385 MDXXXI, APRILE. 38« non esser il vero. Vostra excellentia haverà inteso la promolione dii duca Federico conte Pulalino a il capitanealo generale dilla impresa conira turchi. La regina Maria di Hungaria, che come per altre mie ho scritto a vostra excellentia- deve venir al governo di questo Paese Baso, sarà qui fallo Pasqua. 2C01) D(i Roma, di 10 aprile 1531, al signor ducha di Mantoa. La partila, che si diceva, dii signor duca di Albania è alongata, nè si sa quando debba esser. Le cose di Siena si dicono esser in procinto di assetarsi et, benché non si possa dar certo iuditio di quello habbia ad esser, pur si ragiona che, stando la Balìa in quel numero che erra, si venirà a far la electione qui a beneplacito di questi signori cesarei; et poiria esser, se l’altre cose se asseteranno, che quelli di dentro sariano compiacenti di cassar questa Balya che hora è per tutto magio, et. poi si faria la dilla elelione qui. Vostra excellentia haverà inteso che li Sguizari, richiesti da Grisoni, hanno deliberato socorerli conira il marchexe di Musso; onde esso marchexe, dicendo haver fatto a benefìcio e beneficio di la fede, va rizercando d’esser aiutato da ogni banda. Lo illustrissimo signor don Feranle partì giovedì dappò la beneditene papale per andar alla consorte, e sua signoria dice che non li starà più de 10 giorni o dodici al più, et poi venirà a Mantoa, e de li alla Corte. Nolo. Sua moier è fia dii ducha di Termeni. Da Roma, alli là ditto. È seguito l’acordo di Siena eh’ è il medesimo che fu fatto quando il signor don Ferando era lì: quelle gente viverano su le terre di la Chiesia per qualche giorno; fra tanto se haverà la volontà de l’imperatore de quello che si haverà da fare, et così se exequirà. Da la Corle cesarea non ci sono altre lettere poi quelle di 23 dii passalo; si aspeta con supremo desiderio la confirmatione dilla nuova dilla tregua dii Turco, che si ha per cerla da Ve-negia, per lettere dii serenissimo re di Romani, e benché tal nuova si tenga qui per sicura, pur, se sera confirmata di là, se ne haverà tanto magior sicureza. Da Roma se parteno de molle gente per la carestia dii vivere, et maxime de grano. (1) La carta 199* è bianca. Diarii di M. Sanuto, — Tom. L1V, Da Milan, di 11 marzo 1531. Lo illustrissimo signor duca slava de giorno in giorno haver nova dalla Corte che lo imperatore li facesse restituire Como, sopra la qual reslitu-tione don Lorenzo Ilemanuel ha mandato un suo dal signor duca facendoli intendere che gli lo darà ad ogni sua posta dando una paga alli fanti, et dimandali li siano pagati alcuni pezi di arlellaria et monitione. L’ acordo dii danaro si tratla qui fra il signore prothonolario Carazollo et il signore Ale-xandro Benlivoglio; non vi é altra difficullà si non che stentano a trovar denari. II signor duca manda dentro di Como il signor Ludovico Vestarino con 400 fanti. Le gente spagnole che erano denlro dii castello di Milano sono andate dal marchexe di Mus, et gli intertiene. Et venendo alcuni ambasa-lori de Grisoni al signor ducha, el dillo marchexe ne ha falto amazare dui, la causa non si sa. Le arte di Milano vanno pur alquanto remelendosi ; la carestia dii pane et vino è tanto grande che si stenla al vivere; il mozo dii formento vale libre ventidue, el vino vale dodeci in quatordici libre, secondo che gli è bono, et ogni altra cosa è cara. Copia di una lettera da Paris, di 10 marzo 201') 1531, scritta per Mario Sodorgnan al conte Constantin suo fratello, in Venetia. Ogni dì più ho io a ringr.itiar il signor Dio, magnifico et honorando signor fratello, che me habbia prestato facultà et modo buono et securo di veder prima assai paesi, et da poi di ritrovarmi a solennitade et pompe rarissime, come sono stale le solenissime coronalioni, di l’iinperalor in Bologna, dii serenissimo re di Romani in Aquisgra-na, et di la serenissima regina di Franza in Paris, de le quali niuna non vorei per ogni cossa grande esser ristato di veder, perchè non tanto mi è caro per poter dire de havermegli relrovato, quanto per haver veduto et conosciuto infiniti principi et signori che in dite pompe sono convenuti, come etiam è acadula in questa coronatione, alla quale, havendosi relrovali tulli li gran signori el le gran dame, ho io haulo grandissima comoditale di vederle, et per veduta conoscerli et in giostra et combalimenlo el in bancheti et in solennitade, onde io me ritrovo contentissimo di esser venuto (1) La carta *00* è bianca. 25