619 per le contrade, et di quelli dar a l’orator cesareo a expedir domino Matteo Avogaro, va iudice a Trento. Fu poslo altre gratie de banditi, di farli salvo-conduto a requisition di l’orator cesareo, et leto la leze che non si poi domandar gratie per via di oratori, et 4 fo balotà et perse, una sola fu presa di uno bandito di Fellre per homicidio, li fo fatto sal-voconduto per anni 5. A dì 15. La malina vene in Collegto l’orator cesareo et per cose particular, li fo ditto la gratia presa eri in Conseio di X. Vene l’orator di Franza, per causa..... Di Chiosa fo lettere. Come il nontio pontificio si partiria ozi per San Spirilo, dove voleva star do zorni ; et per la Signoria li fo mandato a preparar di farli le spexe in dito monasterio honorata-mente. In Quarantia Criminal et Civil Vecliia reduta per difinir certa opinion Ira li tre procuratori elecli per il caso di Alvise Zantani et li Avogadori di Comun, però che li Avogadori é di opinion bastar dagi laudatori di soi beni per ducali 20 milia, et li procuratori voleno piezi et non laudatori. Et parlò prima sier Antonio di Prioli procurator, poi sier Piero Mozenigo l’avogador. Et li Cai di XL voleano metter certa parte. Parlò sier Nicolò Grioni cao di XL, poi sier Alvise Badoer, che non lassò el mettesse. Andò la parie di Avogadori de acetar li laudatori, el li procuratori che’l dagi piezaria. Da poi disnar fo Pregadi per far Savi ai Orde-ni et risponder a la lettera ne ha scritto l’Impera-dor. 226 J)a Milan dii Baxadonna orator, di 10 Marzo, ricevute e dì 14 ditto. Cornea dì 5 scrisse da Acquanegra in cremonese, come quel zorno la Cesarea Maestà doveva inlrar in Cremona, et cussi fece; vene poi a Pizegaton, Lodi et Pavia et ozi è inlralo in questa citlà a bore 23 V2 C0I) sue 7 bandiere di fanti, archibusieri et piche, tutti ispani al numero zerca 2000, et il Leva in letica, poi li zentilomeni et altri principi, seguendo poi la guarda di cavalli 300, in arme bianche. Fu incontrada Soa Maestà fuora di la porta da tre reverendissimi cardinali, zoè li do legali Cesarin et Manto», et il reverendissimo Osma, et alla seconda porta del borgo se ritrovava tutla la cbieresia de Milan, il collegio di dottori, da alcuni di quali Soa Maestà fu portalo sopra una honorevolissima um-brella, hessendo preparate le strade et coperte G20 de panni. Gionti al domo, smontorno prima li illustrissimi duca di Alba, el marchese dii Guasto et il signor Ferrante da Gonzaga, poi Soa Maestà disese da cavallo, seguendo poi li tre reveren-vissimi cardinali et fece oratione; et gionla al castello, ornatissimo de diversi fuogi ìirtiiìcladi, hessendo maxime di notte, intrò Soa Maestà accompagnata da quelli signori, et il signor duca de Milano, precedendo il conte Maximiliano Stampa castellano con le chiave in mano, de dove ognuno prese licentia. Hozi ho ricevuto le lettere di 5, con li avisi da Costantinopoli, et lettere a l’orator Contarmi ; quelle exeguirò etc. Di Udine, di sier Nicolò Mozenigo, luogotenente, di 12, ricevute a dì 14. Manda una lettera aula di Venzon con uno capitolo dì lettere di Joseph Pozo capitanio de lì. Item, uno frale da Buda, di 5 fevrer ha scritto a uno altro frate minorista, qual capitolo dice cusì: Quivi è successo triegna tra il re di Ongaria et re Ferdinando. Item ; la lettera del capitanio et comunità di Venzon, di 12, scritta al dillo locotenente, manda la copia di questa lettera, el non hanno mandalo l’autentica perchè la mansion è scritta a soa moier, per bon' respello, con altre so cose particular. La qual lettera è scritta in San Vido a dì 8 marzo per Joseph Pozo ; et dice cussi ; Cugnado carissimo. Da novo ozi alli 8 marzo ho alozado a San Vido uno bassà turco, el qual va per ambassador alla Maestà dii re Ferdinando con cavalli 15 hauti dii paese di Cragna, over Caranlano. Altri 15 cavalli bisogna li dagi questi di San Vido fin a Linz, dove se trova la Maestà del re con poca corte. Dove se dice siano ambassatori de Ungaria, et per quanto se intende rechiedeno pace. Dove ancora è il duca et vescovo di Possa, il qual è per far guera con li fradelli et vescovi et duchi in Minichin, et voria Sua Maestà se interponesse a far i se acordasseno insieme. Et certo per quanto posso intender faranno guerra, perchè la Maestà dii [re non ha per a-mici quelli do duchi, perché li sono stali sempre contrarii a Sua Maestà et maxime quando el prese la città di Vienna. Questi et assà altri li sono stali sempre conlrarii, perchè sono de grandissima caxa, et de quella anticamente sono stali Imperatori. Et per questo se dice che Sua Maestà non se vorà ini -pazar e! interponer, ma lasarà se dagano di la neve. Se dice in curto Soa Maestà è per partire da Linz e andar a Vienna con questo bassà turchesco, et iu- MDXXXIII, MARZO.