et, secondo che la disse al partir suo de qui, seria di ritorno venere o sabato proximo: pur si crede che ella, già che se ritrova fuori, starà qualche giorno di più, benché il tempo li serva molto male. Monsignor revendissimo di Agramente ha differito la partila sua per Franza ancor qualche giorno, dicendo haver havulo novamenle un’altro spazo di Franza che necessita sua signoria soprasedere alquanto ; pur la pensa partire questa setimana per ogni modo. Il re Christianissimo slava per andar a Bles, et sebene era dillo che Sua Maestà volea transferirse a Parisi, come per altre mie scrissi a voslra excel-lentia, nondimeno il cardinale afferma che per adesso la non li andarà altramente, ma aspeltarà forsi fin passato il verno. La regina era rivalsa et slava bene, et non è gravida allrimente; madama la regente ancor lei si ritrovava in bon esser della